Un libro interesantissimo di un non credente a difesa della religione. Istruttivo e divertente.2/23/2022
Alain de Botton, Del buon uso della religione. Una guida per i non credenti, Guanda 2011. Il libro che vi presento è davvero singolare perché è stato scritto da un non credente che riconosce la validità la bontà e la saggezza dei gesti legati alla religione. La cosa più singolare è che per certi aspetti sa difendere sapientemente la religione quasi più che gli stessi credenti. La tesi di fondo è che la religione in fondo aiuta a vivere e a tollerare le difficoltà della vita. Se fossero tolti gli estremismi, tutto sommato, quello che viene proposto dalle religioni è estremamente apprezzabile. Si tratta di un libro che al di là del fatto di fede andrebbe letto dal punto di vista antropologico e storico. Oltretutto è innegabile che sia piuttosto avvincente e anche divertente. Consigliatissimo VOTO 9/10 Per incuriosire il lettore, metto in allegato alcuni riti religiosi di tradizioni popolari. Essi dal punto di vista antropologico sono interesantissimi (e anche numerosissimi).
Angelika Overath Manfred Koch, Segreti e debolezze dei grandi, Armenia 2007 Non so quanto siano documentate le cose descritte da questo libro, ma una cosa è certa, esse sono piuttosto sorprendenti, e il lettore si divertirà a leggere le stravaganze di noti personaggi. Martin Lutero era stitico, a Rousseau piaceva fare l’esibizionista, Descartes era considerato un ciarlatano, Marx era un incapace dal punto di vista economico anche se il padre gli aveva lasciato una piccola eredità. Nietsche parlava di super uomo ma era sfortunato in amore, e le donne della sua vita furono solo sua mamma e sua sorella. Karl Valentin era ossessionato e pieno di paure, Ludwig Wittgenstein era ricchissimo ma visse in giro per il mondo da miserabile, Brecht puzzava da morire, Hitckok mangiava a dismisura ed era imbranato con le donne, il musicista Armstrong adorava i lassativi e stare sul water, Disney ha avuto un infanzia infelice, Salvator Dalì aveva devianze, Elvis Presley era mezzo imbranato, Iohn Lenon conduceva una vita molto strana, e tanto altro. E' un libro leggero che si legge facilmente. VOTO 7 Ana Konadu Yiadom, Andrea Pasqualetto, La regina che faceva la colf,Venuta in Italia dall'Africa nera scelse di tornare al suo villaggio, Gli specchi 2012 Si tratta di un simpatico libro, non molto impegnativo che vale la pena di leggere. Una buona recensione si può trovare al seguente link. Anche in questo caso culture e modi diversi di vedere la vita. VOTO 7 Il mio Iran. Una Vita Di Rivoluzione Di Shirin Ebadi Le notizie dall'estero godono di poca considerazione da parte degli italiani, e i nostri media dedicano scarsi e frammentati contenuti, cosicché non conosciamo molto di ciò che avviene nel mondo e di quali culture problemi e idee ci sono in giro. Questo libro descrive in modo accattivante la storia di una avvocatessa iraniana insignita del premio Nobel e dell'attuale situazione in Iran. Una storia da leggere tutta di un fiato. VOTO 9 Si tratta di un libro antichissimo, di origine sumerica, di veloce e facile lettura, che andrebbe conosciuto, perché attraverso il genere letterario del mito riesce a far pensare e riflettere ancora al giorno d'oggi. Tra le altre cose si può notare nelle storia un collegamento con il Noè biblico. Buona lettura! VOTO 7
Un bel libro autobiografico che racconta la storia di una donna keniota che ha lottato e combatte per la salvaguardia della sua terra. Sicuramente la sua lettura sarà oggetto di riflessione personale e infusione di coraggio.
