Il testo di riferimento di questo post è il seguente:
Andrea Baranes, Finanza per indignati, Ponte alle Grazie 2012. Nell’ultimo post ci siamo lasciati con una domanda, “che fine ha fatto lo spread?” Nel 2011 Il governo Berlusconi dovette rassegnare le dimissioni a causa del suo innalzamento. Ebbene a distanza di tempo il debito dell’Italia è aumentato e il PIL stenta ancora a partire, quindi la situazione del debito pubblico non è migliorata, anzi è peggiorata ma lo spread per adesso non è più un problema. C’erano diversi miliardi di debito ed ora sono aumentati, e a causa della crisi molte aziende hanno chiuso i battenti e non hanno più riaperto. Come mai dello spread non si sente più parlare? Come mai i mercati prezzano ora come più sicura la situazione dell’Italia? Nel frattempo è avvenuta la riforma delle pensioni Fornero e una riforma dei contratti nel mondo del lavoro. Chi le ha volute? Erano fondamentali? Lascio al lettore la risposta. Per approfondire : Paolo Ferrero, La truffa del debito pubblico, DeriveApprodi 2014. Ed ora vi presento, in ordine casuale, alcuni punti particolarmente significativi di questo libro che meritano di essere conosciuti:
Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Author: Günter Erlebach Il testo di riferimento di questo post è il seguente: Andrea Baranes, Finanza per indignati, Ponte alle Grazie 2012. Abbiamo un debito pubblico di circa 1900 miliardi, se il mercato prezza un tasso del 4% si devono pagare 76 miliardi di interessi. Per ogni punto del tasso corrispondono 19 miliardi di euro. Secondo il libro datato 2012, la BCE ha dato attraverso il piano chiamato “quantitative easing” circa 4000 miliardi alle banche per aiutarle nella ricapitalizzazione, e incentivare la ripresa economica evitando la continuazione della stretta del credito (credit crunch). Tale aiuto è ancora in atto. Se il lettore non ci crede apra i seguenti link, oppure faccia una semplice ricerca in internet : http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/07/il-megasostegno-dellue-alle-banche-4500-miliardi-di-aiuti-di-stato-in-3-anni/256429/ http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/19/draghi-se-la-bce-da-soldi-alle-banche-perche-non-finanzia-un-piano-per-loccupazione/2561464/ http://espresso.repubblica.it/affari/2016/03/10/news/la-bce-rafforza-le-misure-di-sostegno-all-economia-e-porta-il-qe-a-80-miliardi-al-mese-1.253643 Con questi soldi le banche comprano i debiti pubblici dei vari paesi secondo i tassi di interesse di mercato. Quindi nei casi dei paesi periferici (Grecia, Spagna , Portogallo, Italia, ecc) le banche con i soldi della Bce comprano il loro debito e ci guadagnano. In cambio come garanzia alla Bce mettono in pegno gli stessi titoli di debito degli stati. Ma, ma, ma che senso ha? La BCE può aiutare le banche ma per statuto “non può compiere operazioni simili e comprare titoli di Stato dei Paesi membri”. Un problema che rimanda nuovamente alle lacune del modello europeo costruito su basi neomercantili e neoliberiste. L’idea sottostante è quella che gli stati virtuosi vengono premiati dal mercato e gli altri che non lo sono vengono sollecitati ad esserlo. Sembrerebbe una cosa giusta, spendi troppo, sei una cicala, ne paghi le conseguenze, ma in realtà è un modello altamente ingiusto che favorisce chi ha già e strangola gli stati in difficoltà. È come la storia del paese dei balocchi nella favola di Pinocchio: vieni, vieni con noi che ci divertiremo, e all’indomani si ritrovano ad essere dei somari pronti per essere sfruttati. Carlo Chiostri [Public domain], via Wikimedia Commons
Pinocchio nel paese dei balocchi. Il Portogallo, la Grecia, che nel corso degli anni sono stati indotti per politiche cretine ad indebitarsi, ora nel momento della congiuntura non solo vengono aiutati ma sono sottoposti a ulteriore sforzo con piani di austerità e tagli alla spesa pubblica. Riassumendo la BCE (entità degli stati europei) crea dal nulla denaro che presta all’ 1% alle banche europee, le quali comprano il debito degli stati europei secondo il valore di mercato e cioè al 2, 4, 6, 8%, e a garanzia del debito contratto danno in pegno lo stesso debito acquisito. Stupendo! E il sostegno alle aziende, all’economia, al lavoro? Niente! Sembra che la risposta sia: è una cosa che devono fare le banche. Sono loro le preposte all’erogazione del credito, sono loro che valutano e si assumono i rischi derivanti dall’erogazione dei prestiti. Ma se hanno dimostrato di essere incapaci e sono sull’orlo del fallimento? Beh, vediamo, insomma, mah ….. La quantità del debito non dipende dal suo valore nominale ma dalla solvibilità del debitore. Se sono un imprenditore e contraggo un debito elevato che però riesco ad estinguere in fretta per le capacità produttive della mia azienda, sono migliore di colui che ha un piccolo debito ma con scarse capacità di guadagno. Non deve far paura il debito ma l’incapacità di pagarlo. Il credit crunch alle aziende è stato ed è un grandissimo veleno perché va ad intaccare il sistema produttivo alimentando una spirale depressiva e, deprimendo il mercato interno. Il credit crunch ha minato cioè la capacità di solvibilità. In parole povere, se tu fai chiudere le aziende chi ti paga le tasse? Purtroppo politiche lungimiranti di questo genere non ne abbiamo viste, e di politici che abbiano chiarezza di idee su questi argomenti ce ne sono pochi. Nel frattempo le banche come in un gigantesco casinò rincorrono quella che può sembrare l’affare di una vita e alimentano ancora nuove bolle, nuove perdite e nuove crisi. Mi sembrano tutti matti! E lo spread, che fine ha fatto lo spread che ci ha torturato tanto? È aumentato il debito, è diminuita la capacità produttiva e tutto va bene? La risposta al prossimo post. "Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione". Alcide De Gasperi. