Testo di riferimento: F. Randy S. Gail, Tengo tutto. Perché non si riesce a buttar via niente, Erickson 2012.
Sicuramente il lettore avrà già sentito parlare della mania smodata di accumulare le più svariate cose da parte di alcune persone (oggetti di tutti i generi, collezioni varie, animali, …). Diverse trasmissioni televisive si sono occupate di questa cosa. Il nome tecnico per definire questo comportamento è disposofobia. Viviamo la nostra vita in una situazione di bisogno, e ciò inevitabilmente porta l’uomo a sentire che può succedere uno stato di scarsità di risorse. Quante carestie e stati di povertà hanno passato i nostri antenati, e sicuramente ci portiamo addosso le ancestrali paure che hanno attanagliato i nostri avi. Secondo diverse teorie psicologiche le prime due fasi dello sviluppo della persona umana, sono quella orale -sensoriale e quella anale-muscolare. Secondo questi autori all’inizio la principale forma di stimolo è intorno alla zona della bocca, e successivamente l’attenzione viene portata al controllo degli sfinteri. Nei primi momenti della nostra vita la fonte principale di attivazione è intorno al mangiare, all’introdurre, all’ingoiare all’assimilare e poi successivamente l’attenzione si focalizza sul momento dell’espellere, dell’eliminare. L’individuo è un equilibrio fra questi due fattori assimilare ed espellere, mangiare ed evacuare, assumere e mollare. Secondo gli psicologi nei momenti dell’infanzia si consolidano le caratteristiche principali della personalità. L’individuo è un equilibrio fra questi due fattori e il mancato rapporto armonico, sembra essere causa di comportamenti spropositati o in un ambito o nell’altro. Nel primo caso abbiamo come conseguenza i disturbi alimentari, mentre nel secondo abbiamo tutti i comportamenti di accumulo, compresa l’avarizia. Le giustificazioni portate a sostegno del loro comportamento stravagante, sono frasi che alle volte abbiamo sentito dire anche in casa nostra: “non si butta via niente”, “mi potrebbe servire”, “vivete nel tempo della bambagia e non sapete cos’è la carestia”, “questo è un ricordo che fa parte di me”, “tu non hai la minima idea”, “ma è mio!”, ecc. Molte volte nell’affrontare i comportamenti compulsivi, le persone comuni sono portate a giudicarli in maniera semplice, definendoli frutto di disturbi mentali o di mancanza di volontà. Non è ancora entrata dentro alla mentalità comune il ruolo e l’importanza di quella parte di noi nota con il nome di inconscio. Fino a quando non diventeremo consapevoli di questa nostra dimensione, difficilmente capiremo che quando l’inconscio prende il sopravvento diventa un divoratore scatenato della persona. Una volta queste pulsioni smodate erano classificate come vizi capitali. Tutti noi sappiamo che cosa si intendeva con queste parole. Ebbene il loro significato e la loro validità non è venuta meno. Particolarmente impressionanti sono le parti del libro in cui si racconta che da una casa furono portati fuori ben 1800 quintali di rifiuti e oggetti vari. Poi il caso di una attrice che fu trascinata nella follia da accumulo da animali, spendendo tutti suoi soldi in alimenti per loro, tanto da ridursi in povertà. Per ultimo, il caso di accumulo di "elementi" provenienti dal proprio corpo, di cui al lettore risparmio la descrizione, perché troppo disgustosa. Invito ora il lettore a considerare come la pulsione ad accumulare sia così pressante e impellente in tanti ambiti da far perdere la qualità della vita. Pensate a certi personaggi storici, i quali raggiunsero risultati importanti ma non si seppero fermare. Napoleone, aveva conquistato quasi tutta l’Europa, poteva vivere il resto della sua vita nel modo migliore, non gli bastava, si è infilato nella campagna di Russia ed ha perso tutto. Gengis Kan conquistò un territorio immenso, poteva vivere da gran signore per il resto dei suoi anni, morì invece a cavallo ancora in cerca di nuove battaglie. La storia è piena di esempi simili in tutti gli ambiti. Gente che non si ferma mai, potrebbe vivere il resto dei loro anni godendosi e assaporando le delizie della vita, non basta. Mettono a prova fisico, salute, mente, affetti, famiglia, ….. e tanto altro. Che senso ha tutto questo? C'è da rimanere esterrefatti dal cattivo modo di vivere degli uomini, senza distinzioni di epoche, in cui la vita diventa una assurda ricerca nell’avere sempre di più, ma ricordiamoci che nessuno si porta via niente da questo mondo! Alcuni video sull’argomento: http://video.gazzetta.it/10lifestyle-disposofobia-accumulo/2da486a0-17a2-11e2-901e-b96e1979e6f0 http://it.dplay.com/sepolti-in-casa/stagione-5-visite/ https://www.youtube.com/watch?v=I-TVKo_cnKA Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY I commenti sono chiusi.
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