Il video sopra e un buon riassunto della sua storia ma la lettura del libro è decisamente molto più avvincente. Assolutamente da leggere. VOTO 9 Ishmael Bea, Memorie di un soldato bambino, Neri Pozza 2008. Nella sua tristezza è un libro bellissimo. Uno dei più belli che ho letto. Siamo vicini come intensità, pur nella differenza di tema a "Se questo è un uomo" di Primo Levi, o al "Il sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern L'autore racconta la sua storia, prima di fuggitivo dalla guerra e poi di combattente bambino, tra i ribelli della Sierra Leone. La lettura di queste pagine è un urlo contro tutte le ingiustizie del mondo. Dal punto di vista narrativo la lettura è accativante e si legge tutto di un fiato. Voto 10. Kevin Bales - I nuovi schiavi. La merce umana nell'economia globale, Feltrinelli 2002. Si tratta di un libro molto duro in cui vengono descritti alcune delle peggiori schiavitù della terra, sono 27 milioni gli schiavi nel mondo. Sembra impossibile ma è così. All’inizio la triste la storia di una ragazzina portata via dal Malì, e costretta a fare la schiava a Parigi. Successivamente i matrimoni combinati in Pakistan e il pericolo di essere uccisi per non aver ottemperato alla volontà dei genitori. Poi si narra, degli "schiavi" in India che lavorano per fare i mattoni. In un paese in piena espansione edilizia, i materiali da costruzione sono richiestissimi, e lo sfruttamento di essere umani è garantito. Poi è la volta della Mauritania dove la legge contro la schiavitù è stata promulgata 4 volte, segno di una continua disattesa della sua prescrizione. Per ultimo il Brasile dove ci sono dei posti orrendi, in cui si produce il carbone vegetale che usiamo solitamente per il nostro barbecue, ma che proviene da massicce campagne di disboscamento che devastano il territorio e sfruttano gli essere umani. Voto 7. Grichka Bogdanov, Igor Bogdanov, I cacciatori di numeri, Piemme 2014.
Interessantissimo libro sui numeri, sulle costanti che regolano i principi fisici e sul legame tra principi matematici e trascendenza. E' un libro interessante ma anche un pò difficile. Voto 6. Tuccillo Ziezel Peisel, L'arte di vivere i sogni, Sperling e Kupfer, Si tratta di un libro molto interessante, però senza bibliografia e parla della capacità di vivere sogni lucidi. Insinua nel lettore la possibilità di raggiungere la dote di creare dei sogni a proprio piacimento. E' molto piacevole. Voto 7. Però anteposto a questo libro c’è, Laurent Lachance, Il libro dei sogni, Garzanti (1986), dove si dice che è un illusione pensare di avere sogni lucidi a piacimento. Secondo Lachance, il sogno assolve a sette funzioni come si può facilemte leggere nel link del libro. Saluti Giuliano Mazzocco EnergyBack è ... ... un allenamento innovativo e sorprendente per il fitness pelvico. EnergyBack è una seduta che ti consente di allenarti mentre sei impegnato a fare qualcos'altro. Molte persone svolgono il loro lavoro seduti, ora possono divertirsi e mantenere i loro corpi attivi senza pensarci, perché Energyback li fornisce automaticamente. Lo studio scientifico Un primo studio (durato circa un anno), soggetto all'autorizzazione alla sperimentazione umana da parte del CARU con il rapporto di approvazione n. 8 2018, è stato condotto presso il Dipartimento di Scienze, Biomedicina e Movimento dell'Università di Verona. Questa prima fase di studio sarà seguita da un'altra ... La procedura di studio e i risultati, anche se ne sono a conoscenza, sono proprietà intellettuale dei ricercatori e non sono ancora stati pubblicati, quindi posso parlarne solo in un modo molto generale. Nello studio è stato analizzato il comportamento della colonna vertebrale, seduta su EnergyBack, di un numero statisticamente idoneo. I risultati Lo studio ha riconosciuto che EnergyBack da fermo è ergonomico, immaginate cosa può essere in movimento. La novità è che .... -EnergyBack è sempre con te - ha un alto grado di movimento derivante dalla palla che non è legata sopra o sotto di essa. La palla è pesante, robusta ed elastica, progettata per durare il più a lungo possibile. La ricerca è stata difficile perché lo sforzo a cui è sottoposto è considerevole. L'elasticità è un fattore importante che consente alla zona pelvica di avere micro-sollecitazioni continue. - ha un poggiapiedi che estende l'allungamento - consente uno speciale tipo di movimento - quando lo si utilizza, la base è ben ancorata al pavimento da supporti in gomma. Per spostarsi avanti e indietro con il sedile, la base deve essere solida e le ruote sono una contraddizione. EnergyBack è diverso. Non ci sono ruote. EnergyBack è potente, il diametro ridotto della palla in associazione con il sedile moltiplica l'effetto fitball. Saluti Libro