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Il testo di riferimento di questo post è il seguente: Andrea Baranes, Finanza per indignati, Ponte alle Grazie 2012. Tutti sanno che a causa della crisi generata dai mutui sub-prime il mondo è caduto in una crisi economica globale. In particolare il fallimento della banca Lehman Brothers ha causato un violento scossone alle attività finanziarie, e di conseguenza all’economia reale. L’origine è stata una allocazione insensata delle risorse nel settore immobiliare, che ha causato un’eccessiva speculazione non legata alle reali esigenze abitative. È quello che viene chiamata una bolla finanziaria, cioè una ipervalutazione di un determinato bene o settore, favorito dalla speculazione e dall’entusiasmo generale che fa credere nel buon affare della vita. Di queste ipervalutazioni inconsistenti la finanza ne ha generato molte, a partire dalla famosissima bolla dei tulipani del 1600. Il mercato un giorno prezza una cosa e un altro senza un vero motivo ne aumenta o diminuisce il valore. Prendete qualche grafico di borsa e vedrete la continua oscillazione dei prezzi anche nel breve giro di un’ora. Perché dico queste parole? Perché c’è un’idea di fondo che da tempo è presente, quella che il mercato si autoregola ed è di gran lunga migliore nella allocazione delle risorse rispetto al settore pubblico. Questi per tutta una serie di motivi, sarebbe meno attento e perspicace rispetto al mondo privato, e sarebbe la causa di un rallentamento dello sviluppo economico. Lasciamo fare ai privati, essi sono molto più svegli ed avveduti e se per caso sbagliano sono fatti loro. Ebbene questa idea (liberismo della scuola di Chicago) si è dimostrata falsa, perniciosa e, purtroppo, continua ad esserlo. Quando la Lehman Brothers è caduta si è visto che il mondo finanziario era un’enorme castello di carte a cui se non si metteva subito un sostegno, si sarebbe causato un disastro globale e una crisi ancora più spaventosa. Il settore pubblico quindi è dovuto intervenire con enormi piani di liquidità (il famoso quantitative easing), per sostenere i mercati finanziari e con essi l’economia reale. Ma come? Il tanto vituperato settore pubblico ha dovuto tappare le falle provocate dal liberismo selvaggio, ma non doveva arrangiarsi da solo? Se avete fatto caso in questi decenni c’è stato un ritornello continuo: “lo stato ha troppi debiti, deve vendere i suoi patrimoni e risanare i conti pubblici”. Così si sono vendute e privatizzate autostrade imprese e beni pubblici di tutti i generi. Questo è avvenuto in Italia ma anche in altre parti del mondo. The blind leading the blind. Oil painting after Pieter Brueg
See page for author [CC BY 4.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/4.0)], via Wikimedia Commons Però siccome ora, le cose stanno andando male al settore privato (banche in particolare), adesso si invoca l’aiuto del settore pubblico, un controsenso! Se applicassimo lo stesso principio i privati dovrebbero invece vendere (o svendere) al pubblico, e in questo caso l’azione si chiama “nazionalizzazione”. Il punto comunque non sta tanto sui diritti di proprietà, ma nel fatto che il settore in questione (quello finanziario) è malato fino all’inverosimile. Mi spiego meglio: gli aiuti che sono stati dati alle banche in questi anni attraverso le varie forme di “allentamento finanziario”, non hanno promosso l’economia reale e la ripresa come si voleva, perché “rende” di più continuare a speculare con la conseguenza di generare nuove bolle. O meglio, il sistema avendo ancora le stesse regole, si muove alla stessa maniera e favorisce un’allocazione inadeguata delle risorse. Adesso per esempio visto il calo del prezzo del petrolio e i mutamenti geopolitici, sembrano in crisi molte industrie petrolifere che hanno investito nella tecnica estrattiva dello Shale (o Fracking) e con loro i finanziatori (banche). L’italia a causa della crisi ha perso il 25% della produzione industriale. Non è avvenuta solo una diminuzione della domanda ma anche un fenomeno noto come credit crunch (link video), cioè una stretta del credito. Le banche entrate in crisi a seguito della situazione generata dai mutui sub prime, avendo a disposizione meno soldi hanno stretto il credito. Una situazione insensata e assurda, è come se a una vacca che comincia a produrre meno latte tu diminuisca il foraggio. Ecco , la stessa identica cosa è avvenuta in Europa. Si sono lasciate fallire aziende sane che presentavano un rischio esiguo, semplicemente perché tutto era diventato improvvisamente pericoloso. Ricordiamoci però, che quando un’azienda chiude se ne va con lei tutto il Know-how, (il bagaglio di conoscenze) che difficilmente si riesce poi a far ripartire. Chi ha difeso queste strutture produttive? Nessuno! Si poteva fare? Certo! La risposta la darò nel prossimo post. In questo tempo l’impressione, quella più buona possibile, è quella di essere guidati da ciechi che guidano altri ciechi. Mentre quella cattiva è che la situazione di povertà, disoccupazione e conflitti sociali sia volutamente perseguita. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Paola Liberace, Contro gli asili nido. Politiche di conciliazione e libertà di educazione, Rubbettino 2009. |
| Sono rimasto estremamente colpito dalla lettura del libro “le guarigioni del cervello” di Norman Doidge e dalle sue implicazioni anche dal punto di vista scolastico. Noi insegnanti, sempre di più, ci troviamo con un numero inaspettato di studenti dislessici, autistici e, con disturbi da ADHD. |
Lungi da me il volere alimentare false illusioni, i fatti, le scoperte e le teorie presentate nel libro sono davvero interessanti, e se vere da far gridare al miracolo. Le malattie al cervello sfigurano le persone, sono un oltraggio indecoroso alla loro dignità, e sono fonte di dolore per i loro famigliari. Nella speranza di aiutare a indagare, scrivo questi post, piccoli riassunti invitanti alla lettura di questo interessante libro.
