INCREDIBILI NOVITÀ E SVILUPPI riguardo DISTURBI NEUROLOGICI, MA ANCHE PERCORSI migliorativi DELLE PROPRIE CAPACITÀ MENTALI E ULTERIORI SCOPERTE DELL’INTERAZIONE TRA IL CORPO E LA MENTE. Seconda PARTE Norman Doidge, Le guarigioni del cervello. Le nuove strade della neuroplasticità: terapie rivoluzionarie che curano il nostro cervello, Ponte alle grazie 2015. Il secondo tema proposto da Norman Doidge è il seguente: “Come l’esercizio fisico aiuta a sconfiggere i disturbi degenerativi e a ritardare la demenza”. Un capitolo piuttosto esteso del libro racconta la storia di un uomo, che attraverso la consapevolezza corporea è riuscito a sostituire i movimenti mancanti derivanti dal Parkinson, con comandi consapevoli dell’individuo. Noi tutti abbiamo davanti agli occhi Giovanni Paolo II, la sua malattia e la lotta improba nell’affrontarla. Sicuramente sarà stato fatto di tutto e avrà fatto di tutto, ma nemmeno lui è riuscito a sfuggire all'inesorabile. Certe malattie sono quasi delle sentenze senza nessun appello. Ebbene un certo John Pepper, sarebbe stato fortunato e avrebbe trovato una parziale modalità di dribblare la malattia. Dopo aver raccontato la sua storia e il progressivo degrado delle abilità conseguenti al “Parkinson giovanile”, quest’uomo attraverso il fortunato incontro con un programma sportivo chiamato “Run/Walk for Life”,( si tratta di un percorso fisico incentrato sulla moderazione, tendente a sviluppare le capacità corporee, dando tempo ai muscoli di riposarsi fra una sessione e l’altra), prese sempre più consapevolezza del suo modo di camminare, cominciò ad essere attento, e sviluppò la capacità conscia di ordinare i movimenti giusti per il suo corpo. Con un approccio a piccoli passi e facendo gli esercizi un giorno si e un giorno no, cominciò a migliorare sensibilmente. Estese lo stesso metodo anche per altre azioni difficili da compiere correttamente, e cercò soluzioni alternative. Ad esempio si accorse che, se stringeva forte un bicchiere, faceva sparire il tremolio costante tipico del “Parkinson”. In seguito a questo processo sospese i farmaci a base di levodopa, il principale rimedio fino ad ora per affrontare la malattia. La soluzione quindi starebbe nell’usare una parte diversa del cervello, per controllare un’azione che veniva controllata in modo inconscio. Qui potete vedere la narrazione dello stesso Norman su John Pepper, ovviamente in inglese: Norman Doidge over John Pepper Certi medici, visti i risultati così sorprendenti, hanno messo in dubbio la diagnosi pronosticate della sua malattia. Non so dire nulla, mi sembra perfino troppo facile. Spero tanto possa essere vero. Esperimenti sui topi esposti al gene della malattia di Huntington, hanno evidenziato l’importanza dell’esercizio fisico nel ritardare lo sviluppo della patologia. A due gruppi di topi sono stati inoculati i geni della malattia, uno aveva possibilità di muoversi e correre sulla ruota mentre l’altro no. L’insorgenza dei sintomi patologici è stata molto più rapida in quest’ultimo. Il terzo tema proposto da Norman Doidge è il seguente:
"Usare la luce per risvegliare i circuiti neurali dormienti". La luce, secondo gli studi di questi ultimi anni, usata nelle frequenze giuste ed a bassa intensità sembrerebbe avere capacità guaritrici. Si tratta dei laser, essi stanno sempre di più prendendo piede per una molteplicità di usi. Ebbene, secondo quanto ho capito, i laser operanti nello spettro d’azione degli infrarossi e ripeto a bassa intensità (cioè inabili a bruciare la pelle), avrebbero la proprietà di trasmettere una energia capace di guarire, sfiammare e rigenerare alcuni tessuti del corpo. Secondo l’autore nel caso di acufene e tanti altri disturbi, permangono dei neuroni che spenta la sorgente attivante, continuano a funzionare trasmettendo un “rumore” di fondo fastidioso per la persona, è un fenomeno chiamato “cervello rumoroso”. Sarebbe una cosa simile alla luce dimenticata accesa in una stanza senza nessun scopo. Con questa tecnica gli interruttori sarebbero spenti, e l’individuo non più disturbato, troverebbe più energia per attivare nuovi circuiti neuroplastici. Un certo dottor F. Kahn da tempo sofferente di dolori alla spalla in seguito a un incidente sciistico, provò per caso nel 1986 un laser di fabbricazione russa fortunosamente acquistato da un chiropratico. Costui nel giro di cinque sedute guarì da un dolore perdurante da anni. A quel punto questo chirurgo rimase molto colpito da dedicarsi allo studio dei laser. Scoprì la presenza di tantissimi studi perlopiù di origine orientale (Russia, Cina; Tibet), affermanti le proprietà benefiche di alcune lunghezze d’onda dei laser a determinate intensità. Sarebbe proprio la precisione della lunghezza d’onda emanata dal laser ad essere benefica. “Scoprì che i trattamenti con laser a bassa intensità permettevano al corpo di utilizzare la propria energia e le proprie risorse cellulari per guarire da sé, senza effetti collaterali”. Riuscì a mettere a punto dei trattamenti per ferite che duravano aperte e infette da anni (infezioni da herpes, profonde ferite da incidenti automobilistici, ustioni, psoriasi ed eczemi devastanti), dove i rimedi tradizionali avevano fallito, a cui ormai i medici optavano per l’amputazione. Il libro narra tutta una serie di casi strabilianti ( che qui per brevità non riporto) tra cui la riduzione del 70% di placche amiloidi (malattia di Alzheimer) in topi da laboratorio. Ecco alcuni video esplicativi sulla questione: Meditech International | BioFlex Laser Therapy | MLS Laser Therapy for Healing Injuries & Pain Relief Deep Tissue | Laser Therapy || Sciatica | Pain Relief |Natural|HL4B LLLT Kahn News clips I commenti sono chiusi.
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Febbraio 2022
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