Libro di riferimento: Leonardo Tondo, Qualcuno ce l’ha con me: Dal pregiudizio alla paranoia, Baldini Castoldi, 2017. Cos’è la paranoia? “Per paranoia si intende una psicosi caratterizzata da un delirio cronico, basato su un sistema di convinzioni, principalmente a tema persecutorio, non corrispondenti alla realtà” (questo è l’incipit di wikipedia sull’argomento ma si consiglia di leggere tutto l’articolo). Per l'immagine si ringrazia Fkickr: LINK Qualcuno ce l’ha con me: un alieno, la Cia, la mafia o forse quella persona che ho visto in treno due mesi fa. “Come si chiama?” “Non lo so.” “Dove abita?” ”Abita a Milano.” “Ma è distante 200 km da qui, come fa a disturbarti?” “ Lui ha i superpoteri”. “Ora sono convinta che "qualcuno", non so se chiamarlo "Dio" (mi ritengo agnostica però..), il "destino", il "fato"... ce l'abbiano con me. Ho costantemente la sensazione che questo "qualcuno", dall'alto, abbia già deciso per me. Ecco...già deciso per me. E qualcuno non vuole che io stia tranquilla, non vuole che io faccia cose semplici e soddisfacenti. Qualcuno vuole in sostanza, farmi morire.” In questo interessante libro si parla del delirio, dapprima tracciandone una cronologia e poi descrivendo le declinazioni quotidiane che causano l’infelicità di chi la vive e di chi la subisce. Alle volte si pensa che il la persona che delira sia uno che ha un modo alternativo di pensare, a cui la società in un certo qual senso limiterebbe la libertà. In realtà e tutto il contrario. Il delirio è una espressione di mancanza di libertà . “La persona non può non delirare e non può pensare diversamente”. Il pensiero del delirante è sostanzialmente saturo, incapace di essere aperto alla conoscenza e ai dubbi. Nel libro ho trovato le biografie di alcuni persone più o meno conosciute. -David Lazzaretti, considerato il Cristo dell’Amiata, era un mistico visionario (Link) ucciso dai carabinieri durante una processione in preparazione dell’imminente instaurazione di un regno dello spirito. - Anders Behring Breivik (1979-) terrorista norvegese è stato responsabile di un omicidio di massa nel luglio del 2011. - John Eleuthère du Pont (1938-2010) figlio di una ricchissima famiglia americana, dal comportamento eccentrico, uccise in presa a delirio persecutorio una persona. -Iosif Vissarionovicˇ Džugašvili (1878-1953), dittatore dell’Unione Sovietica, noto con il nome di Stalin. Figlio di un alcolista, non potè partecipare alla prima guerra mondiale a causa di menomazione a un braccio, di bassa statura, era di una freddezza impressionante, umiliò talmente tanto la sua seconda moglie fino a spingerla al suicidio, irrise il tentativo di suicidio di suo figlio Jakov dicendo che non era capace neanche di uccidersi e chiamava sua mamma, “quella vecchia puttana”. Quando viaggiava in treno, per paura di complotti, ne faceva partire 5, di cui quattro con suoi sosia. Fece un solo volo aereo, verso Teheran e si fece scortare da 27 caccia. Dal 1930 al 1938 ordinò le famose purghe staliniane che miravano ad uccidere qualsiasi potesse, anche minimamente, insidiare il suo potere. Sterminò addirittura i comandi militari arrivando a ridosso della seconda guerra mondiale con la mancanza di ufficiali nel suo esercito. Diventò sempre più paranoico e megalomane facendosi chiamare con titoli altisonanti quale “Genio brillante dell’umanità”. Il suo potere causò la morte di 50-60 milioni di persone. “L’uccidere gli dava un senso di potere, tanto che si vociferava si facesse descrivere i particolari della morte delle persone importanti, trovandoli molto divertenti.” “Fa profondamente riflettere che le uccisioni di decine di milioni di russi siano passate del tutto in secondo piano rispetto all’olocausto ebraico, considerato anche che Stalin aveva preceduto di anni lo stesso Hitler con deportazioni e stermini.” -Wilhelm Reich, esponente molto famoso della psicanalisi e dalle teorie fantasiose come quella “dell’orgone”. - Franziska Schanzkowska sostenne fino alla sua morte di essere Anastasia Nikolaevna Romanova, l’ultima figlia dello zar di Russia, ma venne sconfessata dall’esame del Dna. Anche in Italia ci difendiamo bene. Paolo Albani (LINK) ha raccolto le biografie di 70 “mattoidi italiani” suddividendoli per tipologia: astronomi, fisici, scienziati, linguisti, filosofi, trasmettitori del pensiero, profeti, ideatori di nuove religioni, psicologi … Per ultimo sull’argomento segnalo un piccolo video di un medico che riporta alcune malattie mentali : Link Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Potrà sembrare strano ma è possibile prevedere il 90% degli eventi futuri, senza rivolgersi a una chiromante o a qualche fattucchiera. Potrebbe sembrare assurda un’affermazione del genere, ma “purtroppo” è vera.