di riferimento: Leonardo Tondo, Qualcuno ce l’ha con me: Dal pregiudizio alla paranoia, Baldini Castoldi, 2017. Cos’è la paranoia? “Per paranoia si intende una psicosi caratterizzata da un delirio cronico, basato su un sistema di convinzioni, principalmente a tema persecutorio, non corrispondenti alla realtà” (questo è l’incipit di wikipedia sull’argomento ma si consiglia di leggere tutto l’articolo). Per l'immagine si ringrazia Fkickr: LINK Qualcuno ce l’ha con me: un alieno, la Cia, la mafia o forse quella persona che ho visto in treno due mesi fa. “Come si chiama?” “Non lo so.” “Dove abita?” ”Abita a Milano.” “Ma è distante 200 km da qui, come fa a disturbarti?” “ Lui ha i superpoteri”. “Ora sono convinta che "qualcuno", non so se chiamarlo "Dio" (mi ritengo agnostica però..), il "destino", il "fato"... ce l'abbiano con me. Ho costantemente la sensazione che questo "qualcuno", dall'alto, abbia già deciso per me. Ecco...già deciso per me. E qualcuno non vuole che io stia tranquilla, non vuole che io faccia cose semplici e soddisfacenti. Qualcuno vuole in sostanza, farmi morire.” In questo interessante libro si parla del delirio, dapprima tracciandone una cronologia e poi descrivendo le declinazioni quotidiane che causano l’infelicità di chi la vive e di chi la subisce. Alle volte si pensa che il la persona che delira sia uno che ha un modo alternativo di pensare, a cui la società in un certo qual senso limiterebbe la libertà. In realtà e tutto il contrario. Il delirio è una espressione di mancanza di libertà . “La persona non può non delirare e non può pensare diversamente”. Il pensiero del delirante è sostanzialmente saturo, incapace di essere aperto alla conoscenza e ai dubbi. Nel libro ho trovato le biografie di alcuni persone più o meno conosciute. -David Lazzaretti, considerato il Cristo dell’Amiata, era un mistico visionario (Link) ucciso dai carabinieri durante una processione in preparazione dell’imminente instaurazione di un regno dello spirito. - Anders Behring Breivik (1979-) terrorista norvegese è stato responsabile di un omicidio di massa nel luglio del 2011. - John Eleuthère du Pont (1938-2010) figlio di una ricchissima famiglia americana, dal comportamento eccentrico, uccise in presa a delirio persecutorio una persona. -Iosif Vissarionovicˇ Džugašvili (1878-1953), dittatore dell’Unione Sovietica, noto con il nome di Stalin. Figlio di un alcolista, non potè partecipare alla prima guerra mondiale a causa di menomazione a un braccio, di bassa statura, era di una freddezza impressionante, umiliò talmente tanto la sua seconda moglie fino a spingerla al suicidio, irrise il tentativo di suicidio di suo figlio Jakov dicendo che non era capace neanche di uccidersi e chiamava sua mamma, “quella vecchia puttana”. Quando viaggiava in treno, per paura di complotti, ne faceva partire 5, di cui quattro con suoi sosia. Fece un solo volo aereo, verso Teheran e si fece scortare da 27 caccia. Dal 1930 al 1938 ordinò le famose purghe staliniane che miravano ad uccidere qualsiasi potesse, anche minimamente, insidiare il suo potere. Sterminò addirittura i comandi militari arrivando a ridosso della seconda guerra mondiale con la mancanza di ufficiali nel suo esercito. Diventò sempre più paranoico e megalomane facendosi chiamare con titoli altisonanti quale “Genio brillante dell’umanità”. Il suo potere causò la morte di 50-60 milioni di persone. “L’uccidere gli dava un senso di potere, tanto che si vociferava si facesse descrivere i particolari della morte delle persone importanti, trovandoli molto divertenti.” “Fa profondamente riflettere che le uccisioni di decine di milioni di russi siano passate del tutto in secondo piano rispetto all’olocausto ebraico, considerato anche che Stalin aveva preceduto di anni lo stesso Hitler con deportazioni e stermini.” -Wilhelm Reich, esponente molto famoso della psicanalisi e dalle teorie fantasiose come quella “dell’orgone”. - Franziska Schanzkowska sostenne fino alla sua morte di essere Anastasia Nikolaevna Romanova, l’ultima figlia dello zar di Russia, ma venne sconfessata dall’esame del Dna. Anche in Italia ci difendiamo bene. Paolo Albani (LINK) ha raccolto le biografie di 70 “mattoidi italiani” suddividendoli per tipologia: astronomi, fisici, scienziati, linguisti, filosofi, trasmettitori del pensiero, profeti, ideatori di nuove religioni, psicologi … Per ultimo sull’argomento segnalo un piccolo video di un medico che riporta alcune malattie mentali : Link Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Potrà sembrare strano ma è possibile prevedere il 90% degli eventi futuri, senza rivolgersi a una chiromante o a qualche fattucchiera. Potrebbe sembrare assurda un’affermazione del genere, ma “purtroppo” è vera.
