Sandro Botticelli (1445-1510), probabile ritratto di Simonetta Vespucci. https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sandro_Botticell_i_069.jpg Rielaborazione personale del file” Gesù e le donne” (link) scaricabile dal sito www.studibiblici.it Riprendendo il discorso del precedente post ecco altri aspetti che riguardano l’argomento.
Ecco, questa è stata la situazione storica in cui si è mosso Gesù e ci risulta allora chiaro ed evidente, nonché sorprendente , il suo comportamento nei confronti delle donne. Lui parla con loro, ha un loro seguito, le guarisce, si fa toccare e loro sono ai piedi della croce e sono le prime ad annunciare la resurrezione. Caro lettore a te lascio il compito di trarre le conclusioni. Nel caso tu voglia approfondire, è possibile aprire e scaricare il documento (link), e potrai vedere che le mie parole sono stati insufficienti per spiegare la mole di contenuti presenti nel testo. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Cena in casa di Simone il fariseo (Moretto) Author= RobyBS89 Rielaborazione personale del file” Gesù e le donne”
( link) scaricabile dal sito www.studibiblici.it Dopo la breve panoramica della legislazione italiana sull’emancipazione femminile effettuata nel post precedente, è interessante occuparsi dell’atteggiamento di Gesù e del suo rapporto con le donne. Per fare questo ci viene in aiuto il documento facilmente scaricabile citato qui sopra. Se la legislazione italiana pochi decenni fa era TANTO MASCHILISTA che cosa poteva succedere nei tempi passati? Come erano considerate le donne una volta? Due testi ci potrebbero aiutare, il primo più scorrevole e il secondo abbastanza impegnativo possono illustrare l’argomento:
La società ebraica al tempo di Gesù era tipicamente maschilista. Bastava che la donna parlasse per strada o andasse in giro da sola per essere ripudiata. Uno dei tabù più diffusi in assoluto nell’antichità sembra fosse quello del sangue. Anche la Bibbia nei primi libri prescriveva che la donna a motivo delle mestruazioni era impura e doveva rimanere in disparte. Erano prescrizioni legati al concetto di puro-impuro dove la malattia era considerata una punizione divina dovuta all’infrazione delle regole di purità. Una sorta di norme, per certi aspetti, di carattere igienico in un mondo dove non si conosceva l’origine delle malattie. Le donne sembra sopratutto a motivo della loro “impurità” avevano un minor accesso alla religione. A quanto detto da Alberto Maggi nel Talmud si arrivò ad insegnare è meglio che “le parole della Legge (cioè i primi libri della Bibbia) vengano distrutte piuttosto che cadano nelle mani di una donna”. Ebbene in questo contesto cosa fa Gesù? Gira con un codazzo di donne. Dice il vangelo: “C’erano con lui i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala …, Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni” (Lc 8,2). Robe da matti, lui il Messia gira con un gruppo di donne le quali tu non sai ma possono essere in stato di “impurità”. Sembra una cosa da poco ma in un periodo storico dove prendersi una malattia importante significava quasi una sentenza di morte, il binomio malattia-impurità era una cosa molto rilevante. Un pochino è come se uno ti mettesse nel rischio di contrarre l’AIDS al giorno d’oggi. Non credo che sarebbe tanto piacevole. Faccio questo paragone perché alle volte siamo portati a giudicare come stupidi, superstiziosi e idioti gli uomini del passato e invece noi del presente saremmo illuminati e saggi. Queste donne oltretutto erano state guarite da spiriti maligni e infermità, cioè avevano avuto dei vissuti difficili. Altri brani descritti e commentati nel