L’applicazione del metodo matematico noto come “teoria dei giochi” permette di ottenere questi risultati, non solo in qualche campo ma sostanzialmente in tutti. È quanto sostenuto dal libro: Bruce Bueno De Mesquita, L'uomo del destino, il mio metodo matematico per predire il futuro, Rizzoli 2011. Purtroppo la lettura, genera in un lettore idealista, propenso a pensare il genere umano rivolto ad evitare il male e scegliere il bene, una considerevole amarezza. L’autore docente di teoria politica alla NYU e consulente della CIA in questo libro spiega, come applicando “la teoria dei giochi”, sia possibile fare previsioni piuttosto accurate circa gli esiti futuri. Cominciando ad analizzare tutti gli attori di una determinata situazione ed assegnando in base a dei calcoli statistici una percentuale di forza, è possibile ottenere sostanzialmente delle previsioni abbastanza approssimate sugli sviluppi futuri. Il presupposto di base all’origine di tutto è sostanzialmente un approccio utilitaristico, il quale, detto in maniera semplice, significa che gli uomini tendono a fare i propri interessi. Il libro passa in rassegna alla luce di questa teoria una serie di fatti storici dove dimostra la sua tesi, come nel caso di Cristoforo Colombo, dell’ascesa di Khomeini, di piazza Tienanmen e di tanto altro. Quando ho letto questo libro, Kim Jong Sun inquietava la popolazione mondiale con minacce nucleari. L’autore sosteneva che per quanto si sia dispotici non si rimane al governo senza abilità, che prevedono una catena di comando ben oliata. Contrariamente a quanto alle volte certa gente diceva, in maniera sbrigativa, definendolo “matto”, l’autore sosteneva che le sue minacce erano una strategia voluta per ottenere dei finanziamenti alla sua nazione, cosa che poi con accordi con il presidente Trump è effettivamente avvenuto. Purtroppo ho dovuto dargli ragione, le sue previsioni erano giuste. Sostanzialmente (anche se non molto esplicitato ) il processo di previsione si articola così:
Per esempio in una situazione in cui vi sono due forti contendenti, supponendo che tutti i soggetti coinvolti tendono a pensare ai propri scopi, potrebbe succedere che entrambe le forze dei contendenti si annullino, fino a favorire un terzo soggetto che nessuno avrebbe pensato avere una chance. E' un libro che fa riflettere anche se lascia una certa amarezza. L’autore inquadrando i vari fatti all’interno della teoria dei giochi, perviene alla definizione di una umanità incline a pensare solo ai propri interessi e perciò tendenzialmente emerge una visione pessimistica. Se ne consiglia la lettura. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Libro di riferimento: Martin LIndstrom,Small data. I piccoli indizi che svelano i grandi trend. Capire i desideri nascosti dei tuoi clienti, Hoepli 2016.