Il testo parte da una tesi di fondo consistente nell’affermare la plasticità del cervello, ossia la capacità di colmare i vuoti e sviluppare funzioni alternative. Il cervello ha capacità riparatrici e se aiutato nel suo processo di guarigione riesce ad aggiustare i danni subiti. Esso lo fa attraverso due canali (naturali e non invasivi) principali che sono l’esercizio fisico e mentale e il ricorso all’energia, sotto forma di luci (laser a bassa intensità), suoni (metodo TOMATIS) e vibrazioni (PONS).
L’autore è uno psichiatra e psicanalista e le sue tesi sono supportate in maniera scientifica da fonti attendibili, citazioni e casi clinici comprovati. Spero tanto che le sue affermazioni siano vere e credo che, se sarà così, in breve tempo tante persone avranno nuove risorse di guarigione e potranno sentirsi meglio.
Negli anni ’80 c’erano due teorie circa il funzionamento del cervello. Una sosteneva la divisione in zone alle quali spettava uno specifico compito, e un’altra prevedeva una certa elasticità tale da rendere impossibile una individuazione chiara e specifica delle zone responsabili delle varie funzioni. L’autore sostiene che il cervello ha una capacità “plastica” di adattarsi e supplire le parti deteriorate. Come le persone hanno la facoltà di apprendere nuove nozioni così il cervello ha la capacità di sviluppare nuove risorse per assolvere le esigenze dell’individuo.
Per diverso tempo il pensiero più comune della medicina occidentale è stato quello di ricorrere a sostanze chimiche come rimedio neurologico. Si sono cercate e si cercano i “proiettili magici”, capaci di annichilire le malattie, ma secondo l’autore non è l’unica strada. Attualmente il corpo del paziente è il campo di battaglia tra la malattia e il medico, occorre invece possa essere un alleato. Il paziente da soggetto passivo deve diventare soggetto attivo, pronto a sperimentare se stesso in nuovi percorsi di guarigione.
Ecco il primo tema suggerito da Norman Doidge.
LAVORARE CON L’IMMAGINAZIONE E LA VISUALIZZAZIONE PER RIDURRE IL DOLORE CRONICO.
Un certo dottor Moskovitz si accorse per esperienza diretta della facoltà del cervello di spegnere il dolore in alcuni casi. Sviluppando le ricerche scoprì che le persone, hanno delle mappe cerebrali del loro corpo. Quando con l’immaginazione modifichiamo queste mappe del corpo, riducendo le parti che sentiamo essere fonti di dolore, lentamente diamo nuovi input al cervello e, ciò fa spegnere il dolore cronico. Per dirla in altre parole, il dolore alle volte si autoalimenta, e ci tiene incastrati, per paura di soffrire aumentiamo la nostra sensibilità, ma lavorando con la visualizzazione è possibile spegnere l’incendio.
| C’è un noto fenomeno chiamato “l’arto fantasma” (link) dove persone, che hanno subito un’amputazione continuano a sentire fastidiosi, e a volte intensi dolori nella parte che non c’è più. Lo stesso Dick Swaab nel libro citato (link), riferisce di una persona lamentante dolori a una gamba “fantasma”. |
Le mie poche parole di spiegazione non rendono merito al discorso logico del libro, però forse questa è la parte meno convincente. Credo che tanti di noi conoscono persone che le hanno “tentate tutte” e faccio fatica a pensare, che questa possa essere una strada. Io stesso sono stato affetto da un’ernia al disco che mi ha immobilizzato per molto tempo, e ho patito tantissimo. Per tre mesi passavo la notte senza dormire in piedi riverso con la pancia su un tavolo, mi ricordo che contavo i secondi e mi incoraggiavo dicendo, “su dai 15 secondi sono passati”. Il tempo però ha spento i dolori e lentamente sono tornato alla normalità. Questa esperienza mi ha insegnato a conoscere maggiormente me stesso e ciò che lo può mandare in crisi. Sinceramente non me la sentirei di consigliare a una persona con dolori cronici questa terapia, anche se riconosco i ragionamenti sensati e comprovati dell’autore.
La morale è questa: bisogna imparare a controllare consciamente il dolore fino a quando inconsciamente il cervello non lo fa da solo.
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https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sandro_Botticell_i_069.jpg
Rielaborazione personale del file” Gesù e le donne” (link) scaricabile dal sito www.studibiblici.it
Riprendendo il discorso del precedente post ecco altri aspetti che riguardano l’argomento.
- “Chi insegna la Torah (cioè i libri biblici fondamentali) a sua figlia, le insegna il libertinaggio” dice rabbi Eliezer in una delle sue sentenze riportata dal noto biblista Jeremias.
- Il libro biblico del Siracide (42,14) dice: “È meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna”.
- Quando una donna partoriva secondo le norme bibliche era impura 7 giorni (come le sue regole) più 33 (cioè 40) nel caso di un bambino, mentre era impura il doppio nel caso di una bambina.
- Dice ancora il libro del Siracide in un altro passo (42,9-10): “Una figlia è per il padre un'inquietudine segreta, la preoccupazione per lei allontana il sonno: nella sua giovinezza, perché non sfiorisca, una volta accasata, perché non sia ripudiata. Finché è ragazza, si teme che sia sedotta e che resti incinta nella casa paterna; quando è con un marito, che cada in colpa, quando è accasata, che sia sterile".
Alberto Maggi spiega che era normale prassi, quando in una famiglia esistevano già più di una bambina e ne nascevano altre, “esporle”. Ciò significava che erano abbandonate ai margini del villaggio dove venivano sbranate dagli animali selvaggi oppure venivano raccolte da mercanti del sesso che le istruivano all’arte della prostituzione. Dice ancora che ci sono testi comprovanti il “loro uso”, in tal senso, in tenerissima età.