file di Maggi : Lc 10, 38-42 (a casa di Marta e Maria; Gv 8, 1-11 (l’adultera); Lc 8, 43-48 (l’emorroissa); Mt 26, 6-13 (unzione a Betania); Lc 7, 36-50 (Gesù, il fariseo e la peccatrice); Mt, 20, 17-28 (annuncio passione; la madre dei figli di Zebedeo); Gv 4, 3-42 (la Samaritana). Tutti questi testi ci raccontano una modalità scandalosa per quel tempo di relazionarsi con le donne. L’episodio del fariseo Simone che invita Gesù a pranzo è memorabile. C’è un fariseo che interessato a Gesù lo invita a pranzo. È uno di quegli uomini patiti per la purità e le regole. Ha un mantello da usare in pubblico e uno da mettere in casa. Gira con un cubetto in testa e uno legato alla mano destra dove sono contenuti dei passi della Bibbia. Al giorno d’oggi la parola fariseo ha assunto una connotazione negativa ma al tempo di Gesù era una persona molto stimata. Ebbene, tutto è pronto e improvvisamente una donna peccatrice entra in casa sua e comincia a piangere e lavare i piedi di Gesù. Pazzesco! La donna visto che è peccatrice è impura, impuro è il pianto poiché ogni secrezione del corpo per gli ebrei era impura,e impuri sono i piedi. Proprio nella casa del fanatico della purità mentre si sta per mangiare capita una cosa del genere. È come dire che uno va di corpo nel posto dove sta mangiando o una cosa simile. Ma non basta, con i capelli asciuga i piedi. Paaaaazzesco, le donne in quel periodo erano già velate. I capelli erano considerati oggetto di seduzione; è quasi come se a Gesù fossero stati asciugati i piedi con il seno della donna. Intollerabile!! E Gesù? Niente. Simone quindi scandalizzato, si rivolge a Gesù ricordandogli che “specie” di donna era questa. Ma Gesù non la scaccia e nemmeno la condanna anzi riconosce in lei una persona che “ha molto amato”. Ci vuole poco per dare un’occhiata ai brani citati sopra e vedere come Gesù sia stato accogliente e assolutamente diverso da quella che era la mentalità del tempo. Come mai? Cosa ne pensi? Anche l’episodio dell’emorroissa è particolare. C’è una donna che ha un’emorragia costante e quindi è impura. L’antico testamento era molto severo per l’inosservanza delle regole di separazione di chi era in questo stato. Questa donna infrangendo tale regola tocca Gesù e lui invece di sgridarla la loda per la sua fede. Inammissibile per quel tempo!! Riassumendo, alla donna al tempo di Gesù (F. Pajer, Religione, Sei 2011):
Nel prossimo post verranno esposti altri aspetti assurdi e rivoltanti del passato. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY CACCIA ALLE STREGHE E RAFFREDDAMENTO CLIMATICO dovuto alla piccola era glaciale (1450-1900)9/26/2015
Behringer Wolfgang, Storia culturale del clima. Dall'era glaciale al riscaldamento globale, Bollati Boringhieri 2013 Christopher F. Black - Storia dell'Inquisizione in Italia. Tribunali, eretici, censura, Carrocci 2013 Il libro Behringer Wolfgang, Storia culturale del clima. Dall'era glaciale al riscaldamento globale, Bollati Boringhieri 2013 (citato in un precedente post) è particolarmente interessante quando descrive il cambiamento climatico durante quella fase che è chiamata la “piccola era glaciale” (1450-1900). La fase di raffreddamento portò anni piovosi, cattivi raccolti, e di conseguenza fame e malattie e tanti morti. Non è un caso dice l'autore che proprio in quegli anni nacquero le confraternite della buona morte, si vide il rifiorire "dell'ars moriendi” e le rappresentazioni di “danze della morte” ebbero un incremento. Particolari dell'oratorio di Gesù, Giuseppe e Maria della Compagnia della Morte, conosciuto come Cripta della Misericordia che si trova al di sotto del duomo di Colle val d'Elsa (Siena).
