Libro di riferimento: Martin LIndstrom,Small data. I piccoli indizi che svelano i grandi trend. Capire i desideri nascosti dei tuoi clienti, Hoepli 2016.
Film consigliato: The place Dice il libro che il livello di felicità di una nazione diminuisce in proporzione diretta con il livello di trasparenza. Più la gente sa e conosce e più aumenta il senso di inferiorità e conseguentemente il sentimento di insoddisfazione di se stessi. Internet fa confrontare le persone di tutto il mondo ed esso è implacabile e disarmante. La gente non regge il confronto. Una volta, inoltre, c’era un oblio naturale dei ricordi e chi aveva alle spalle una cattiva reputazione poteva in qualche modo ripartire da zero, oggi non è più così, tutto viene ricordato, tutto è filmato. Lindstrom riferisce che in Russia e Cina dove i media sono controllati , la popolazione non è esposta alle idee di perfezione che fomentano aspettative irrealizzabili di felicità. Quasi tutti gli occidentali che visitano i paesi del terzo mondo ritornano con l’impressione che loro sono più felici di noi. In realtà essi non si sentono più felici o meno felici, ma semplicemente sentono di vivere la loro vita. Il diritto alla felicità secondo l’autore non è un’aspirazione innata nell’uomo, anche se moltissimi autori e filosofi hanno riflettuto su questo tema, bensì un esito dell’illuminismo. Prima di questo l’occidente era pervaso da una certa austerità e poi questa corrente intellettuale ha trasmesso l’idea che era legittimo sottrarsi all’infelicità e alla sventura. Purtroppo però succede che le persone non si sentono mai arrivate e “l’asticella” viene spostata sempre più in alto, tanto che ci si sente sostanzialmente infelici. Negli Usa la felicità è un obbligo e perciò in modo paradossale ci si condanna al contrario. Un sondaggio Gallup che chiedeva alle persone se il giorno prima avessero riso, abbracciato o altre esperienze positive, fece risultare in alto molti paesi dell’America latina e in posti molto inferiori paesi occidentali con un tenore di vita molto elevato come i paesi scandinavi. L’autore continua il suo discorso, dicendo che ogni cultura è consolidata intorno a certe idee che inevitabilmente ne negano altre ma di cui la gente in qualche modo ne sente la mancanza. I desideri negati, anche moralmente riprovevoli, portano al “politicamente corretto, ma sotto la cenere del perbenismo covano le braci dell’inespresso. Nei diversi paesi che visita l’autore si è accorto che i comici sono pagati e fanno ridere proprio intorno agli argomenti che una società considera taboo. Essi sono seguiti perché riescono a dire quello che gli altri si vergognano di dire. Da una parte si cerca quello che si ritiene giusto e dall’altra di nascosto si sente di avere pensieri totalmente contrari, anche detestabili. Deve stupire il fatto che nel 2014 il regalo di natale più venduto negli Usa fu “Cards Against Humanity”. Era un gioco da tavola definito deprecabile dallo stesso sito ufficiale, con temi come “Auschwitz”, “il testicolo mancante di Lance Amstrong”, “l’invidia del pene”, “fregarsene del terzo mondo” e altri temi odiosi. Nella civiltà occidentale questa è un epoca di uniformità, e di solipsismo diffuso. La gente cerca nei centri commerciali e negli oggetti da comprare la risposta alla loro infelicità e facendo così vede le stesse cose in tutti i posti. Girate un po’ dappertutto e vedrete la gente sui centri commerciali tutti pressoché uguali, a spingere i soliti carrelli, per prendere le solite robe, nelle catene dei negozi con i soliti marchi. Quando le cose sono tutte uguali la vita diventa tediosa. Paulo Coelho ha scritto: “Se pensi che l’avventura sia pericolosa, prova la routine. È letale.” Nel nome della felicità per tutti si è perso il senso di comunità e l’individuo non si sente parte di un gruppo o di un entità sociale ma ricerca disperatamente di accontentare se stesso. Siamo come Narciso tutti intenti a guardarci addosso e … l’epilogo della sua storia lo sapete. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY I commenti sono chiusi.
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Febbraio 2022
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