Queste immagini si trovano nel castello-palazzo ducale di Mantova Alberto Maggi, Gesù e Belzebù. Satana e demòni nel vangelo di Marco, Cittadella 2009. Fate una prova molto semplice. Se avete a disposizione una bibbia in formato elettronico con una buona traduzione, (per esempio: La Bibbia. Nuovissima versione dei testi originali, San Paolo edizioni), provate a cercare le parole diavolo e satana nel testo originario e vedrete con vostro stupore che nei primi cinque libri della bibbia (i testi più importanti per il mondo ebraico), di queste parole non c’è traccia. Come mai? Lo spiega molto bene il libro di Alberto Maggi citato sopra. Innanzitutto bisogna distinguere tra satana (la traduzione in greco della parola satana è diavolo) e demoni. Nel mondo ebraico sono due cose nettamente distinte che poi il cristianesimo ha unito insieme ma che originariamente erano cose differenti. La distinzione è importante perché ci consente di capire meglio i passi del Nuovo Testamento, per esempio la locuzione di Gesù a Pietro (“allontanati da me Satana” Mc 8,27-33). Secondo l’autore il satana trova l’origine dal mondo persiano: <<Troviamo nell’Antico Testamento “il satana” per indicare una funzione, quella dell’accusatore (pubblico ministero). Costui in tribunale ha il compito di denunciare e far risaltare tutte le colpe dell’accusato. Oltre al significato di accusatore, nella lingua ebraica il termine satana assume il significato più generale sia di avversario, sia di ostacolo. Questa figura del satana viene dal mondo persiano, del quale Israele fece parte per due secoli. Un funzionario, il cui titolo era «occhio del re», aveva il compito di sovrintendere e ispezionare tutto il regno per poi riferirne al re che, grazie al suo “occhio”, veniva a conoscenza del comportamento di tutti i suoi sottomessi, dai più alti funzionari agli infimi impiegati dell'amministrazione reale>>. Anche la stessa Bibbia delle edizioni san Paolo citata sopra, nello spiegare il libro di Giobbe a pag. 2524 scrive: “ Satana: nel testo ebraico è preceduto dall’articolo (cfr. Zc 3,1s), poiché viene considerato non quale nome personale, ma comune. Indica propriamente uno che si oppone a un altro per distoglierlo dal fare qualcosa o per accusarlo in giudizio”. Insomma, più che una entità si identificava una funzione, quella di chi si oppone e accusa. I demoni invece erano delle entità che secondo le idee di allora abitavano la zona tra la terra e le nuvole e potevano essere buoni (angeli) o cattivi. Essi erano responsabili di molte realtà che gli antichi non riuscivano a spiegare. Ritornando al discorso iniziale, cioè il fatto che non troviamo la parola Satana nei primi cinque libri della bibbia bisogna sapere che << nella maggior parte delle religioni antiche esiste una divinità, o un principio, del bene e uno del male. Nella Bibbia questa concezione del mondo è stata sempre rifiutata; nei testi più antichi, precedenti l'esilio babilonese (sec. VI a.C.), quando il concetto di diavolo era ancora inesistente, ciò che nelle religioni pagane viene attribuito alle potenze demoniache, viene riferito direttamente al Dio Yahvé, unico autore del bene e del male>>. <<Questo Dio, ritenuto unico responsabile del male esistente nel mondo, veniva presentato con tratti più diabolici che divini («Yahvé gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi», Dt 28,63), come una divinità crudele che non solo incute terrore, ma si vanta pure della sua ferocia:«Le mie frecce si ubriacheranno di sangue, del sangue degli uccisi e dei prigionieri; la mia spada si ciberà di carne fra le teste dei condottieri nemici!» (Dt 32,42; Sal 68,22)>> (Alberto Maggi, op.cit.).
Progressivamente la teologia si allontanò dall’idea di un Dio con caratteristiche negative fino ad arrivare a un Dio presentato da Gesù da chiamare papà. Il Dio dell’antico testamento era così diverso dal nuovo che un certo Marcione all’inizio del cristianesimo (dichiarato poi eretico) era convinto che si trattasse di un altro Dio contrapposto a quello del nuovo. Era così convinto che rifiutava i testi dell’antico testamento. Scrive un autore che consiglio caldamente di leggere (Ehrman Bart D., I cristianesimi perduti. Apocrifi, sette ed eretici nella battaglia per le sacre scritture, Carrocci 2005, pag. 133): << Come poteva lo stesso Dio essere responsabile di entrambe le cose? In altri termini, come poteva il Dio iracondo e vendicatore degli Ebrei essere il Dio amoroso e clemente di Gesù? Marcione affermava che questi attributi non potevano appartenere a un solo Dio, essendo in contrasto tra di loro: odio e amore, vendetta e pietà, giudizio e grazia. Ne concluse che in realtà dovevano esserci due Dèi: il Dio degli ebrei, che si trova nel Vecchio Testamento, e il Dio di Gesù, che si trova negli scritti di Paolo>>. In breve: il motivo per cui nei primi libri della bibbia non troviamo satana è che non c'era bisogno poichè Dio veniva presentato anche con attributi negativi. Riguardo al racconto in cui si narra di Adamo ed Eva, provate a cercare accuratamente ma vedrete che non trovate menzione ne di diavolo ne di satana e ne di demonio. Fu infatti a partire da Sant’Ireneo che si identificò il diavolo con il serpente (https://books.google.it/books?id=B1oVYBrXJWUC&pg=PA56&lpg=PA56&dq=ireneo+e+diavolo+e+serpente&source=bl&ots=HWvPbR4EUc&sig=E6l3BBsTkcYZHSB3UYvXowONaE8&hl=it&sa=X&ved=0CCEQ6AEwAGoVChMIwI3q_-mMxwIVxIosCh22Xwf6#v=onepage&q=ireneo%20e%20diavolo%20e%20serpente&f=false). Per ultimo anche se non c’entra con l’argomento verificate da voi che nel racconto di Adamo ed Eva non si parla di mela ma di frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. Probabilmente gli artisti non sapendo come raffigurare questo frutto ricorsero alla mela. Se vi leggerete il libro dello psicanalista Bettelheim (Bruno Bettelheim, Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Feltrinelli 2013) forse potrete farvi un’idea del perché hanno scelto questo frutto. Resterà comunque sempre una sua interpretazione. Saluti Giuliano Mazzocco I commenti sono chiusi.
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Febbraio 2022
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