https://it.wikipedia.org/wiki/Cripta_della_Misericordia http://www.misecolle.it/storia Gli uomini del tempo cercando un capro espiatorio, addossarono la colpa delle calamità naturali a chi da tanto tempo si era esattamente preoccupato di garantire di solito l’opposto. Vale a dire che l’antico filone della religiosità popolare legato al ciclo delle stagioni infarcito di magico e superstizioso, e affondante le sue radici probabilmente nelle tradizioni religiose celtiche-neolitiche fu ritenuto responsabile delle sciagure. Quella religiosità popolare-superstiziosa che si occupava di diffondere la vita e la fertilità dei campi e della natura fu ritenuta per ironia della sorte, responsabile di fatture, malocchio e attività stregonesche. Dai libri citati risulta che fu per lo più il popolo a chiedere di intervenire per fermare l’attività delle streghe anche se non mancarono alcuni “zelanti” inquisitori, che sterminarono quante più povere donne poterono. Freddo intenso, gelate fuori stagione, grandinate, frane,carestie, piogge intense, moria di animali e uomini dovevano avere una causa e ci dovevano essere dei colpevoli. Si riteneva che i peccati e in particolar modo quelli sessuali scatenassero le punizioni divine attraverso i disordini naturali. Nonostante il cristianesimo parli di un Dio misericordioso, per una serie di ragioni troppo lunghe da spiegare si ritornò alla visione di un Dio sempre pronto a punire gli uomini per i troppi peccati che commetteva. Era un modo di vedere Dio che era molto simile allo Zeus greco che scaglia i fulmini contro l’umanità. Il quale poi rispecchiava una visione patriarcale dove il padre era responsabile delle punizioni dei figli. Oltre ai troppi peccati commessi, c’erano poi delle persone malvagie che con sortilegi e stregonerie varie provocavano disastri. Il popolo chiedeva di trovare i colpevoli ma “la persecuzione delle streghe trovò sempre degli avversari” e “gli ostacoli giuridici all’uccisione di persone indesiderate erano rilevanti”. I due libri sono concordi nel ritenere che il numero delle vittime sia stato intorno alle 50000 e non di più come viene riferito in altre pubblicazioni. Purtroppo sono tante lo stesso. Siamo di fronte a una follia collettiva come ce ne sono state purtroppo altre nella storia degli uomini. Perché non avvenne prima questa cosa visto che c’erano gli stessi presupposti religiosi e di interpretazione della realtà? Leggendo il libro Christopher F. Black - Storia dell'Inquisizione in Italia. Tribunali, eretici, censura, Carrocci 2013, scoprirete che erano considerati molto più gravi gli errori dottrinali che lo svolgere attività superstiziosa. Viene riferito che c’era una sostanziale ritrosia nel ritenere vere le descrizioni dei voli delle streghe e altri fatti prodigiosi, però comunque la storia ci consegna un numero di persone bruciate sul rogo per ragioni che adesso ci risultano assurde. Saluti G.M. Immagini dell'affresco inferiore dell'abside della chiesa di Pozzoveggiani a Padova ritraenti animali legati probabilmente a una simbologia di religiosità popolare che affonda le radici nel paganesimo. Sembra che un lungo filo di concezioni religiose analoghe, accomuni gli uomini dal neolitico fino ai giorni nostri ma non si esclude che anche il paleolitico superiore ne sia esente visto quello che ci dice l'antropologo Anati (Emmanuel Anati, Origini delle religioni, Atelier 2013) nel suo libro sulle origine delle religioni. Egli riferisce che lo sciamanesimo (pratica che mette in contatto il mondo dei viventi con il mondo degli spiriti) era già praticato 30000 anni fa. Secondo l'autore l'arte preistorica riproduce alle volte situazioni in cui "lo sciamano abbandona il proprio corpo e viaggia nel mondo degli spiriti". Questa lettura mi ha richiamato alla mente la credenza sul volo delle streghe e i supposti incontri con entità diaboliche durante il medioevo. Le streghe a loro volte mi hanno fatto venire in mente il fatto che probabilmente sono una distorsione del vecchio ruolo religioso femminile nelle civiltà celtiche. Un ruolo che era legato alla fecondità e alla generatività della natura. Concetti questi ultimi che possono essere ricollegati ad alcune concezioni new age. Che sia troppo azzardato supporre un legame religioso che attraversa varie epoche storiche? Vi presento alcuni pensieri di vari autori e poi fate le vostre conclusioni personali. Il primo autore è MariJa Gimbutas. Marjia Gimbutas (https://it.wikipedia.org/wiki/Marija_Gimbutas) è stata una grande antropologa e linguista Lituana del periodo neolitico. Lei propone l’idea religiosa della “grande dea”della vita, della morte e della rigenerazione che accomuna tutte le molteplici manifestazioni religiose del neolitico. Tale filone religioso sarebbe sopravvissuto come i fiumi carsici da quei tempi antichi fino ai nostri giorni. Per esempio la caccia alle streghe non sarebbe stato altro che una persecuzione verso le vecchie credenze pagane che affondavano le radici nel substrato religioso antico. È bene specificare che non tutti gli studiosi sono d’accordo con le sue tesi. In special modo l’asserzione secondo cui in questo periodo (neolitico), l’Europa avrebbe vissuto un momento pacifico, sembra piuttosto inverosimile e in contrasto con quello che la storia da sempre ci insegna sulla belligeranza degli esseri umani. Ci sono anche altri motivi in contrasto con il suo pensiero che qui per brevità non riporto. Alcune punti del suo libro (Marija Gimbutas, Le dee viventi, medusa edizioni 2005) ci fanno riflettere su questa idea di una continuità di tradizioni e concetti religiosi in Europa nel corso dei tempi.