L’applicazione del metodo matematico noto come “teoria dei giochi” permette di ottenere questi risultati, non solo in qualche campo ma sostanzialmente in tutti. È quanto sostenuto dal libro: Bruce Bueno De Mesquita, L'uomo del destino, il mio metodo matematico per predire il futuro, Rizzoli 2011. Purtroppo la lettura, genera in un lettore idealista, propenso a pensare il genere umano rivolto ad evitare il male e scegliere il bene, una considerevole amarezza. L’autore docente di teoria politica alla NYU e consulente della CIA in questo libro spiega, come applicando “la teoria dei giochi”, sia possibile fare previsioni piuttosto accurate circa gli esiti futuri. Cominciando ad analizzare tutti gli attori di una determinata situazione ed assegnando in base a dei calcoli statistici una percentuale di forza, è possibile ottenere sostanzialmente delle previsioni abbastanza approssimate sugli sviluppi futuri. Il presupposto di base all’origine di tutto è sostanzialmente un approccio utilitaristico, il quale, detto in maniera semplice, significa che gli uomini tendono a fare i propri interessi. Il libro passa in rassegna alla luce di questa teoria una serie di fatti storici dove dimostra la sua tesi, come nel caso di Cristoforo Colombo, dell’ascesa di Khomeini, di piazza Tienanmen e di tanto altro. Quando ho letto questo libro, Kim Jong Sun inquietava la popolazione mondiale con minacce nucleari. L’autore sosteneva che per quanto si sia dispotici non si rimane al governo senza abilità, che prevedono una catena di comando ben oliata. Contrariamente a quanto alle volte certa gente diceva, in maniera sbrigativa, definendolo “matto”, l’autore sosteneva che le sue minacce erano una strategia voluta per ottenere dei finanziamenti alla sua nazione, cosa che poi con accordi con il presidente Trump è effettivamente avvenuto. Purtroppo ho dovuto dargli ragione, le sue previsioni erano giuste. Sostanzialmente (anche se non molto esplicitato ) il processo di previsione si articola così:
Per esempio in una situazione in cui vi sono due forti contendenti, supponendo che tutti i soggetti coinvolti tendono a pensare ai propri scopi, potrebbe succedere che entrambe le forze dei contendenti si annullino, fino a favorire un terzo soggetto che nessuno avrebbe pensato avere una chance. E' un libro che fa riflettere anche se lascia una certa amarezza. L’autore inquadrando i vari fatti all’interno della teoria dei giochi, perviene alla definizione di una umanità incline a pensare solo ai propri interessi e perciò tendenzialmente emerge una visione pessimistica. Se ne consiglia la lettura. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Libro di riferimento: Martin LIndstrom,Small data. I piccoli indizi che svelano i grandi trend. Capire i desideri nascosti dei tuoi clienti, Hoepli 2016.
Film consigliato: The place Dice il libro che il livello di felicità di una nazione diminuisce in proporzione diretta con il livello di trasparenza. Più la gente sa e conosce e più aumenta il senso di inferiorità e conseguentemente il sentimento di insoddisfazione di se stessi. Internet fa confrontare le persone di tutto il mondo ed esso è implacabile e disarmante. La gente non regge il confronto. Una volta, inoltre, c’era un oblio naturale dei ricordi e chi aveva alle spalle una cattiva reputazione poteva in qualche modo ripartire da zero, oggi non è più così, tutto viene ricordato, tutto è filmato. Lindstrom riferisce che in Russia e Cina dove i media sono controllati , la popolazione non è esposta alle idee di perfezione che fomentano aspettative irrealizzabili di felicità. Quasi tutti gli occidentali che visitano i paesi del terzo mondo ritornano con l’impressione che loro sono più felici di noi. In realtà essi non si sentono più felici o meno felici, ma semplicemente sentono di vivere la loro vita. Il diritto alla felicità secondo l’autore non è un’aspirazione innata nell’uomo, anche se moltissimi autori e filosofi hanno riflettuto su questo tema, bensì un esito dell’illuminismo. Prima di questo l’occidente era pervaso da una certa austerità e poi questa corrente intellettuale ha trasmesso l’idea che era legittimo sottrarsi all’infelicità e alla sventura. Purtroppo però succede che le persone non si sentono mai arrivate e “l’asticella” viene spostata sempre più in alto, tanto che ci si sente sostanzialmente infelici. Negli Usa la felicità è un obbligo e perciò in modo paradossale ci si condanna al contrario. Un sondaggio Gallup che chiedeva alle persone se il giorno prima avessero riso, abbracciato o altre esperienze positive, fece risultare in alto molti paesi dell’America latina e in posti molto inferiori paesi occidentali con un tenore di vita molto elevato come i paesi scandinavi. L’autore continua