Film consigliato: The place Dice il libro che il livello di felicità di una nazione diminuisce in proporzione diretta con il livello di trasparenza. Più la gente sa e conosce e più aumenta il senso di inferiorità e conseguentemente il sentimento di insoddisfazione di se stessi. Internet fa confrontare le persone di tutto il mondo ed esso è implacabile e disarmante. La gente non regge il confronto. Una volta, inoltre, c’era un oblio naturale dei ricordi e chi aveva alle spalle una cattiva reputazione poteva in qualche modo ripartire da zero, oggi non è più così, tutto viene ricordato, tutto è filmato. Lindstrom riferisce che in Russia e Cina dove i media sono controllati , la popolazione non è esposta alle idee di perfezione che fomentano aspettative irrealizzabili di felicità. Quasi tutti gli occidentali che visitano i paesi del terzo mondo ritornano con l’impressione che loro sono più felici di noi. In realtà essi non si sentono più felici o meno felici, ma semplicemente sentono di vivere la loro vita. Il diritto alla felicità secondo l’autore non è un’aspirazione innata nell’uomo, anche se moltissimi autori e filosofi hanno riflettuto su questo tema, bensì un esito dell’illuminismo. Prima di questo l’occidente era pervaso da una certa austerità e poi questa corrente intellettuale ha trasmesso l’idea che era legittimo sottrarsi all’infelicità e alla sventura. Purtroppo però succede che le persone non si sentono mai arrivate e “l’asticella” viene spostata sempre più in alto, tanto che ci si sente sostanzialmente infelici. Negli Usa la felicità è un obbligo e perciò in modo paradossale ci si condanna al contrario. Un sondaggio Gallup che chiedeva alle persone se il giorno prima avessero riso, abbracciato o altre esperienze positive, fece risultare in alto molti paesi dell’America latina e in posti molto inferiori paesi occidentali con un tenore di vita molto elevato come i paesi scandinavi. L’autore continua il suo discorso, dicendo che ogni cultura è consolidata intorno a certe idee che inevitabilmente ne negano altre ma di cui la gente in qualche modo ne sente la mancanza. I desideri negati, anche moralmente riprovevoli, portano al “politicamente corretto, ma sotto la cenere del perbenismo covano le braci dell’inespresso. Nei diversi paesi che visita l’autore si è accorto che i comici sono pagati e fanno ridere proprio intorno agli argomenti che una società considera taboo. Essi sono seguiti perché riescono a dire quello che gli altri si vergognano di dire. Da una parte si cerca quello che si ritiene giusto e dall’altra di nascosto si sente di avere pensieri totalmente contrari, anche detestabili. Deve stupire il fatto che nel 2014 il regalo di natale più venduto negli Usa fu “Cards Against Humanity”. Era un gioco da tavola definito deprecabile dallo stesso sito ufficiale, con temi come “Auschwitz”, “il testicolo mancante di Lance Amstrong”, “l’invidia del pene”, “fregarsene del terzo mondo” e altri temi odiosi. Nella civiltà occidentale questa è un epoca di uniformità, e di solipsismo diffuso. La gente cerca nei centri commerciali e negli oggetti da comprare la risposta alla loro infelicità e facendo così vede le stesse cose in tutti i posti. Girate un po’ dappertutto e vedrete la gente sui centri commerciali tutti pressoché uguali, a spingere i soliti carrelli, per prendere le solite robe, nelle catene dei negozi con i soliti marchi. Quando le cose sono tutte uguali la vita diventa tediosa. Paulo Coelho ha scritto: “Se pensi che l’avventura sia pericolosa, prova la routine. È letale.” Nel nome della felicità per tutti si è perso il senso di comunità e l’individuo non si sente parte di un gruppo o di un entità sociale ma ricerca disperatamente di accontentare se stesso. Siamo come Narciso tutti intenti a guardarci addosso e … l’epilogo della sua storia lo sapete. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Un autore e un libro di saggistica tra i più belli che ho letto in questi anni: Martin LIndstrom,Small data. I piccoli indizi che svelano i grandi trend. Capire i desideri nascosti dei tuoi clienti, Hoepli 2016. Video: link e tanti altri sul web. Small data, ovvero l’importanza dei piccoli indizi per scoprire che cosa sta veramente a cuore alle persone. Un libro per tutti, commercianti, politici, insegnanti, dirigenti scolastici, preti e chiunque voglia conoscere e capire la gente e in ultima analisi se stesso. A dodici anni una malattia lo pose in uno stato di isolamento per mesi senza potersi muovere, durante questo periodo per passare il tempo imparò ad essere attento ad ogni minimo dettaglio della vita di ospedale, chiedendosi il perché di certi rumori, andature di persone, timbro di voce, modo di reggere le cose e tanto altro. Quando uscì dall’ospedale ebbe il senso che nessuno mai avesse compreso gli esseri umani meglio di lui. Perché il paziente tal dei tali rovescia sempre il bicchiere dopo avere bevuto, perché l’infermiera oggi parla con voce roca? Compiva centinaia di osservazioni tutto il giorno, che poi archiviava nella sua mente, e a cui poi successivamente cercava di dargli un senso. E di cose ne ha scoperto davvero tante, tanto da cambiare le