Casomai se uno non se la sentiva di attuare una cosa simile, poteva sempre farla crescere e poi venderla come schiava. - Le donne dovevano sposarsi molto presto. Appena mostravano i primi segni di maturità sessuale, venivano maritate perché così nel caso di adulterio potevano essere uccise. Quindi all’età più o meno di dodici anni si celebrava la prima parte delle nozze chiamata sposalizio. Lo sposo accompagnato dai genitori andava nella casa della sposa dove era tastata, palpata per valutare la salute, l’integrità e la salubrità e poi si fissava il prezzo della donna, la dote. Era una vera e propria merce. Essendo matrimoni combinati i due si conoscevano solo in questo momento per la prima volta. Il concetto di matrimonio d’amore non esisteva nei tempi antichi.
Il cristianesimo nel corso della storia ha portato un bel cambiamento nella struttura dell’idea di famiglia e anche nel modo di contrarre il matrimonio, per cui ora abituati a quello che si è consolidato da tempo troviamo strani questi comportamenti. Il processo storico è stato complesso ed è molto lungo da spiegare ma se il lettore vuole approfondire segnalo il testo già citato : Margherita Pelaja, Lucetta Scaraffia - Due in una carne. Chiesa e sessualità nella storia (2008).
A causa della tenera età della ragazza, la seconda fase del matrimonio veniva rimandata di un anno. In questo secondo momento, durante il banchetto di nozze il marito prendeva la moglie ed era accompagnato da quelli che nel vangelo sono chiamati “amici dello sposo” ma il cui termine esatto sarebbe “figli del talamo nuziale”. Essi dovevano assistere e comprovare la verginità della donna. Quando lo sposo gridava per dire che la ragazza era come desiderato, i due correvano subito al banchetto nuziale urlando “lo sposo ha gridato” e subito un applauso. In seguito portavano il telo di lino con le macchie di sangue e lo consegnavano ai genitori di lei a testimonianza della “qualità della merce” e qui di nuovo un altro applauso.
Ecco, questa è stata la situazione storica in cui si è mosso Gesù e ci risulta allora chiaro ed evidente, nonché sorprendente , il suo comportamento nei confronti delle donne. Lui parla con loro, ha un loro seguito, le guarisce, si fa toccare e loro sono ai piedi della croce e sono le prime ad annunciare la resurrezione.
Caro lettore a te lascio il compito di trarre le conclusioni. Nel caso tu voglia approfondire, è possibile aprire e scaricare il documento (link), e potrai vedere che le mie parole sono stati insufficienti per spiegare la mole di contenuti presenti nel testo.
Saluti Giuliano Mazzocco
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( link) scaricabile dal sito www.studibiblici.it
Dopo la breve panoramica della legislazione italiana sull’emancipazione femminile effettuata nel post precedente, è interessante occuparsi dell’atteggiamento di Gesù e del suo rapporto con le donne. Per fare questo ci viene in aiuto il documento facilmente scaricabile citato qui sopra.
Se la legislazione italiana pochi decenni fa era TANTO MASCHILISTA che cosa poteva succedere nei tempi passati?
Come erano considerate le donne una volta? Due testi ci potrebbero aiutare, il primo più scorrevole e il secondo abbastanza impegnativo possono illustrare l’argomento:
- Margherita Pelaja, Lucetta Scaraffia - Due in una carne. Chiesa e sessualità nella storia (2008)
- Goody, Jack - La famiglia nella storia europea (2000)
La società ebraica al tempo di Gesù era tipicamente maschilista. Bastava che la donna parlasse per strada o andasse in giro da sola per essere ripudiata.
Uno dei tabù più diffusi in assoluto nell’antichità sembra fosse quello del sangue. Anche la Bibbia nei primi libri prescriveva che la donna a motivo delle mestruazioni era impura e doveva rimanere in disparte. Erano prescrizioni legati al concetto di puro-impuro dove la malattia era considerata una punizione divina dovuta all’infrazione delle regole di purità. Una sorta di norme, per certi aspetti, di carattere igienico in un mondo dove non si conosceva l’origine delle malattie. Le donne sembra sopratutto a motivo della loro “impurità” avevano un minor accesso alla religione. A quanto detto da Alberto Maggi nel Talmud si arrivò ad insegnare è meglio che “le parole della Legge (cioè i primi libri della Bibbia) vengano distrutte piuttosto che cadano nelle mani di una donna”.
Ebbene in questo contesto cosa fa Gesù?
Gira con un codazzo di donne. Dice il vangelo: “C’erano con lui i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala …, Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni” (Lc 8,2). Robe da matti, lui il Messia gira con un gruppo di donne le quali tu non sai ma possono essere in stato di “impurità”. Sembra una cosa da poco ma in un periodo storico dove prendersi una malattia importante significava quasi una sentenza di morte, il binomio malattia-impurità era una cosa molto rilevante. Un pochino è come se uno ti mettesse nel rischio di contrarre l’AIDS al giorno d’oggi. Non credo che sarebbe tanto piacevole. Faccio questo paragone perché alle volte siamo portati a giudicare come stupidi, superstiziosi e idioti gli uomini del passato e invece noi del presente saremmo illuminati e saggi.
Queste donne oltretutto erano state guarite da spiriti maligni e infermità, cioè avevano avuto dei vissuti difficili.
Altri brani descritti e commentati nel file di Maggi : Lc 10, 38-42 (a casa di Marta e Maria; Gv 8, 1-11 (l’adultera); Lc 8, 43-48 (l’emorroissa); Mt 26, 6-13 (unzione a Betania); Lc 7, 36-50 (Gesù, il fariseo e la peccatrice); Mt, 20, 17-28 (annuncio passione; la madre dei figli di Zebedeo); Gv 4, 3-42 (la Samaritana).
Tutti questi testi ci raccontano una modalità scandalosa per quel tempo di relazionarsi con le donne.