il suo discorso, dicendo che ogni cultura è consolidata intorno a certe idee che inevitabilmente ne negano altre ma di cui la gente in qualche modo ne sente la mancanza. I desideri negati, anche moralmente riprovevoli, portano al “politicamente corretto, ma sotto la cenere del perbenismo covano le braci dell’inespresso. Nei diversi paesi che visita l’autore si è accorto che i comici sono pagati e fanno ridere proprio intorno agli argomenti che una società considera taboo. Essi sono seguiti perché riescono a dire quello che gli altri si vergognano di dire. Da una parte si cerca quello che si ritiene giusto e dall’altra di nascosto si sente di avere pensieri totalmente contrari, anche detestabili. Deve stupire il fatto che nel 2014 il regalo di natale più venduto negli Usa fu “Cards Against Humanity”. Era un gioco da tavola definito deprecabile dallo stesso sito ufficiale, con temi come “Auschwitz”, “il testicolo mancante di Lance Amstrong”, “l’invidia del pene”, “fregarsene del terzo mondo” e altri temi odiosi. Nella civiltà occidentale questa è un epoca di uniformità, e di solipsismo diffuso. La gente cerca nei centri commerciali e negli oggetti da comprare la risposta alla loro infelicità e facendo così vede le stesse cose in tutti i posti. Girate un po’ dappertutto e vedrete la gente sui centri commerciali tutti pressoché uguali, a spingere i soliti carrelli, per prendere le solite robe, nelle catene dei negozi con i soliti marchi. Quando le cose sono tutte uguali la vita diventa tediosa. Paulo Coelho ha scritto: “Se pensi che l’avventura sia pericolosa, prova la routine. È letale.” Nel nome della felicità per tutti si è perso il senso di comunità e l’individuo non si sente parte di un gruppo o di un entità sociale ma ricerca disperatamente di accontentare se stesso. Siamo come Narciso tutti intenti a guardarci addosso e … l’epilogo della sua storia lo sapete. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Di Johann Dréo (User:Nojhan): LINK
Martin LIndstrom,Small data. I piccoli indizi che svelano i grandi trend. Capire i desideri nascosti dei tuoi clienti, Hoepli 2016. Per cercare di capire che cosa sta veramente a cuore e quali sono i taboo di una società, quello che viene scritto sui “social” difficilmente ci può aiutare. Quello che viene pubblicato è pensato , ragionato , in modo da dare un’immagine di se, molte volte diversa rispetto al “reale”. Invece l’interno del nostro frigo, dei cassetti, del comò dove noi pensiamo che nessuno andrà a sbirciare, può essere più veritiero di quanto si scrive in internet. È un po’ come in Danimarca dove nei salotti di molte case si possono notare dei trenini di altissima qualità. Se seguissimo le statistiche (big data), saremmo indotti a pensare che quello è il trend giusto, e che in quel settore si esprime il desiderio della società. Poi invece indagando con attenzione si scoprirebbe che sono oggetti solo di arredo con cui nessuno gioca, mancano infatti i segni di usura. Oggetti quindi che una volta comprati non hanno bisogno di essere sostituiti, riparati e quindi senza un vero mercato. L’insieme di abitudini, gesti, scelta di colori, di immagini, password e tanto altro è quello che Lindstrom definisce come “small data”, queste informazioni integrate insieme ai grandi numeri ci possono rivelare i desideri nascosti di una società, i suoi taboo, le sue chiusure. È singolare che gli inglesi siano quelli che fanno maggiore uso delle emoji che strizzano l’occhio, forse è un modo compensatorio per la loro riservatezza. I russi vivono in una sorta di mondo tutto grigio. Grigi sono il loro palazzi, la gente i posti. Nessuno ride od è allegro. Provate a chiedere ai russi che cosa preferiscono e loro vi diranno che apprezzano vedere la gente che si diverte. L’autore riferisce che in Siberia c’è un alcolismo dilagante, esso per certi versi è una piaga e nello stesso tempo una risposta al grigiore della vita. Quasi tutti i russi con cui ha parlato gli hanno riferito che gli sarebbe piaciuto vivere in Italia, in Francia o in Svizzera, anche se in quei paesi non c’erano mai stati, ma essi erano il simbolo di buona cucina, di gente che sorride, di tempo libero, romanticismo, seduzione e libertà. A detta dell’autore il peccato più grave degli uomini è quello dell’inconsapevolezza, del non essere all’erta, quello di non aprire gli occhi e vedere oltre la cortina di fumo. Se siamo attenti possiamo capire i bisogni e i sogni delle persone ( i quali possono essere dettati dalla natura umana ma anche indotti dal contesto socio-culturale) e comportarci di conseguenza. Lindstrom ha notato che una volta si mangiavano i gelati leccandoli un po’ alla volta ora invece si mordicchiano subito dalla cima. Oggi il tratto peculiare della nostra