Federico Tonioni, Psicopatologia web-mediata. Dipendenza da internet e nuovi fenomeni dissociativi, Springer Verlag 2013. Questo libro descrive con fondate argomentazioni, la questione “dell’internet addiction disorder”: un numero molto alto di persone sta diventando dipendente dal web, alcune in forma patologica tanto da stare male e ricorrere a psicofarmaci. Non ci credevo! Le odierne tecnologie favoriscono incredibili possibilità di accesso alle informazioni, ma nello stesso tempo possono generare e assorbire talmente tanto le persone da condurle a vivere una vita dissociata rispetto al mondo reale. Tutti noi senza il nostro PC e il nostro smartphone saremmo privati di strumenti ormai fondamentali. Ebbene non è sempre oro quello che luccica e come dice il Qoelet “viviamo tutta la vita come se fossimo al buio, tra mille fastidi, malanni ed arrabbiature” (Qo 5,16). Purtroppo questi meravigliosi strumenti tecnici portano con se anche dei rischi. Lo sviluppo tecnologico se da una parte semplifica le cose, dall’altra per chi non riesce ad adeguarsi ai tempi o per chi ne esagera l’uso, può creare difficoltà e disagio. Siamo di fronte a un cambiamento epocale, un po’ come la rivoluzione portata dall’invenzione della stampa di Gutenberg. Prima erano quasi tutti analfabeti ed era normale esserlo. Dopo alcuni secoli l’analfabetismo era considerato una piaga e si è fatto di tutto per sconfiggerlo. Prima dell’invenzione della stampa non c’era la dislessia ma al giorno d’oggi è presente. Allo stesso modo le nuove tecnologie possono generare difficoltà mai immaginate e nemmeno attualmente pensate. Questi strumenti ci mettono alla prova e non sempre abbiamo le forze o siamo in grado di affrontarne le sfide. In Giappone si è sviluppato il fenomeno degli hikikomori, si tratta di giovani (600000 probabilmente) , di solito maschi, che si ritirano dalla vita sociale e non fanno niente. Niente! La realtà è talmente pressante che le persone si ritirano. Forse vivono il momento presente come troppo difficile da affrontare, come un enorme salto impossibile da fare, e quindi ci si ritira. Anche in Italia ci sono casi simili (LINK). Secondo alcuni studiosi il fenomeno del monachesimo in occidente sarebbe stato innescato da una situazione analoga. L'esistenza dopo la caduta dell’impero romano era diventata difficile, tanto che alcune persone fuggirono dalla vita comune, si ritirarono in luoghi solitari e diedero vita alle esperienze monastiche. Potrà succedere qualcosa di inaspettato nel prossimo futuro? Ritornando al discorso principale, secondo l’autore, un 6% della popolazione risulta dipendente dalle nuove tecnologie, tanto che la loro mancanza produce uno stato di disagio psichico. Sostanzialmente quattro sono i filoni di dipendenza da web, il porno, il gaming, il gioco d’azzardo e il social. La dipendenza comunque specifica l’autore, è una condizione normale e frequente dell’esistenza. È dipendente il bambino dalla madre, così pure noi nei confronti del panettiere e viceversa. Gli esempi sono innumerevoli. La dipendenza non sempre è sinonimo di schiavitù catene e malessere. Un aspetto positivo derivante dall’uso dei nuovi strumenti è l’aumento del quoziente intellettivo, tanto che in alcuni settori per sviluppare le abilità richieste in certi ambiti si ricorre al gaming. Le nuove tecnologie ci rendono più intelligenti. Al contrario nei casi di dipendenza patologica uno degli effetti e perlopiù il principale è la dissociazione tra reale e virtuale, in cui si è incapaci di vivere una vita relazionale sana che coinvolge anche la dimensione corporea. Ci sono persone talmente ”fuori” che sono costrette ad assumere psicofarmaci. Lo schermo di un PC e di uno smartphone consente il nascondimento, consente di sentire ed ascoltare stando in retroguardia, e per le persone che si trovano in un periodo di difficoltà di vita permette di vivere in maniera dissociata. Non è tutto. Un fortissimo coinvolgimento “dopaminergico” è in atto per chi con gusto interagisce con il web. È una specie di droga. Ci sono persone che si fanno 14 ore di gaming al giorno e così pure anche per quanto riguarda il social. Mentre per il gioco d’azzardo la dipendenza si rivela oltre che invasiva anche estremamente soffocante. Ecco è ora di prendere coscienza che siamo di fronte a nuove droghe generanti schiavitù e sofferenza per le persone. La cura di questo sito mi ha costretto a conoscere un pochino di più il mondo del social e mi sono accorto che ci sono persone che “postano” di continuo. È facile intuire la loro costante presenza sul web, ma quanto tempo perdono? Va beh anche una volta erano presenti i fannulloni che riempivano i bar. Adesso si sono trasferiti alla piazza virtuale rappresentata dai social. Leopardi scriveva studio matto e disperatissimo, adesso si potrebbe dire web matto e disperatissimo dove si passano notti insonni. Dopo averti tanto dato da fare come genitore per allevare e far crescere un figlio te lo ritrovi a bighellonare tutto il santo giorno con il cellulare, il PC, o il tablet. È vero che la vita uno la vive come vuole, però non so se sia una scelta voluta oppure sia una forma di schiavitù che aspetta un liberatore. Da quello che ho capito la cura che va per la maggiore (per gli adolescenti) è quella di ricorrere alla terapia di gruppo. Si tratta di rimetterli insieme e riprendere il cammino nello sviluppo delle capacità relazionali. Queste persone hanno bisogno di recuperare la bellezza dello stare insieme, nella sua fisicità e corporeità. A sostegno di quanto detto ecco due video su questo tema: 5 Crazy Ways Social Media Is Changing Your Brain Right Now Social Media & eCommerce - Your chance to Monetize I commenti sono chiusi.
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Febbraio 2022
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