Una rappresentazione della dea rana è la “Shela na gig” che ritroviamo addirittura rappresentata nella chiesa medioevale del 12° secolo di s. Mary and s. David a Kilpeck, Herefordshire, Inghilterra. L’immagine che si vede è molto esplicita e fa riferimento all’organo genitale femminile. Lo stupore deriva dal fatto che ci si domanda: cosa ci fa un’immagine simile in una chiesa cristiana? L’autrice sostiene che la "Sheela na gig" veniva incorporata e venerata nelle chiese medievali d'Irlanda e Inghilterra, con i suoi occhi rotondi e altri particolari, non è altro che l'antica dea-rana o dea-rospo, colei che presiede alla nascita e alla rigenerazione. 3. Secondo l’autrice i Lituani nomi di baubas e bauba rappresentanti una strega terribile o un mostro nei racconti popolari, sono i nomi della dea della morte e della rigenerazione prima che fossero trasformati in tempi successivi con connotazioni negative. 4. Sono state rinvenute in diversi siti archeologici ossa di defunti disarticolate segno di una inumazione avvenuta dopo un processo di scarnificazione. Ossia prima il corpo del defunto veniva esposto all’aperto, affinché gli uccelli rapaci ne mangiassero le carni e poi venivano seppellite le ossa. A tal riguardo attualmente una religione discendente dallo zoroastrismo che si chiama parsismo usa questo tipo di rito funerario. Essi espongono i cadaveri agli agenti atmosferici e ai volatili necrofagi su delle sommità chiamate le “ Torri del silenzio” e poi ne seppelliscono i resti dentro a dei pozzi. Potrebbero forse richiamarsi in qualche maniera alle pratiche neolitiche? 5. C’erano delle comunità di sacerdotesse le cui riunioni devono essersi diffuse per millenni nell’Europa antica. Questi raduni sembrano richiamare i temuti sabba del medioevo. Probabilmente quindi la caccia alle streghe fu una persecuzione nei confronti di chi praticava “i riti della dea” e conosceva erbe medicinali e altre tecniche di guarigione. Tale tesi viene sostenuta anche dal libro di R. Corbella M.Centini, la stregoneria in Insubria. Tradizione popolare, Inquisizione e riti pagani tra Lombardia e Piemonte, Macchione Editore 2010. L’insubria è quella zona molto estesa (http://www.terrainsubre.org/insubria.html) tra il Piemonte e la Lombardia, antica sede di una popolazione di origine celtica. 6. L’autrice sostiene a metà libro, che le religioni e le usanze degli antico europei si fusero con i nuovi arrivati avente origine indo europea. Le potenti dee ereditate dal neolitico si diffusero lungo tutta l’Europa; in vari modi sia con il folclore, con le tradizioni o con le superstizioni sono continuate a vivere lungo i secoli e fino al nostro tempo. Per questo intitola questo libro “le dee viventi”. Anche un altro autore J. Frazer nel suo libro del 1890 “il ramo d’oro”(J. Frazer, Il ramo d’oro. Studio sulla magia e la religione, Newton Compton 2014) (criticato da alcuni dal punto di vista metodologico) sebbene non usando le stesse parole insiste molto su concetti simili della Gimbutas ricorrendo alla spiegazione di queste espressioni religiose come riti legati al ciclo delle stagioni. Osiride, Demetra, Adone e Dionisio non sarebbero altro che le facce di un medesimo concetto religioso quello legato al ciclo stagionale di vita, morte e rinascita. Chi conosce la religione afrobrasiliana del Candomblè è a conoscenza che le divinità africane (orixa) sono state impiantate all’interno di un contesto culturale cristiano in cui vivevano gli schiavi facendole assumere i nomi e le fattezze di santi cristiani ma conservando i concetti originari. Quindi questo processo di incorporazione e trasmissione silenziosa di divinità e concetti religiosi non sarebbe presente solo nel mondo occidentale ma anche in altre parti. Per ultimo riporto una mia esperienza personale. Recentemente recandomi a Padova mi sono fermato a vedere l’oratorio di Pozzoveggiani dedicato a S. Michele Arcangelo. Si tratta di una chiesetta antichissima che ha subito diverse