L’episodio del fariseo Simone che invita Gesù a pranzo è memorabile.
C’è un fariseo che interessato a Gesù lo invita a pranzo. È uno di quegli uomini patiti per la purità e le regole. Ha un mantello da usare in pubblico e uno da mettere in casa. Gira con un cubetto in testa e uno legato alla mano destra dove sono contenuti dei passi della Bibbia. Al giorno d’oggi la parola fariseo ha assunto una connotazione negativa ma al tempo di Gesù era una persona molto stimata. Ebbene, tutto è pronto e improvvisamente una donna peccatrice entra in casa sua e comincia a piangere e lavare i piedi di Gesù. Pazzesco! La donna visto che è peccatrice è impura, impuro è il pianto poiché ogni secrezione del corpo per gli ebrei era impura,e impuri sono i piedi. Proprio nella casa del fanatico della purità mentre si sta per mangiare capita una cosa del genere. È come dire che uno va di corpo nel posto dove sta mangiando o una cosa simile. Ma non basta, con i capelli asciuga i piedi. Paaaaazzesco, le donne in quel periodo erano già velate. I capelli erano considerati oggetto di seduzione; è quasi come se a Gesù fossero stati asciugati i piedi con il seno della donna. Intollerabile!! E Gesù? Niente. Simone quindi scandalizzato, si rivolge a Gesù ricordandogli che “specie” di donna era questa. Ma Gesù non la scaccia e nemmeno la condanna anzi riconosce in lei una persona che “ha molto amato”.
Ci vuole poco per dare un’occhiata ai brani citati sopra e vedere come Gesù sia stato accogliente e assolutamente diverso da quella che era la mentalità del tempo. Come mai? Cosa ne pensi?
Anche l’episodio dell’emorroissa è particolare. C’è una donna che ha un’emorragia costante e quindi è impura. L’antico testamento era molto severo per l’inosservanza delle regole di separazione di chi era in questo stato. Questa donna infrangendo tale regola tocca Gesù e lui invece di sgridarla la loda per la sua fede. Inammissibile per quel tempo!!
Riassumendo, alla donna al tempo di Gesù (F. Pajer, Religione, Sei 2011):
- Non le era concesso partecipare alla vita pubblica;
- Doveva essere velata nei luoghi pubblici;
- Un uomo in pubblico non poteva parlare con una donna e nemmeno salutarla;
- Non doveva studiare i testi sacri;
- Nei luoghi sacri doveva stare in luoghi separati;
- Non le era concesso benedire i pasti;
- In tribunale la sua testimonianza era considerata come quella di un bambino, cioè non valeva niente poiché “la stoltezza è legata al cuore del fanciullo” (Pr 22,15);
- La moglie e le figlie non ereditavano nulla qualora il defunto avesse un figlio maschio;
- Le figlie erano una proprietà del padre che le poteva vendere in caso di necessità.
Nel prossimo post verranno esposti altri aspetti assurdi e rivoltanti del passato.
Saluti Giuliano Mazzocco
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Jean-Jacques-François Le Barbier [Public domain], via Wikimedia Commons
Ho trovato interessante la sintesi delle leggi in Italia riguardanti l’emancipazione femminile nel libro citato sopra. Molte volte si giudicano altri popoli come "arretrati" ma in base agli anni di pubblicazione delle leggi si scopre che in Italia fino a "ieri" eravamo nella stessa situazione. Sicuramente qualcuno potrebbe dire che a motivo dell’indipendenza femminile e della conseguente legiferazione in Italia si è assistito a un cambiamento del tipo di famiglia. A voi lascio l’onere delle considerazioni.
- 1963
- Le donne possono accedere al lavoro negli uffici pubblici, a tutte le cariche, professioni e impieghi, compresa la magistratura.
In epoca fascista,“l'insegnamento di molte materie fu precluso alle donne: esse non poterono accedere ai concorsi pubblici per insegnare nei licei lettere, latino, greco, storia e filosofia o per insegnare italiano negli istituti tecnici.Un Decreto Legge del 05/09/1938, infine imponendo una riduzione al 5% del personale femminile, impiegato nella Pubblica Amministrazione, rappresentò il culmine della discriminazione sessuale.” (http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenzadonne1.htm)
“Durante il regime fascista Il diritto di famiglia, disciplinato dal 1865 dal Codice Pisanelli, improntato sulla supremazia maschile, precludeva alle donne ogni decisione, di natura giuridica o commerciale (atti legali e notarili, stipule, contratti, firme di assegni e accensione di prestiti), senza l'autorizzazione del marito o del padre.” (http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenzadonne1.htm) - Viene tolto lo “Jus corrigendi” ossia il diritto del marito di ricorrere alla punizione fisica per emendare i cattivi comportamenti della moglie.
- Promulgata la legge che vieta il licenziamento a causa del matrimonio.
- Le donne possono accedere al lavoro negli uffici pubblici, a tutte le cariche, professioni e impieghi, compresa la magistratura.
- 1968
- Il reato di adulterio viene tolto. Prima se la donna era sorpresa in atto di adulterio veniva punita con due anni di reclusione mentre il marito veniva punito solo se il suo comportamento era conosciuto da un certo numero di persone e quindi offendeva la morale e la famiglia in pubblico.
- 1971
- Viene approvata le legge che vieta il licenziamento delle donne in gravidanza e fino al compimento di un anno del bambino.
- 1975
- È promulgato il nuovo diritto di famiglia che stabilisce la parità tra i coniugi con gli stessi diritti e doveri. Prima al marito spettava oltre alla patria potestà anche la potestà maritale che prevedeva il diritto di decidere sugli orientamenti famigliari.
- 1977
- Viene promulgata la legge che stabilisce la parità di stipendio tra maschi e femmine nell’espletare la medesima mansione.