sorti di aziende che erano in via di fallimento. Agli inizi degli anni ’90 la Lego era in crisi e stava meditando di semplificare le sue costruzioni, fu il suggerimento di Lindstrom che la portò a imboccare una strada diametralmente opposta. Dall’attenzione posta sul comportamento di un ragazzino appassionato di skateboard arrivò alla conclusione che le costruzioni dovevano diventare una sfida, dovevano essere difficili, tanto da far stupire le persone una volta realizzate; dovevano diventare un orgoglio e una conferma di essere validi, perché ciò di cui avevano bisogno gli utenti era quella di consolidare la propria autostima, la propria reputazione. La Lego si risollevò arrivando addirittura a superare il fatturato della Mattel, uno dei colossi nella produzione di giocattoli. Per quanto insignificante possa apparire un dettaglio molte volte nasconde un significato. Le domande che Martin costantemente si fa sono: A cosa aspira la gente? Come si formano i gruppi di persone? Cosa distingue una cultura dall’altra? Quali desideri profondi vengono negati in un determinato contesto sociale e che cosa potrebbe fungere da surrogato? I piccoli dettagli (small data) si possono trovare dentro a un cestino, in un armadietto, in un album fotografico, nelle cose insignificanti della vita di tutti i giorni, anche nella posizione di un rotolo di carta igienica, per assurdo. L’unione di più dettagli insignificanti insieme a idee e osservazioni provenienti da tutto il mondo danno vita alle fondamenta di un futuro brand o business. Lui è alla ricerca del “desiderio” delle persone, quella cosa che, in qualche modo quella cultura o quel posto reprime. Il desiderio è un a tensione irrisolta che motiva il comportamento delle persone anche in modo inconsapevole. Il desiderio si manifesta centinaia di volte al giorno, in moltissimi modi. Può essere desiderio sessuale, fame di cibo, voglia di trasgressione, desiderio di rivaleggiare oppure di sentirsi parte di un gruppo e tante altre forme. In nome del desiderio ogni giorno facciamo una serie enorme di azioni, ci rasiamo, ci vestiamo in un certo modo, spendiamo, ci indebitiamo, rischiamo o ci facciamo del male. In tutto il mondo, ogni cultura ha i suoi desideri e le vie di fuga. I brasiliani vanno in spiaggia, gli americani al centro commerciale, gli inglesi alle partite di calcio. Se siete in Arabia Saudita la fuga può essere in Oman. Se siete in Oman volete andare a Dubai. Se siete a Dubai vorreste essere a Londra. Londra sogna l’Andalusia o la Costa Azzura. L’uomo in qualunque posto si trovi si sente mancante di qualcosa. Ci manca sempre qualcosa… Saluti Giuliano Mazzocco La bugia e la menzogna nella vita quotidiana degli uomini, alcuni spunti. Seconda parte uomo vitruviano aggiornato
Testo di riferimento: Ian Leslie - Bugiardi nati. Perché non possiamo vivere senza mentire (2014). Film di riferimento: Il primo dei bugiardi (The Invention of Lying) 2009 scritto e diretto da Ricky Gervais (https://www.cb01.uno/il-primo-dei-bugiardi-2009/ ). Gli uomini sono portati ad ingannare e ad auto ingannarsi, questa è la tesi di fondo del libro e del film oggetto di recensione, vediamo in questo secondo articolo altri aspetti interessanti:
Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY La bugia e la menzogna nella vita quotidiana degli uomini, alcuni spunti. Prima parte Testo di riferimento: Ian Leslie - Bugiardi nati. Perché non possiamo vivere senza mentire (2014).
Film di riferimento: Il primo dei bugiardi (The Invention of Lying) 2009 scritto e diretto da Ricky Gervais (https://www.cb01.uno/il-primo-dei-bugiardi-2009/ ). Non sempre siamo in grado di accettare e sostenere la realtà così come ci appare. L’individuo per favorire l’adattamento di se stesso alla vita e alle sue esigenze (alle volte terribili), è dotato come di un filtro, percepisce solo una parte di tale realtà e/o la ricostruisce a suo modo. Questa è la tesi sostanziale del libro citato sopra. Dice il testo di riferimento: “Le scoperte fatte ribaltano completamente i nostri vecchi preconcetti sul mentire. Quando ho cominciato a occuparmi di questo argomento pensavo che l’umana tendenza a mentire fosse una sorta di errore di progettazione destinato un giorno a essere eliminato; ho scoperto, invece, che questa tendenza è stata tra i motori evolutivi della nostre specie. Credevo di saper riconoscere un bugiardo; mi sbagliavo. Consideravo il mentire come un segno di instabilità mentale, ma ho scoperto che i bravi bugiardi tendono a essere persone più equilibrate della maggior parte di noi. Credevo di essere sempre sincero con me stesso; nessuno di noi lo è. Ho scoperto che ingannare se stessi è una necessità, piuttosto che un problema, e che porta ad avere successo nel lavoro, una salute migliore, rapporti più felici con gli altri. Ho imparato che se ci tolgono le nostre menzogne ci ammaliamo o cadiamo nella depressione e nella follia”. Sono parole forti. Cosa ne pensa il lettore? Se siamo immersi in un mondo di bugie che cosa dobbiamo pensare di noi stessi, degli altri e del mondo che ci circonda? Vengono messi ora in evidenza alcuni fatti che invitano a riflettere in tal senso.
