SPUNTI DI RIFLESSIONE DERIVANTI DAL LIBRO “CHI MANIPOLA LA TUA MENTE?” SECONDA PARTE

Oliverio Ferraris Anna Chi manipola la tua mente? Vecchi e nuovi persuasori: riconoscerli per difendersi, Giunti Editore 2010 .
In questo SECONDO post metterò  in evidenza altri elementi che ritengo di particolare pregio ma senza una connessione logica tra loro.

• La tecnica “dell’insegnante ignorante”.
  Un insegnante finge di essere ignorante su un determinato argomento e invita gli alunni a spiegarlo dando la possibilità di dar prova delle loro competenze. Dice il testo quando è ben condotta la strategia   dell”insegnante ignorante” rende attivi gli studenti ridistribuendo il potere nella classe (“generalmente è l’insegnante che monopolizza tutti i poteri, da quello disciplinare a quello pedagogico”) e libera spazi di responsabilità.
  

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• Attivare la tecnica del “brainstorming” per valorizzare le persone  e superare l’opposizione iniziale.
  Il testo porta l’esempio di un corso fatto a persone già competenti nel settore come insegnanti, ingegneri, ecc. Per valorizzare  e superare il disinteresse e l’apatia iniziale il docente invita a dire cosa pensano del corso e,per mostrare che li prende in considerazione, scrive le loro valutazioni alla lavagna anche se negative. Vedendo scritto il loro pensiero si ha un effetto narcisistico, sanno che le loro opinioni vengono prese in considerazione, possono incominciare a rilassarsi e ad essere meno ostili.

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• Bellissimo l’inventario (François Lelord e Christophe André 1996) dei tipi di personalità degli adepti alle sette:
  • Al narcisista piace far parte di una setta perché così si sente membri di una elite speciale unica ad avere accesso alla “vera” fonte della conoscenza.
  • Il paranoico si sente bene perché così può confermare la sua idea sulle minoranze perseguitate.
  • Il dipendente trova soddisfazione al suo bisogno, attraverso la  sottomissione al guru.
  • Lo schizoide nelle visioni codificate e semplificate della setta trova le sue certezze.
  • L’ossessivo nel ritualismo del gruppo trova la sua dimensione.
  • L’istrionico trova “l’eccezionale“che cercava.
  • Lo schizotipico si diverte con le credenze magico-esoteriche.
  • Il depresso ha un gruppo che contiene la sua negatività.
  • L’unico che non si trova bene è il passivo-agressivo perché detesta obbedire.

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• Lo studio di Bentolila (2007) sugli spot pubblicitari contro il fumo presentato a due classi di sezione superiore della materna. Nello spot si vedeva un ragazzo che offriva una sigaretta  a una ragazza che poi, una volta presa, la distruggeva.  Quasi tutti i bambini intervistati affermavano che lo spot diceva che la sigaretta è buona. Questa risposta errata era dovuta al fatto che si ha l’idea pregressa che se le cose vengono presentate in tv attraverso gli spot pubblicitari devono essere buone. Questo presupposto iniziale  impedisce di capire correttamente il messaggio. Capita anche agli adulti avere dei presupposti sbagliati che inficiano la codificazione dei messaggi?
  

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• Il caso dei calendari venduti agli indios.
  Un certo Aldoux Huxley ritornando dalle montagne del Guatemala riferiva che le uniche cose d’arte oggetto di mercato sono i calendari venduti agli indios. Quelli prodotti dagli americani rappresentavano paesaggi, cani, e donne bionde seminude. Per loro simili immagini non erano molto attraenti poiché vivevano già in mezzo alla natura, le donne seminude erano una costante della loro vita e i cani erano uno dei tanti animali con cui avevano  a che fare. Molto più richiesti erano quelli tedeschi i quali avevano come soggetti rappresentazioni religiose. “Un capolavoro di propaganda commerciale fu un calendario lanciato da un produttore di aspirina” in cui il prodotto era stato associato a un colorato quadro della Santissima Trinità. Il messaggio implicito per il religiosissimo indio era che il medicinale era garantito  dalla Divinità. I pubblicitari tedeschi avevano capito che bisogna tenere conto del contesto culturale. Certi  valori presenti in una cultura non lo sono in altre.
  

• In base alle teorie di Leon Festinger si è scoperto che tra una realtà sconcertante e una finzione coerente gli individui scelgono la seconda. Quando la realtà è troppo amara, come meccanismo di difesa, gli individui scelgono una realtà edulcorata o fantasiosa. Non sempre abbiamo la voglia, il coraggio e l’energia per ingoiare i rospi che la realtà ci mette davanti.
  
  
• Annette Simmons nel suo libro “The Story Factor”(2002) sostiene che la gente non ha bisogno di dati ma di racconti, ha bisogno di credere in voi, nei vostri obiettivi e nella storia che raccontate. Se ben studiato l’elemento narrativo ha la forza di raggiungere la parte emotiva. Non conta se siamo nel millennio ultratecnologico, certe scelte vengono fatte più in base all’immaginazione che alla razionalità.
  
  
• Per ultimo voglio riportare una considerazione che l’autrice propone. Lei dice che l’uomo attuale pensa di essersi liberato dai vincoli e dalle costrizioni del passato. Pensa che le norme  di una società paternalistica, moralistica e gerarchica non abbiano più presa, invece “non si accorge però che costrizioni, regole, gerarchie e controllo continuano a essere presenti; in forme completamente diverse rispetto alla società precedente, meno visibili ma non meno efficaci.”
  
  

È davvero un bel libro di sole 160 pagine, che vale la pena di leggere.

Saluti Giuliano Mazzocco.
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