cultura, secondo lui, è l’immediatezza. L’avvento della cultura digitale che ci consente l’accesso veloce a qualsiasi nozione ha contagiato anche altri settori. Vogliamo tutto e subito, anzi ancora prima che l’abbiamo pensato. Egli si domanda quale impatto avrà sulle generazioni di oggi e di domani il cambiamento portato dalle nuove tecnologie digitali. Le società oscillano sempre e alternano costantemente i desideri creando squilibri a loro volta compensati da scelte antagoniste che portano a uno squilibrio pure loro. E questo avviene un pochino in tutti i settori. Una volta le elezioni sono vinte dai democratici e un’altra dai repubblicani. I pantaloni ora sono a vita bassa ora a vita alta, ora a zampa di elefante ora a tubo. Una generazione predilige uomini barbuti e l’altra li avversa. Gli uomini e le donne di un paese tendono a ribellarsi allo squilibrio di uno stato. Lo fanno in maniera cosciente o inconscia. In America il toccarsi fisicamente è evitato perché si è portati a pensare a connotazioni sessuali, nello stesso tempo è il paese con giochi di contatto come il football che consente agli uomini di toccarsi, lottare, placcare e abbracciarsi. La Francia è la nazione conosciuta per i suoi lunghi pranzi e le sue numerose portate ma nello stesso tempo è il primo paese al mondo per il consumo di cibi pronti, sia surgelati che fast food. Il Giappone , è una nazione educatissima e formale, ma nello stesso tempo presenta moltissimi “sex hotel” e carrozze di treni riservate per evitare molestie alle donne. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Un autore e un libro di saggistica tra i più belli che ho letto in questi anni: Martin LIndstrom,Small data. I piccoli indizi che svelano i grandi trend. Capire i desideri nascosti dei tuoi clienti, Hoepli 2016. Video: link e tanti altri sul web. Small data, ovvero l’importanza dei piccoli indizi per scoprire che cosa sta veramente a cuore alle persone. Un libro per tutti, commercianti, politici, insegnanti, dirigenti scolastici, preti e chiunque voglia conoscere e capire la gente e in ultima analisi se stesso. A dodici anni una malattia lo pose in uno stato di isolamento per mesi senza potersi muovere, durante questo periodo per passare il tempo imparò ad essere attento ad ogni minimo dettaglio della vita di ospedale, chiedendosi il perché di certi rumori, andature di persone, timbro di voce, modo di reggere le cose e tanto altro. Quando uscì dall’ospedale ebbe il senso che nessuno mai avesse compreso gli esseri umani meglio di lui. Perché il paziente tal dei tali rovescia sempre il bicchiere dopo avere bevuto, perché l’infermiera oggi parla con voce roca? Compiva centinaia di osservazioni tutto il giorno, che poi archiviava nella sua mente, e a cui poi successivamente cercava di dargli un senso. E di cose ne ha scoperto davvero tante, tanto da cambiare le sorti di aziende che erano in via di fallimento. Agli inizi degli anni ’90 la Lego era in crisi e stava meditando di semplificare le sue costruzioni, fu il suggerimento di Lindstrom che la portò a imboccare una strada diametralmente opposta. Dall’attenzione posta sul comportamento di un ragazzino appassionato di skateboard arrivò alla conclusione che le costruzioni dovevano diventare una sfida, dovevano essere difficili, tanto da far stupire le persone una volta realizzate; dovevano diventare un orgoglio e una conferma di essere validi, perché ciò di cui avevano bisogno gli utenti era quella di consolidare la propria autostima, la propria reputazione. La Lego si risollevò arrivando addirittura a superare il fatturato della Mattel, uno dei colossi nella produzione di giocattoli. Per quanto insignificante possa apparire un dettaglio molte volte nasconde un significato. Le domande che Martin costantemente si fa sono: A cosa aspira la gente? Come si formano i gruppi di persone? Cosa distingue una cultura dall’altra? Quali desideri profondi vengono negati in un determinato contesto sociale e che cosa potrebbe fungere da surrogato? I piccoli dettagli (small data) si possono trovare dentro a un cestino, in un armadietto, in un album fotografico, nelle cose insignificanti della vita di tutti i giorni, anche nella posizione di un rotolo di carta igienica, per assurdo. L’unione di più dettagli insignificanti insieme a idee e osservazioni provenienti da tutto il mondo danno vita alle fondamenta di un futuro brand o business. Lui è alla ricerca del “desiderio” delle persone, quella cosa che, in qualche modo quella cultura o quel posto reprime. Il desiderio è un a tensione irrisolta che motiva il comportamento delle persone anche in modo inconsapevole. Il desiderio si manifesta centinaia di volte al giorno, in moltissimi modi. Può essere desiderio sessuale, fame di