- 1981
- È abolito il delitto d’onore, quel reato che prevedeva una pena molto inferiore nel caso in cui il marito in preda all’ira uccideva la moglie, la sorella o la figlia sorprese in atti intimi. Se era il marito ad essere ucciso invece era previsto l’ergastolo.
- 1996
- La violenza sessuale viene considerata reato contro la persona e non più reato contro la morale.
- 2000
- Anche alle donne è permesso entrare nelle forze armate.
Interessante vero?
Saluti G.M.
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LA MALATTIA COME AUTOGUARIGIONE DAL DOLORE DELL’ANIMA, un libro di Dieter Beck Seconda Parte
11/5/2015

L’invecchiamento è un oltraggio alla propria immagine di se, che ci manda in grande difficoltà. È una perdita di energia , capacità e funzioni a cui non siamo tanto disposti a cedere. Ricorriamo a tutto ciò che ci può aiutare, diete, comportamenti salutisti, esercizio fisico, corsi di tutti i generi, iperattività. Vediamo in giro atletiche quarantenni che fino a qualche anno prima avevano in bocca una sigaretta e in mano un bicchiere di spritz. Mi viene in mente la strega di Biancaneve, la bella regina che perde la sua giovinezza e il suo splendore e lentamente si incattivisce sotto la spinta dell’invidia per l’incipiente bellezza di Biancaneve. La brutta vecchia e orribile strega rappresenta, per il mondo femminile, il lato negativo dell’invecchiamento, e per il mondo maschile esiste la figura dell’orco, il mostruoso essere solitario, taciturno e scontroso pronto a mangiare i bambini. Se credete che le favole sono solo favole e non rappresentano niente, vi consiglio di leggere un bellissimo libro di Bruno Bettelheim, "fiabe il mondo incantato" ( Bruno Bettelheim, Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Feltrinelli 2013) e vedrete che non è così. Se la favola piace tanto nonostante le assurdità logiche evidentemente possiede qualità rilevanti che le persone percepiscono a livello inconscio.
L’autore dice che 4 sono i momenti del ciclo vitale di un individuo (l’infanzia, l’adolescenza, la maturità e la vecchiaia), ognuno di questi ha i suoi momenti di crisi e di sofferenza.
Nel libro non se ne parla ma l’adolescenza è un periodo di crisi per la persona, è finito il momento protettivo genitoriale, ci si scopre con un corpo che sta diventando grande e ci si vede un po’ goffi e maldestri. L’accettazione di questa trasformazione non è sempre così facile e moltissima letteratura ha già trattato questi argomenti e gli esiti alle volte devianti.
Beck si sofferma sul periodo tra i 40 e i 50 anni. È il momento della cosiddetta crisi di mezza età. L’individuo è messo di fronte alle occasioni mancate e alle perdite non più colmabili. La giovinezza, la vitalità e la bellezza non sono più quelle di prima. I figli alle volte, sono diventati grandi e vivono in autonomia. Negli uomini il rendimento professionale e la potenza sessuale diminuiscono. Invecchiando poi ci si vede soppiantati da persone più giovani e brillanti e nasce l’amarezza di vedersi messi da parte. L’elaborazione delle perdite non è sempre facile e nel caso si concluda positivamente dovrebbe portare a “nuove conquiste psichiche, come il senso dell’umorismo, la bontà, la saggezza, …….”.
Possono scattare in questo periodo atteggiamenti di difesa maniacale delle proprie qualità perdute, malumori depressivi, alcolismo, paure ipocondriache e purtroppo malattie fisiche.
Molti di noi saranno sorpresi dalla scoperta di persone che appena terminata l’età lavorativa improvvisamente si ammalano. Vanno in pensione, perdono il loro ruolo, la loro funzione e si ammalano. (Faccio notare come la parola “defunto” deriva dal latino e significa “senza funzione”). Arriva finalmente l’agognato momento della pensione, del gestire la propria vita al di fuori della costrizione lavorativa e si ammalano.
2 Il secondo punto che voglio segnalare in questo post è il collegamento tra handicap fisico e sviluppo di qualità compensatorie.
L’autore nello spiegare i vari tentativi di risolvere la sofferenza psichica riporta il pensiero di Niederland: le anomalie fisiche delle persone sono un’offesa narcisistica e la creatività e le opere artistiche costituiscono una compensazione per soddisfare le esigenze di affermazione dell’individuo. È lo stesso concetto espresso da Adler in uno dei suoi libri (Alfred Adler, Cosa la vita dovrebbe significare per voi, Newton Compton 1994 ) dove riportando la sua esperienza narra che essendo nato zoppo e non riuscendo a correre come gli altri bambini nei prati del suo paese, lui cominciò a correre nei prati della medicina e della psicologia. Secondo lui, se non ci fosse stato questo suo handicap non sarebbe mai diventato una persona importante nel suo settore. Il suo pensiero, inoltre, continua dicendo che sono le difficoltà nella vita a renderci migliori, sono loro i pungoli che ci fanno crescere. È un po’ il concetto sintetizzato che dice “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori”.
Vengono poi riportati i casi di personaggi famosi con difetti fisici: Kierkegard era storpio, Omero era cieco, Mosè faceva fatica a parlare, Victor Hugo era debole, malato e con una testa sproporzionata, Jean-Jacques Rousseau aveva problemi alla vescica, Socrate aveva un naso brutto. Se ci pensiamo anche noi possiamo aggiungere altre persone a questo elenco.
3 Un terzo punto da menzionare di questo libro riguarda l’interpretazione delle tossicodipendenze e delle perversioni. Secondo l’autore le perversioni, l’alcolismo etc hanno una funzione riparatoria del malessere psichico. Esse costituiscono una modalità “creativa” di risolvere i conflitti interni.