https://www.youtube.com/watch?v=Xvi1YOrE1I0 https://www.youtube.com/watch?v=HETkOoh4Rrs https://www.youtube.com/watch?v=VyYqZJZ2TsA
PRIVACY POLICY Testo di riferimento: F. Randy S. Gail, Tengo tutto. Perché non si riesce a buttar via niente, Erickson 2012.
Sicuramente il lettore avrà già sentito parlare della mania smodata di accumulare le più svariate cose da parte di alcune persone (oggetti di tutti i generi, collezioni varie, animali, …). Diverse trasmissioni televisive si sono occupate di questa cosa. Il nome tecnico per definire questo comportamento è disposofobia. Viviamo la nostra vita in una situazione di bisogno, e ciò inevitabilmente porta l’uomo a sentire che può succedere uno stato di scarsità di risorse. Quante carestie e stati di povertà hanno passato i nostri antenati, e sicuramente ci portiamo addosso le ancestrali paure che hanno attanagliato i nostri avi. Secondo diverse teorie psicologiche le prime due fasi dello sviluppo della persona umana, sono quella orale -sensoriale e quella anale-muscolare. Secondo questi autori all’inizio la principale forma di stimolo è intorno alla zona della bocca, e successivamente l’attenzione viene portata al controllo degli sfinteri. Nei primi momenti della nostra vita la fonte principale di attivazione è intorno al mangiare, all’introdurre, all’ingoiare all’assimilare e poi successivamente l’attenzione si focalizza sul momento dell’espellere, dell’eliminare. L’individuo è un equilibrio fra questi due fattori assimilare ed espellere, mangiare ed evacuare, assumere e mollare. Secondo gli psicologi nei momenti dell’infanzia si consolidano le caratteristiche principali della personalità. L’individuo è un equilibrio fra questi due fattori e il mancato rapporto armonico, sembra essere causa di comportamenti spropositati o in un ambito o nell’altro. Nel primo caso abbiamo come conseguenza i disturbi alimentari, mentre nel secondo abbiamo tutti i comportamenti di accumulo, compresa l’avarizia. Le giustificazioni portate a sostegno del loro comportamento stravagante, sono frasi che alle volte abbiamo sentito dire anche in casa nostra: “non si butta via niente”, “mi potrebbe servire”, “vivete nel tempo della bambagia e non sapete cos’è la carestia”, “questo è un ricordo che fa parte di me”, “tu non hai la minima idea”, “ma è mio!”, ecc. Molte volte nell’affrontare i comportamenti compulsivi, le persone comuni sono portate a giudicarli in maniera semplice, definendoli frutto di disturbi mentali o di mancanza di volontà. Non è ancora entrata dentro alla mentalità comune il ruolo e l’importanza di quella parte di noi nota con il nome di inconscio. Fino a quando non diventeremo consapevoli di questa nostra dimensione, difficilmente capiremo che quando l’inconscio prende il sopravvento diventa un divoratore scatenato della persona. Una volta queste pulsioni smodate erano classificate come vizi capitali. Tutti noi sappiamo che cosa si intendeva con queste parole. Ebbene il loro significato e la loro validità non è venuta meno. Particolarmente impressionanti sono le parti del libro in cui si racconta che da una casa furono portati fuori ben 1800 quintali di rifiuti e oggetti vari. Poi il caso di una attrice che fu trascinata nella follia da accumulo da animali, spendendo tutti suoi soldi in alimenti per loro, tanto da ridursi in povertà. Per ultimo, il caso di accumulo di "elementi" provenienti dal proprio corpo, di cui al lettore risparmio la descrizione, perché troppo disgustosa. Invito ora il lettore a considerare come la pulsione ad accumulare sia così pressante e impellente in tanti ambiti da far perdere la qualità della vita. Pensate a certi personaggi storici, i quali raggiunsero risultati importanti ma non si seppero fermare. Napoleone, aveva conquistato quasi tutta l’Europa, poteva vivere il resto della sua vita nel modo migliore, non gli bastava, si è infilato nella campagna di Russia ed ha perso tutto. Gengis Kan conquistò un territorio immenso, poteva vivere da gran signore per il resto dei suoi anni, morì invece a cavallo ancora in cerca di nuove battaglie. La storia è