Swaab Dick, Noi siamo il nostro cervello. Come pensiamo, soffriamo e amiamo, Elliot 2011.
Gary Greenberg, Storia segreta del male oscuro. Siamo infelici perché affetti dalla malattia chiamata depressione, Bollati Boringhieri 2011. Swaab Dick, nel suo libro riesce a stupirti descrivendo ciò che avviene nella nostra mente a livello molecolare. Il libero arbitrio, le esperienze religiose, la passione per gli sport, l’attaccamento materno/paterno e tanti altri aspetti della vita delle persone sarebbero determinate da risposte chimiche o da malfunzionamenti chimici del nostro cervello dovute al codice genetico,allo stato intrauterino e agli anni di sviluppo infantile. I nostri orientamenti sessuali sono decisi in base alla genetica e alle conseguenti risposte chimiche-ormonali che avvengono a livello uterino, così il nostro carattere e altre comportamenti che a volte stigmatizziamo in modo morale. La serietà delle affermazioni dell’autore e pure la loro importanza risultano evidenti. Per esempio il sapere che la fase dello sviluppo del linguaggio avviene per lo più in età infantile, è importante per un docente perché potrà comprendere meglio le potenzialità e i limiti dei propri studenti. È un libro molto complesso, interessante e sorprendente che andrebbe conosciuto e meditato anche se probabilmente come me, non se ne condividono le considerazioni personali. Quello che più lascia stupiti è quale sia il margine riservato al “libero arbitrio”. Secondo lui è già stato tutto deciso fin da quando eravamo in grembo materno e dai primi anni di sviluppo della nostra vita. Il secondo autore (Gary Greenberg, Storia segreta del male oscuro. Siamo infelici perché affetti dalla malattia chiamata depressione, Bollati Boringhieri 2011) narra la sua esperienza di depressione, confrontandola con le risposte che la medicina ha dato e continua a dare. Infatti per una considerevole parte del saggio viene presentata una lunga panoramica della storia della psichiatria. Greenberg si domanda se la depressione sia una malattia inventata; se il suo sentirsi così male tanto da passare ore steso sul pavimento del suo studio sia un malfunzionamento del suo cervello. Si domanda come mai dopo che gli era stata diagnosticata una forma di depressione grave, egli sottoposto a un trattamento di farmaci placebo e quindi senza principi attivi, ne sia guarito. Se c’era un malfunzionamento nel suo cervello a livello chimico come mai una terapia senza principi attivi aveva funzionato? Lui risponde dicendo che non è solo una questione chimica ma, anche “la concezione del sé” condiziona lo stato di una persona. Fotografie del cervello, monitoraggi, analisi di tutti i tipi ma per dire cosa? Che tutto è riducibile alla materia e alla chimica. Veramente? A metà degli anni settanta un certo Beck con uno studio clinico, mise a confronto la terapia cognitiva e il trattamento con farmaci antidepressivi di tipo antitriciclico. La prima risultò alla grande più efficace delle medicine. Come mai? Si tratta di tutta chimica o si può affermare che c’è qualcos’altro che lo possiamo chiamare mente, spirito, concezione di se, pensiero? Qualcosa che va oltre il materiale? Da una parte un libro che dice che c’è poco spazio per la responsabilità individuale e dall’altra uno che la chiede. La questione rimane aperta, nessuno comunque può sminuire o non considerare le affermazioni di tipo scientifico di Swaab Dick. Tra le tante cose che mi hanno colpito del primo libro riporto queste:
Saluti Giuliano Mazzocco.
Thomas Finotti
4/29/2020 04:36:32 am
C'è una vera propria leggenda che comprende a pieno questo argomento: l'esperimento russo del sonno. I commenti sono chiusi.
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