cibo, voglia di trasgressione, desiderio di rivaleggiare oppure di sentirsi parte di un gruppo e tante altre forme. In nome del desiderio ogni giorno facciamo una serie enorme di azioni, ci rasiamo, ci vestiamo in un certo modo, spendiamo, ci indebitiamo, rischiamo o ci facciamo del male. In tutto il mondo, ogni cultura ha i suoi desideri e le vie di fuga. I brasiliani vanno in spiaggia, gli americani al centro commerciale, gli inglesi alle partite di calcio. Se siete in Arabia Saudita la fuga può essere in Oman. Se siete in Oman volete andare a Dubai. Se siete a Dubai vorreste essere a Londra. Londra sogna l’Andalusia o la Costa Azzura. L’uomo in qualunque posto si trovi si sente mancante di qualcosa. Ci manca sempre qualcosa… Saluti Giuliano Mazzocco Testo di riferimento: Daniela Di Battista, La coppia intrappolata. Agganci nevrotici, Springer Verlag (2012).
La relazione di coppia è un tema importantissimo nella vita delle persone. La maggior parte della nostra esistenza solitamente viene condivisa con un altro essere umano. A scuola si studiano tantissimi aspetti dello scibile ma questo argomento è oggetto di un silenzio quasi assordante. Nessuno nelle discipline scolastiche ne prevede una disamina e/o una descrizione. Con ciò non si pretenderebbe una dissertazione scientifica, anche perché l’argomento è piuttosto complesso e per certi versi sfuggente, ma almeno sarebbe buona cosa il coraggio di interrogarsi su dinamiche, presupposti, maturità affettiva e tanto altro. Il testo di cui propongo la recensione si inserisce in questo grande argomento che è la relazione di coppia e affronta il tema dei rapporti nevrotici ( ricordo al lettore che nevrosi significa una risposta inadeguata a un problema; per maggiori informazioni si veda la definizione di wikipedia al seguente LINK) Quando nella coppia succedono continuamente difficoltà e incomprensioni, il rapporto si involve in una serie di frustrazioni e rivalse. Invece di essere uno per l’altro in una sorta di moltiplicazione matematica si sminuiscono le capacità proprie o del partner instaurando un circolo vizioso che impoverisce la maturità della persona e mette in evidenza le fragilità inconsce. Sensi di colpa, ricatti psicologici, copioni strutturati da tempo (Eric Berne), sono alla base di una relazione fonte di sofferenza per le persone e con esiti alle volte nefasti. L’individuo in queste dinamiche di coppia perde la maturità relazionale e riemergono modalità infantili e/o inadeguate di portare avanti il rapporto. Certe relazioni sono fondamentalmente malate e generano stati profondi di malessere psicologico, sfocianti perlopiù in sindromi depressive. Di fronte a ciò di solito il terapeuta interviene per risolvere la depressione ma nel fare ciò scambia la conseguenza per la causa. Non è la depressione all’origine del cattivo rapporto ma è il contrario. Una ristrutturazione cognitiva e comportamentale dell’individuo, a detta dell’autrice, sarebbe molto più proficua. Riprendere in mano i propri atteggiamenti, riflettere sui propri moti d’animo e sulle dinamiche sottostanti al rapporto, porterebbe alla risoluzione del malessere e liberebbe l’individuo dalle catene di un rapporto malato. Nel rapporto nevrotico la realtà viene distorta e la lettura sbagliata del reale diventa il metro di misura nella relazione. Da questo arrivano le accuse di inadeguatezza, inettitudine e incapacità che a furia di essere dette minano l’autostima e intrappolano le persone. Così succede che uno dei due si auto convince di essere incapace e inidoneo. Pensa che il partner abbia ragione e la sua presenza sia necessaria a colmare i suoi limiti. In questo stato di sudditanza diventa difficilissimo rivendicare e ripristinare una visione corretta e una relazione positiva. I rapporti nevrotici sono di solito l’incontro di una personalità succube, ossessivo-compulsiva e auto frustrante e di un individuo con caratteristiche dominanti, con disturbo di personalità paranoide e narcisistica. È evidente che le due personalità si attraggono perché uno compensa l’altro, ma le fondamenta di una relazione di questo tipo sono immature. L’unione è solidissima perché si fonda sulle reciproche debolezze e il solo pensiero di allontanarsi uno dall’altro li fa stare molto male. Molto interessanti sono i tentativi di spiegazione psicologica che stanno alla base di questo comportamento. Molte di questi reputano la causa a cattivi rapporti con le figure di attaccamento in età infantile. Come già detto la soluzione sarebbe nel riprendere in mano i propri atteggiamenti, riflettere sui propri moti d’animo e sulle dinamiche sottostanti al rapporto. Buona lettura Saluti Giuliano Mazzocco Testo di riferimento: Diego De Vita, brevettare facile, Esselibri-Simone 2010.