piena di esempi simili in tutti gli ambiti. Gente che non si ferma mai, potrebbe vivere il resto dei loro anni godendosi e assaporando le delizie della vita, non basta. Mettono a prova fisico, salute, mente, affetti, famiglia, ….. e tanto altro. Che senso ha tutto questo? C'è da rimanere esterrefatti dal cattivo modo di vivere degli uomini, senza distinzioni di epoche, in cui la vita diventa una assurda ricerca nell’avere sempre di più, ma ricordiamoci che nessuno si porta via niente da questo mondo! Alcuni video sull’argomento: http://video.gazzetta.it/10lifestyle-disposofobia-accumulo/2da486a0-17a2-11e2-901e-b96e1979e6f0 http://it.dplay.com/sepolti-in-casa/stagione-5-visite/ https://www.youtube.com/watch?v=I-TVKo_cnKA Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY LA MALATTIA COME AUTOGUARIGIONE DAL DOLORE DELL’ANIMA, un libro di Dieter Beck Seconda Parte11/5/2015
1 Apparentemente ci potremmo chiedere “cosa mi interessa un tema simile?”. Non sono masochista, non sono depresso detesto le perversioni e i malati immaginari. In realtà questi aspetti sono più vicini a noi di quanto non immaginiamo. Quando l’autore parla delle offese narcisistiche all’io, in quella situazione ci siamo tutti noi. Ogni giorno ci svegliamo e siamo un po’ più vecchi, ogni giorno avviene una piccola trasformazione che ci cambia e “offende” la percezione di noi stessi. Nel corso della nostra vita subiamo oltre il decadimento fisico anche perdite di affetti, di ruoli, perdite economiche, morali, ideali. L’invecchiamento è un oltraggio alla propria immagine di se, che ci manda in grande difficoltà. È una perdita di energia , capacità e funzioni a cui non siamo tanto disposti a cedere. Ricorriamo a tutto ciò che ci può aiutare, diete, comportamenti salutisti, esercizio fisico, corsi di tutti i generi, iperattività. Vediamo in giro atletiche quarantenni che fino a qualche anno prima avevano in bocca una sigaretta e in mano un bicchiere di spritz. Mi viene in mente la strega di Biancaneve, la bella regina che perde la sua giovinezza e il suo splendore e lentamente si incattivisce sotto la spinta dell’invidia per l’incipiente bellezza di Biancaneve. La brutta vecchia e orribile strega rappresenta, per il mondo femminile, il lato negativo dell’invecchiamento, e per il mondo maschile esiste la figura dell’orco, il mostruoso essere solitario, taciturno e scontroso pronto a mangiare i bambini. Se credete che le favole sono solo favole e non rappresentano niente, vi consiglio di leggere un bellissimo libro di Bruno Bettelheim, "fiabe il mondo incantato" ( Bruno Bettelheim, Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Feltrinelli 2013) e vedrete che non è così. Se la favola piace tanto nonostante le assurdità logiche evidentemente possiede qualità rilevanti che le persone percepiscono a livello inconscio. L’autore dice che 4 sono i momenti del ciclo vitale di un individuo (l’infanzia, l’adolescenza, la maturità e la vecchiaia), ognuno di questi ha i suoi momenti di crisi e di sofferenza. Nel libro non se ne parla ma l’adolescenza è un periodo di crisi per la persona, è finito il momento protettivo genitoriale, ci si scopre con un corpo che sta diventando grande e ci si vede un po’ goffi e maldestri. L’accettazione di questa trasformazione non è sempre così facile e moltissima letteratura ha già trattato questi argomenti e gli esiti alle volte devianti. Beck si sofferma sul periodo tra i 40 e i 50 anni. È il momento della cosiddetta crisi di mezza età. L’individuo è messo di fronte alle occasioni mancate e alle perdite non più colmabili. La giovinezza, la vitalità e la bellezza non sono più quelle di prima. I figli alle volte, sono diventati grandi e vivono in autonomia. Negli uomini il rendimento professionale e la potenza sessuale diminuiscono. Invecchiando poi ci si vede soppiantati da persone più giovani e brillanti e nasce l’amarezza di vedersi messi da parte. L’elaborazione delle perdite non è sempre facile e nel caso si concluda positivamente dovrebbe portare a “nuove conquiste psichiche, come il senso dell’umorismo, la bontà, la saggezza, …….”