4 Parlando con un mio stimato collega della “malattia fisica come auto guarigione del disagio psichico”, egli mi ha segnalato una terapia riabilitativa per anziani con l’alzhaimer (validation Feil method). Chi conosce la malattia è a conoscenza della terribile situazione di degrado della persona, ebbene questo metodo fondato sull’empatia e la psicologia umanistica di Rogers riesce a capire e aiuta queste persone nelle loro difficoltà.
Il validation Feil method è una modalità di aiutare le persone molto anziane nello stato di disorientamento. Esse sono nella fase finale della loro vita e tentano di risolvere i problemi non finiti per morire in pace. Attraverso l’empatia e “l’ascolto attivo” riescono a capire lo stato della persona e ad aiutarla. Per spiegare meglio tale metodo inserisco dei video di youtube su tale tema, purtroppo sono solo in inglese ma si capisce lo stesso.
Per ultimo, nella ricerca dei video di spiegazione del Metodo validation Feil method ho trovato questo bello e pluripremiato cortometraggio che collegato ai temi trattati inserisco in questo post.
LA MALATTIA COME AUTOGUARIGIONE DAL DOLORE DELL’ANIMA, un libro di Dieter Beck Prima parte
11/3/2015

Pensavo fosse una delle tante pubblicazioni che riguardavano il collegamento tra mente e corpo ma non è stato così. Questo libro è qualcosa di più. Esso ci parla della malattia fisica come espressione e strumento di guarigione di un malessere psichico. Non è semplicemente un mero sfogo ma ne costituisce il rimedio. La malattia fisica certe volte (l’autore dice spesso) è il tentativo di riparare un’offesa psichica, serve a compensare una perdita o a risolvere un conflitto interno. In questa ottica la sofferenza non è inutile ma funge da “farmaco” di guarigione.
Moltissimi libri parlano della connessione mente-corpo ma nessuno di quelli che ho letto vedono la malattia fisica come medicina e rimedio alle difficoltà della psiche.
Cercando di spiegarmi meglio ricorro a questa analogia:
Come la malattia si esprime con la febbre, rendendo il corpo dell’ammalato inospitale per il virus o il batterio, al fine di portare una guarigione così il malessere psichico, le sconfitte della vita e le ferite al proprio io interiore, si traducono alle volte in malattie corporee che portano all’individuo una temporanea limitazione al fine di ristrutturare se stesso e proseguire nel cammino della vita.
Però come alle volte la febbre e la malattia fisica può portare a esiti nefasti così anche il disagio psichico manifestatosi in una malattia corporea può portare a un finale negativo.
Non sempre questo processo conduce a guarigione.
Alle volte si combatte la malattia ritenendola di origine organica e ci si accorge che è il sintomo di un malessere psichico. Non ne è la causa e quindi ci si prodiga vanamente. Se questa tesi (dice l’autore) si manifestasse fondata avremmo un modo nuovo di considerare la malattia e la sofferenza. A questo punto non andrebbe più debellata ma lasciata al suo decorso in maniera che possa essere portatrice di riparazione.
L’autore basa le sue tesi sulla teoria psicoanalitica freudiana e sui successivi apporti di Kohut, Kernberg e altri psicologi (Kohut, Narcisismo e analisi del Sé,Boringhieri, Torino 1977; O, F, Kemberg, Sìndromi marginali e narcisismo patologico, Boringhieri, Torino 1978).
Dice Freud in un passo citato nel libro: “ammalarsi è la soluzione economicamente più facile di un conflitto psichico, anche se risulta chiara in seguito l’inadeguatezza”.
Per l’autore sono quattro le casistiche che vedono la malattia fisica come strumento della psiche per guarire dai suoi malanni.
- LA MALATTÌA SOMATICA COME AMPLIAMENTO EMOTIVO DELL’IO.
La malattia funge da cassa di risonanza del disagio interiore e attraverso il corpo e le sue sensazioni può avvenire una rinascita psichica avvertita in modo liberatorio e benefico. - LA MALATTIA CORPOREA COME ELABORAZIONE DI UNA PERDITA ( CHE PUÒ ESSERE REALE O IMMAGINARIA).
È una forma di cordoglio, un po’ come l’abbigliamento vedovile tempo fa costituiva una necessaria modalità attuata dagli uomini per dare tempo alla persona di elaborare il lutto. Se qualcuno conosce la storia del dottor Hammer, del suo tumore e del conseguente pensiero terapeutico sviluppatosi, lo può inserire in questo contesto (https://it.wikipedia.org/wiki/Ryke_Geerd_Hamer). - LA MALATTIA CORPOREA COME ESPIAZIONE (OVVERO LA MALATTIA COME PUNIZIONE PER IL MALE COMMESSO).
Esempi sono le persone che compiono un’azione per essere puniti. Dopo la punizione la persona si sente di nuovo bene. Gli atti di penitenza e i riti di purificazione nelle religioni servono a “riparare” l’individuo. I riti di purificazione presenti in tante religioni sono inseribili in questo contesto.
Dice l’autore che molte volte le pazienti incalzano i medici per essere operate come esigenza inconscia di espiazione, e seguendo la legge del taglione che prevede un pari indennizzo vengono sacrificati gli organi che rappresentano la femminilità (utero, ovaie, appendice, cistifelea). Lo devono fare per esaudire un super-io troppo severo ma nonostante tale sacrificio il 50% ne esce dopo l’asportazione in special modo dell’utero, con una depressione. - LA MALATTIA SOMATICA COME RIPARAZIONE NARCISISTICA PER RIPARARE IL SÉ FERITO.
Per dirla in breve la ”malattia somatica porta a una regressione al servizio dell’io”, che serve a recuperare energie e riattivare precedenti soluzioni psichiche. In questo periodo il Sé ferito tenta una ristrutturazione del suo modo di percepirsi.
Dice L’autore che diversi psichiatri hanno osservato una regressione o una guarigione da crisi schizofrenica o depressione endogena con l’insorgere di malattie come l’asma bronchiale o la colite ulcerosa. Le difficoltà fisiche prendono il posto delle malattie psichiche.