ristrutturazioni. All’inizio della sua storia in epoca romana era un tempio dedicato alla dea fortuna. Nella fascia inferiore dell’abside sotto la rappresentazione di dodici figure che ritraggono probabilmente i dodici apostoli sono rappresentate in affresco due scene (sec. XII e XIII). In una abbiamo dei cavalieri che combattono e nell’altra una caccia al pavone da parte di un leopardo e di una creatura metà uccello e metà uomo. Sono disegnati inoltre un fagiano che insieme al pavone possono rappresentare la vita eterna, poi una civetta e un gufo simboli di morte, un leone (potenza pericolosa), una sirena e un cinghiale (forze del male). Maria Silvia e Antonella Guzzon che hanno curato un valido opuscolo munito di bibliografia, spiegano che si tratta di un “bestiario legato per lo più alla simbologia dei luoghi di sepoltura”. Se andate al leggere il libro della Gimbutas noterete che tutti questi animali tranne il pavone e il fagiano sono presenti e legati ai rituali del neolitico. Non ho potuto non chiedermi: cosa ci fanno in una chiesa antica a Pozzoveggiani pavoni, fagiani, civette, gufi e altre bestie? Che siano le vecchie concezioni e tradizioni religiose che in qualche maniera sono emerse e hanno trovato espressione attraverso questi disegni? E adesso in questo momento queste credenze continuano a sopravvivere? R. Corbella e M.Centini nel libro citato sopra a pagina 66 riferiscono che l’avvento dell’espansione industriale nella zona milanese, lo sviluppo del dopoguerra, l’avvento della modernità impregnata di razionalismo, nonché il disuso del dialetto portò a sradicare l’ambito agricolo vitale in cui queste credenze e tradizioni di tipo ancestrale si trasmettevano, per cui queste tradizioni antichissime proprio ai giorni nostri non trovano più spazio per continuare ad esistere. Sembra che la nostra epoca riesca a fare quello che tanti secoli invasioni e persecuzioni non sono riusciti a fare. Così si potrebbe pensare che accada anche in altre parti d’Europa. I concetti della Gimbutas attualmente però hanno trovato posto all’interno della new age per cui sembra che questo movimento o “network” stia rispolverando le vecchie convinzioni ancestrali. Cosa pensare? Forse alcuni concetti fanno parte ormai di un inconscio collettivo come pensava Jung? La secolarizzazione in atto porterà a un abbandono della religione cristiana, all’ateismo o alla riedizione di vecchie religiosità già viste? Gli interrogativi rimangono aperti. L'affresco nella fascia inferiore dell'abside della chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo a Pozzoveggiani (Padova).
Alberto Maggi, Gesù e Belzebù. Satana e demòni nel vangelo di Marco, Cittadella 2009. Lucifero , come ho già spiegato, non ha il significato che gli è stato attribuito per molti secoli. La parola satana non c’è nei primi libri della bibbia e poi nel resto dell’antico testamento è quasi inesistente e sottolinea una funzione. Nel NT solo un passo ne parla come una entità, dicendo che il diavolo (traduzione greca della parola satana) come leone ruggente va in giro cercando chi divorare (1Pt 5,8). Per gli altri passi, come le tentazioni di Gesù nel deserto, si veda il libro di Alberto Maggi citato sopra. E i demoni , cosa sono queste robe (ricordo al lettore che diavolo e demoni sono cose distinte nella bibbia che poi il cristianesimo ha riunito insieme)? Particolare di una pittura raffigurante il giudizio finale nella chiesa di Santa Maria Maggiore, Ronda (Spagna) I demoni sono delle entità che secondo gli antichi risiedevano tra la terra e il cielo, potevano essere buoni (angeli) oppure cattivi. Avevano la capacità, vista la vicinanza alle nuvole, di prevedere il tempo atmosferico. Secondo il giudaismo, che riprende credenze del mondo mediorientale, c’erano sette cieli e nell’ultimo risiedeva Dio. Questi cieli erano abitati non solo dai demoni ma anche da altre entità di cui San Paolo in un passo ne parla come troni dominazioni, potestà ecc. (Col 1,16).