. Possono scattare in questo periodo atteggiamenti di difesa maniacale delle proprie qualità perdute, malumori depressivi, alcolismo, paure ipocondriache e purtroppo malattie fisiche. Molti di noi saranno sorpresi dalla scoperta di persone che appena terminata l’età lavorativa improvvisamente si ammalano. Vanno in pensione, perdono il loro ruolo, la loro funzione e si ammalano. (Faccio notare come la parola “defunto” deriva dal latino e significa “senza funzione”). Arriva finalmente l’agognato momento della pensione, del gestire la propria vita al di fuori della costrizione lavorativa e si ammalano. 2 Il secondo punto che voglio segnalare in questo post è il collegamento tra handicap fisico e sviluppo di qualità compensatorie. L’autore nello spiegare i vari tentativi di risolvere la sofferenza psichica riporta il pensiero di Niederland: le anomalie fisiche delle persone sono un’offesa narcisistica e la creatività e le opere artistiche costituiscono una compensazione per soddisfare le esigenze di affermazione dell’individuo. È lo stesso concetto espresso da Adler in uno dei suoi libri (Alfred Adler, Cosa la vita dovrebbe significare per voi, Newton Compton 1994 ) dove riportando la sua esperienza narra che essendo nato zoppo e non riuscendo a correre come gli altri bambini nei prati del suo paese, lui cominciò a correre nei prati della medicina e della psicologia. Secondo lui, se non ci fosse stato questo suo handicap non sarebbe mai diventato una persona importante nel suo settore. Il suo pensiero, inoltre, continua dicendo che sono le difficoltà nella vita a renderci migliori, sono loro i pungoli che ci fanno crescere. È un po’ il concetto sintetizzato che dice “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori”. Vengono poi riportati i casi di personaggi famosi con difetti fisici: Kierkegard era storpio, Omero era cieco, Mosè faceva fatica a parlare, Victor Hugo era debole, malato e con una testa sproporzionata, Jean-Jacques Rousseau aveva problemi alla vescica, Socrate aveva un naso brutto. Se ci pensiamo anche noi possiamo aggiungere altre persone a questo elenco. 3 Un terzo punto da menzionare di questo libro riguarda l’interpretazione delle tossicodipendenze e delle perversioni. Secondo l’autore le perversioni, l’alcolismo etc hanno una funzione riparatoria del malessere psichico. Esse costituiscono una modalità “creativa” di risolvere i conflitti interni. 4 Parlando con un mio stimato collega della “malattia fisica come auto guarigione del disagio psichico”, egli mi ha segnalato una terapia riabilitativa per anziani con l’alzhaimer (validation Feil method). Chi conosce la malattia è a conoscenza della terribile situazione di degrado della persona, ebbene questo metodo fondato sull’empatia e la psicologia umanistica di Rogers riesce a capire e aiuta queste persone nelle loro difficoltà. Il validation Feil method è una modalità di aiutare le persone molto anziane nello stato di disorientamento. Esse sono nella fase finale della loro vita e tentano di risolvere i problemi non finiti per morire in pace. Attraverso l’empatia e “l’ascolto attivo” riescono a capire lo stato della persona e ad aiutarla. Per spiegare meglio tale metodo inserisco dei video di youtube su tale tema, purtroppo sono solo in inglese ma si capisce lo stesso. Ebbene la segnalazione di questo metodo in questo post che parla di malattia fisica provocata dal disagio interiore vuole dire che c’è speranza per tutti. Coltivando l’empatia e l’umanità ci sarà soluzione per le difficoltà che la vita ci pone, senza lasciarci andare in pericolose derive che potrebbero essere autodistruttive. Per ultimo, nella ricerca dei video di spiegazione del Metodo validation Feil method ho trovato questo bello e pluripremiato cortometraggio che collegato ai temi trattati inserisco in questo post. Oliverio Ferraris Anna Chi manipola la tua mente? Vecchi e nuovi persuasori: riconoscerli per difendersi, Giunti Editore 2010 . In questo SECONDO post metterò in evidenza altri elementi che ritengo di particolare pregio ma senza una connessione logica tra loro.
Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Un interessante libro di Oliverio Ferraris Anna, Chi manipola la tua mente? Vecchi e nuovi persuasori: riconoscerli per difendersi, Giunti Editore 2010, ci mette al corrente dei nuovi e vecchi persuasori che sfruttano principi di psicologia sociale e del comportamento. In questo post tenterò di mettere in evidenza gli elementi che ho trovato particolarmente interessanti ma senza una connessione logica. La prima cosa da sottolineare è il principio di imitazione. Dice l’autrice che quando nasce un bambino egli non sa nulla del mondo ma dopo 5 anni di vita è in grado di parlare una o due lingue, di fare un uso corretto delle mimiche , dei gesti e delle posture, sa fare giochi di gruppo e usare oggetti di vita quotidiana grazie alla capacità di imitare. Il nostro apprendimento avviene sostanzialmente per imitazione. Alle volte si dice “non imitare che sembri una scimmia!” ma ci si dimentica che è il modo naturale di relazionarsi con il mondo, senza questa capacità la trasmissione dei saperi e delle competenze sarebbe irrimediabilmente compromessa. In base a questo principio siamo spinti a cercare di assomigliare ai modelli che riteniamo più giusti ed affascinanti. Magari razionalmente non siamo d’accordo con ciò che è proposto ma il mondo delle nostre pulsioni inconsce lo è. Altri punti fonte di riflessione sono questi (in rosso vengono evidenziate alcune mie considerazioni che spero non siano sbagliate):
Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Swaab Dick, Noi siamo il nostro cervello. Come pensiamo, soffriamo e amiamo, Elliot 2011.
Gary Greenberg, Storia segreta del male oscuro. Siamo infelici perché affetti dalla malattia chiamata depressione, Bollati Boringhieri 2011. Swaab Dick, nel suo libro riesce a stupirti descrivendo ciò che avviene nella nostra mente a livello molecolare. Il libero arbitrio, le esperienze religiose, la passione per gli sport, l’attaccamento materno/paterno e tanti altri aspetti della vita delle persone sarebbero determinate da risposte chimiche o da malfunzionamenti chimici del nostro cervello dovute al codice genetico,allo stato intrauterino e agli anni di sviluppo infantile. I nostri orientamenti sessuali sono decisi in base alla genetica e alle conseguenti risposte chimiche-ormonali che avvengono a livello uterino, così il nostro carattere e altre comportamenti che a volte stigmatizziamo in modo morale. La serietà delle affermazioni dell’autore e pure la loro importanza risultano evidenti. Per esempio il sapere che la fase dello sviluppo del linguaggio avviene per lo più in età infantile, è importante per un docente perché potrà comprendere meglio le potenzialità e i limiti dei propri studenti. È un libro molto complesso, interessante e sorprendente che andrebbe conosciuto e meditato anche se probabilmente come me, non se ne condividono le considerazioni personali. Quello che più lascia stupiti è quale sia il margine riservato al “libero arbitrio”. Secondo lui è già stato tutto deciso fin da quando eravamo in grembo materno e dai primi anni di sviluppo della nostra vita. Il secondo autore (Gary Greenberg, Storia segreta del male oscuro. Siamo infelici perché affetti dalla malattia chiamata depressione, Bollati Boringhieri 2011) narra la sua esperienza di depressione, confrontandola con le risposte che la medicina ha dato e continua a dare. Infatti per una considerevole parte del saggio viene presentata una lunga panoramica della storia della psichiatria. Greenberg si domanda se la depressione sia una malattia inventata; se il suo sentirsi così male tanto da passare ore steso sul pavimento del suo studio sia un malfunzionamento del suo cervello. Si domanda come mai dopo che gli era stata diagnosticata una forma di depressione grave, egli sottoposto a un trattamento di farmaci placebo e quindi senza principi attivi, ne sia guarito. Se c’era un malfunzionamento nel suo cervello a livello chimico come mai una terapia senza principi attivi aveva funzionato? Lui risponde dicendo che non è solo una questione chimica ma, anche “la concezione del sé” condiziona lo stato di una persona. Fotografie del cervello, monitoraggi, analisi di tutti i tipi ma per dire cosa? Che tutto è riducibile alla materia e alla chimica. Veramente? A metà degli anni settanta un certo Beck con uno studio clinico, mise a confronto la terapia cognitiva e il trattamento con farmaci antidepressivi di tipo antitriciclico. La prima risultò alla grande più efficace delle medicine. Come mai? Si tratta di tutta chimica o si può affermare che c’è qualcos’altro che lo possiamo chiamare mente, spirito, concezione di se, pensiero? Qualcosa che va oltre il materiale? Da una parte un libro che dice che c’è poco spazio per la responsabilità individuale e dall’altra uno che la chiede. La questione rimane aperta, nessuno comunque può sminuire o non considerare le affermazioni di tipo scientifico di Swaab Dick. Tra le tante cose che mi hanno colpito del primo libro riporto queste:
Saluti Giuliano Mazzocco. |
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Febbraio 2022
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