Siamo soliti pensare alla malattia come un attacco da fattori esterni e molto meno riteniamo che lo stato psicologico influenzi la salute. Ma soprattutto di fronte alla malattia psichica si pensa che la guarigione possa arrivare dalla terapia psicologica, dal parlare, dal trovare un “senso alle cose”.
L’autore invece ci dice che la malattia psichica trova alle volte soluzione in una sofferenza fisica. Una tale tesi mi interroga e mi scandalizza.
Esagerando con tale idea si potrebbe dire che una soluzione per una malattia psichica o un malessere dell’animo sarebbe la prescrizione di una malattia fisica. Mi viene in mente il proverbio che ho sempre odiato “quando il corpo se frusta l’anima se giusta”, il cui significato sembra essere: quando il corpo viene trattato male lo stato d’animo della persona si aggiusta.
Penso che la stragrande maggioranza delle persone cerchi di evitare la sofferenza in tutti i modi, invece in questo libro se ne intravede una utilità, cosa pensare?
Le argomentazioni portate dall’autore e le citazioni rendono difficile una confutazione della tesi del libro.
Le implicazioni sottese lasciano la porta aperta per la comprensione di comportamenti masochistici e altri comportamenti devianti. Che dire?
Saluti G. M.
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- Pensare che naturale sia equivalente a salubre non è molto giusto.
I vegetali producono una serie enorme di “pesticidi naturali” per difendersi da funghi, insetti e altro. Si è calcolato che ingeriamo attraverso i vegetali consumati una dose diecimila volte più alta di queste sostanze prodotte dalle piante rispetto ai pesticidi sintetici. Siamo a conoscenza che certe molecole, prodotte dalla natura sono estremamente pericolose. Diverse di queste sostanze, dagli studi fatti, sono cancerogene. L’uomo come tutte le altre specie viventi si è adattato all’ambiente, ha saputo tollerarle, e per questo ha continuato ad esistere.
Anche se ci siamo adattati, però, “diverse sostanze” prodotte dalla natura rimangono estremamente pericolose. - I preparati omeopatici hanno gli stessi risultati dei farmaci placebo.
Si sa per certo che i farmaci cosiddetti placebo (cioè senza principi attivi) hanno una percentuale di efficacia. Secondo l’autore del libro “negli studi di qualità, controllati nei minimi particolari ……, le pillole omeopatiche risultano equivalenti ai placebo”.
Anche i seguenti libri
- Garattini Silvio, Acqua fresca? Tutto quello che bisogna sapere sull'omeopatia, Sironi 2015 (per una breve presentazione si veda il seguente link)
- Salvo Di Grazia - Salute e bugie, Come difendersi da farmaci inutili, cure fasulle e ciarlatani, Chiarelettere 2014 (per una breve presentazione si veda il seguente link)
la pensano allo stesso modo e ci informano sul fatto che non ci sono attualmente prove scientifiche capaci di dimostrare la validità dell'approccio omeopatico. In base alle sperimentazioni per verificare l'efficacia del trattamento omeopatico si è visto che la percentuale di guarigione è quanto quella di un farmaco placebo (farmaci senza principio attivo che agiscono per effetto suggestivo).
In questa situazione, molte persone comuni si affidano alla pragmatica frase “di sicuro male non fanno”, mentre sappiamo che i farmaci allopatici chi più e chi meno presentano sempre rischi e controindicazioni. Questa idea è giusta solo nel caso di malattie leggere, mentre nel caso di situazioni severe si rischia di mettere gravemente a repentaglio la salute mancando di ricorrere a soluzioni migliori. - Non ci sono più le banane di una volta.
Nella prima parte del precedente secolo la banana più commercializzata era la “Gros Michel” ma subì un attacco fungineo che la fece scomparire dal mercato. Essa fu sostituita con la Cavendish una varietà con caratteristiche simili a quella precedente.
Le banane selvatiche sono immangiabili, mentre quelle commestibili sono poche varietà poiché sono piante sterili (geneticamente sono triploidi). La banana è estremamente delicata, è classificata come un erba (gigantesca) e non un frutto; dalla sua produzione trovano sostentamento e dipendono milioni di persone. Le piantagioni si diffondono ripiantando un tralcio alla base del fusto. Ebbene ogni anno per produrre la Cavendish, gli agricoltori sono costretti ad usare una notevole quantità di fungicidi, con dei probabili rischi alla salute umana.
Se dovesse succedere il fatto successo alla Gros Michel a questa varietà commerciale o alle altre meno conosciute ma fonte di sussistenza, per molte persone sarebbe una vera e propria tragedia. Dice l’autore che, se si riuscisse a creare delle piante, tramite il metodo Ogm o con altre tecniche, resistenti agli attacchi funginei, metteremmo al sicuro la vita di tantissime persone. - Il glutammato monosodico è un sale dell’acido glutammico. Tale acido è uno degli amminoacidi più abbondanti in natura e lo si può trovare libero in molti alimenti, come il latte, i pomodori e i funghi.
Fino agli inizi del ‘900 si credeva che i sapori fondamentali fossero quattro: dolce, salato, aspro e amaro. Un chimico giapponese cercando di capire il sapore di una tipica zuppa scoprì che era dovuto al glutammato e decisi di dargli il nome di “umami” che tradotto da noi sarebbe “sapido”. Come si legge già dal titolo sopra, questo sapore che molti credono inventato dalla chimica , è in realtà un gusto presente moltissimo in natura. Fa male?Tutto fa male se preso in eccesso. Anche il sale fa male se ne mettiamo troppo nei nostri piatti e così per tante altre cose.
L’acido glutammico è un amminoacido non essenziale, cioè il nostro corpo lo sa produrre autonomamente, è di fondamentale importanza nel metabolismo delle nostre cellule e funge da neurotrasmettitore per il sistema nervoso.
Saluti Giuliano Mazzocco
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Giuliano Mazzocco
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