Tutto ciò che non si spiegava una volta veniva ritenuto azione dei demoni. Uno aveva l’epilessia, ciò era dovuto all’influsso del demonio “lunatico”. Un altro aveva mal di pancia, gli era entrato attraverso il cibo il demonio della dissenteria, ecc. Anche certi comportamenti stravaganti o certe posizioni di pensiero potevano essere ritenute causate da queste presenze. Addirittura anche durante il sonno poteva essere fatto oggetto della visita dei demoni “succubi” (di tipo femminile), o dei demoni “incubi” (di tipo maschile). Essi erano i responsabili dei nostri sogni agitati o di quelli a sfondo sessuale. Scrive così Alberto Maggi: << Oggi quando si fa un incubo, le cause si imputano generalmente a una cena troppo abbondante, a un periodo di particolare angoscia, a una vita troppo faticosa e snervante. Una volta, neanche tanti secoli fa, l'incubo si credeva venisse causato da un demònio. Infatti con il termine incubo (Dal latino in [sopra] e il verbo cubare [giacere]) si indicava Fauno(Fauno era conosciuto nella mitologia greca come Pan, il dio che si divertiva a terrorizzare i viandanti solitari nei boschi, e dal quale proviene il termine panico), divinità del mondo latino, che si metteva a giacere sopra le donne per spaventarle durante il sonno, o ci si riferiva a qualche inquieta anima di un defunto rimasto insepolto (Secondo Plinio, i Pitagorici non si cibano di fagioli perché contengono le anime dei morti [Hist. nat., 18,118]). Succube era invece il demònio femmina che la notte giaceva sotto l'uomo per unirsi a lui sessualmente e farsi così fecondare>>. <<Al di fuori del NT, nei primi scritti cristiani, con il termine demònio vengono indicate le passioni negative degli uomini. Più tardi Evagrio Pontico identificherà i demòni con i pensieri malvagi, cioè i vizi capitali, catalogando gli stessi in otto demòni, incaricati rispettivamente della gola, fornicazione, avarizia, tristezza, collera, accidia, vanagloria, superbia>>. Per l’interpretazione dei testi riguardanti la presenza dei demoni nel NT consiglio la lettura del testo. Tra le altre cose, è interessante notare come la figura del dio Pan raffigurato con corpo umano ma con gambe e testa caprine sia diventata una delle immagini più diffuse del demonio. Marija Gimbutas nel suo interessantissimo libro “le dee viventi” lascia intendere che le divinità del neolitico aventi come nocciolo teologico la “rigenerazione” non sono state eliminate ma, soppiantate dai nuovi culti, hanno cambiato connotazione (ad esempio forse probabilmente le divinità del neolitico rappresentanti la morte-passaggio poi potrebbero avere trovato una espressione in Lilith, demonio lussurioso e omicida i cui tratti contribuiranno a creare la figura della strega nel medioevo). Insomma, i culti antichi della fertilità legati al cambio delle stagioni ove l’esercizio del sesso era segno di vita e di divinità probabilmente con il passare del tempo hanno assunto significati negativi di eccessiva lussuria e degrado spirituale. Riguardo alla presenza dei demoni al giorno d’oggi, così come se ne parla nei libri dell’esorcista Padre Amorth, non so niente. Qualche libro l’ho letto e devo dire che fanno una certa impressione. Vengono narrati fatti e cose inspiegabili come il parlare in lingue diverse e la materializzazione di oggetti. Qualche cosa magari con la psicologia si potrebbe tentare di spiegare, ma altre cose no. Non so dire nulla. Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Queste immagini si trovano nel castello-palazzo ducale di Mantova Alberto Maggi, Gesù e Belzebù. Satana e demòni nel vangelo di Marco, Cittadella 2009. Fate una prova molto semplice. Se avete a disposizione una bibbia in formato elettronico con una buona traduzione, (per esempio: La Bibbia. Nuovissima versione dei testi originali, San Paolo edizioni), provate a cercare le parole diavolo e satana nel testo originario e vedrete con vostro stupore che nei primi cinque libri della bibbia (i testi più importanti per il mondo ebraico), di queste parole non c’è traccia. Come mai? Lo spiega molto bene il libro di Alberto Maggi citato sopra. Innanzitutto bisogna distinguere tra satana (la traduzione in greco della parola satana è diavolo) e demoni. Nel mondo ebraico sono due cose nettamente distinte che poi il cristianesimo ha unito insieme ma che originariamente erano cose differenti. La distinzione è importante perché ci consente di capire meglio i passi del Nuovo Testamento, per esempio la locuzione di Gesù a Pietro (“allontanati da me Satana” Mc 8,27-33). Secondo l’autore il satana trova l’origine dal mondo persiano: <<Troviamo nell’Antico Testamento “il satana” per indicare una funzione, quella dell’accusatore (pubblico ministero). Costui in tribunale ha il compito di denunciare e far risaltare tutte le colpe dell’accusato. Oltre al significato di accusatore, nella lingua ebraica il termine satana assume il significato più generale sia di avversario, sia di ostacolo. Questa figura del satana viene dal mondo persiano, del quale Israele fece parte per due secoli. Un funzionario, il cui titolo era «occhio del re», aveva il compito di sovrintendere e ispezionare tutto il regno per poi riferirne al re che, grazie al suo “occhio”, veniva a conoscenza del comportamento di tutti i suoi sottomessi, dai più alti funzionari agli infimi impiegati dell'amministrazione reale>>. Anche la stessa Bibbia delle edizioni san Paolo citata sopra, nello spiegare il libro di Giobbe a pag. 2524 scrive: “ Satana: nel testo ebraico è preceduto dall’articolo (cfr. Zc 3,1s), poiché viene considerato non quale nome personale, ma comune. Indica propriamente uno che si oppone a un altro per distoglierlo dal fare qualcosa o per accusarlo in giudizio”. Insomma, più che una entità si identificava una funzione, quella di chi si oppone e accusa. I demoni invece erano delle entità che secondo le idee di allora abitavano la zona tra la terra e le nuvole e potevano essere buoni (angeli) o cattivi. Essi erano responsabili di molte realtà che gli antichi non riuscivano a spiegare. Ritornando al discorso iniziale, cioè il fatto che non troviamo la parola Satana nei primi cinque libri della bibbia bisogna sapere che << nella maggior parte delle religioni antiche esiste una divinità, o un principio, del bene e uno del male. Nella Bibbia questa concezione del mondo è stata sempre rifiutata; nei testi più antichi, precedenti l'esilio babilonese (sec. VI a.C.), quando il concetto di diavolo era ancora inesistente, ciò che nelle religioni pagane viene attribuito alle potenze demoniache, viene riferito direttamente al Dio Yahvé, unico autore del bene e del male>>. <<Questo Dio, ritenuto unico responsabile del male esistente nel mondo, veniva presentato con tratti più diabolici che divini («Yahvé gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi», Dt 28,63), come una divinità crudele che non solo incute terrore, ma si vanta pure della sua ferocia:«Le mie frecce si ubriacheranno di sangue, del sangue degli uccisi e dei prigionieri; la mia spada si ciberà di carne fra le teste dei condottieri nemici!» (Dt 32,42; Sal 68,22)>> (Alberto Maggi, op.cit.).
Progressivamente la teologia si allontanò dall’idea di un Dio con caratteristiche negative fino ad arrivare a un Dio presentato da Gesù da chiamare papà. Il Dio dell’antico testamento era così diverso dal nuovo che un certo Marcione all’inizio del cristianesimo (dichiarato poi eretico) era convinto che si trattasse di un altro Dio contrapposto a quello del nuovo. Era così convinto che rifiutava i testi dell’antico testamento. Scrive un autore che consiglio caldamente di leggere (Ehrman Bart D., I cristianesimi perduti. Apocrifi, sette ed eretici nella battaglia per le sacre scritture, Carrocci 2005, pag. 133): << Come poteva lo stesso Dio essere responsabile di entrambe le cose? In altri termini, come poteva il Dio iracondo e vendicatore degli Ebrei essere il Dio amoroso e clemente di Gesù? Marcione affermava che questi attributi non potevano appartenere a un solo Dio, essendo in contrasto tra di loro: odio e amore, vendetta e pietà, giudizio e grazia. Ne concluse che in realtà dovevano esserci due Dèi: il Dio degli ebrei, che si trova nel Vecchio Testamento, e il Dio di Gesù, che si trova negli scritti di Paolo>>. In breve: il motivo per cui nei primi libri della bibbia non troviamo satana è che non c'era bisogno poichè Dio veniva presentato anche con attributi negativi. Riguardo al racconto in cui si narra di Adamo ed Eva, provate a cercare accuratamente ma vedrete che non trovate menzione ne di diavolo ne di satana e ne di demonio. Fu infatti a partire da Sant’Ireneo che si identificò il diavolo con il serpente (https://books.google.it/books?id=B1oVYBrXJWUC&pg=PA56&lpg=PA56&dq=ireneo+e+diavolo+e+serpente&source=bl&ots=HWvPbR4EUc&sig=E6l3BBsTkcYZHSB3UYvXowONaE8&hl=it&sa=X&ved=0CCEQ6AEwAGoVChMIwI3q_-mMxwIVxIosCh22Xwf6#v=onepage&q=ireneo%20e%20diavolo%20e%20serpente&f=false). Per ultimo anche se non c’entra con l’argomento verificate da voi che nel racconto di Adamo ed Eva non si parla di mela ma di frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. Probabilmente gli artisti non sapendo come raffigurare questo frutto ricorsero alla mela. Se vi leggerete il libro dello psicanalista Bettelheim (Bruno Bettelheim, Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Feltrinelli 2013) forse potrete farvi un’idea del perché hanno scelto questo frutto. Resterà comunque sempre una sua interpretazione. Saluti Giuliano Mazzocco Un libro sorprendente che fa chiarezza nel mare di parole che si trovano in giro sull’argomento di satana e demoni è questo: Alberto Maggi, Gesù e Belzebù. Satana e demòni nel vangelo di Marco, Cittadella 2009. All’inizio del libro, prima di affrontare nello specifico l’interpretazione dei brani sui demoni presente nel vangelo di Marco, l’autore fa una dissertazione molto precisa su satana e demoni nella bibbia e nel mondo giudaico. Una della cose più interessanti riguarda il nome di lucifero. Inizialmente nella chiesa e fino al quarto secolo, il nome di lucifero non era associato al principe dei demoni e molti cristiani si facevano chiamare Lucifero e Lucifera, addirittura esiste un santo con questo nome. Esso si chiama san Lucifero vescovo di Cagliari ( se non ci credete aprite Wikipedia al seguente link: https://it.wikipedia.org/wiki/Lucifero_di_Cagliari ). Era un bel nome il cui significato è “portatore di luce”. Laguna del "Lusenzo" Chioggia (Ve). Poi, una errata traduzione da parte di san Gerolamo autore della traduzione della bibbia in latino chiamata “Vulgata”,di un passo del profeta Isaia, che parlava della “stella del mattino” (uno dei significati della parola lucifero), scambiò il significato “splende” con “urla” facendo identificare con questo nome quell’angelo decaduto di cui si parla nel libro dei Vigilanti (un libro apocrifo, non considerato valido dall’elenco di libri della bibbia deciso nei primi tempi della chiesa). Ebbene, è sorprendente come la gente in genere riguardo alle cose di religione sia piuttosto ignorante ma intorno a questa storia dell’angelo decaduto moltissimi sanno. Una leggenda che fa parte di un libro non riconosciuto dalla chiesa è diventata conosciutissima, perché? Quello che sorprende, inoltre, è che alla volte diversi preti citano questo argomento evidentemente non conoscendo le scritture poiché nella bibbia tale cosa non si trova. Quando ci fu questa interpretazione la parola lucifero cadde in disuso e più nessuno pensò di chiamare il proprio bambino “lucifero”. Quindi mi dispiace ma a quanto pare il nome di lucifero non ha il significato che gli è stato attribuito per molti secoli. Questa immagine si trova a Ronda (Spagna) nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY |
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