Sito web: www.uibm.gov.it Video: link1, link2, link3. Come precedentemente detto un diritto brevettuale consente la produzione e la commercializzazione in maniera esclusiva. Gli stati riconoscono la proprietà intellettuale e la proteggono, perché questo ha consentito lo sviluppo della tecnologia e della ricchezza. SCRIVERE CON SUCCESSO UN BREVETTO Il brevetto è in sostanza un privilegio concesso da un governo a un cittadino. Quando si parla di brevetto si pensa solitamente a un’invenzione ma in pratica si tratta di un contratto in cui lo stato si impegna a far rispettare la vostra “proprietà intellettuale”. Perciò un brevetto fatto male non riuscirà a difendere l’invenzione dalla concorrenza, la quale troverà i “buchi” per sviluppare prodotti alternativi.
Dopo circa nove mesi arriva da Monaco di Baviera (sede centrale europea per la brevettazione a cui si rivolge anche l’Italia) il rapporto di ricerca. Se l’esito sarà favorevole si potrà estendere la domanda a livello internazionale. Spetterà al titolare valutare l’opportunità di questo passo, perché può essere non conveniente proseguire, rispetto agli incassi che si possono prevedere dallo sfruttamento della privativa. Dopo circa due anni dal deposito della domanda l’esito brevettuale si dovrebbe concludere. La privativa rimarrà in essere per 20 anni nel caso di brevetto per invenzione industriale, previo il pagamento delle tasse connesse. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Testo di riferimento: Diego De Vita, brevettare facile, Esselibri-Simone 2010.
Sito web: www.uibm.gov.it Video: link1, link2, link3. Una domanda di brevetto può essere presentata a livello europeo, in una delle tre lingue consentite che sono il francese, il tedesco o l’inglese. In tal modo con un’unica istanza si riesce ad ottenere una protezione iniziale in 40 paesi che hanno aderito a questa convenzione. Passato un certo periodo occorre, però, valutare se la richiesta in tutti i paesi o in parte di essi è sostenibile, perché bisogna pagare le rispettive tasse e questo può essere molto oneroso. Se uno deposita la domanda in Italia è particolarmente facilitato perché occorrono soli 50 euro di pagamento per via telematica, o 200 se si deposita presso una delle camere di commercio. Il costo della ricerca di anteriorità che viene svolta a Monaco dall’EPO è a carico del ministero dello sviluppo economico italiano, il quale pur di incentivare l’innovazione si prende in carico questo onere. Se entro dodici mesi dal deposito della domanda italiana, inoltre, la si estende a livello europeo l’invenzione rimane protetta a costo nullo per altri 18 mesi. In questo tempo il depositario della domanda ha modo di verificare se la sua idea è appettibile al mercato e può fare le scelte più opportune. REDIGERE UN BREVETTO Nell’approntare la redazione di un brevetto occorre farsi alcune domande iniziali in modo da avere le idee chiare il più possibile. Esse sono:
Il 30% delle domande presentate presso gli uffici, cercano la protezione giuridica per invenzioni già conosciute, e sono quindi un inutile spreco di denaro. Per sincerarsi sulla novità della propria invenzione occorre fare una ricerca preliminare molto approfondita, presso alcuni database di libero accesso, di cui i principali sono:
Una volta appurato il più possibile il requisito di novità della propria invenzione si può procedere alla stesura dei documenti richiesti per la domanda. Nel mio caso, data l’inesperienza ho fatto una buona ricerca ma non sufficiente. Avrei potuto rivolgermi almeno a un “incubatore di impresa”, per verificare con maggiore certezza la validità della mia ricerca, ma la scarsa fiducia nel valore della mia invenzione mi ha fatto desistere. Invece le cose non stavano così, la mia idea alla prova dei fatti era buona, ed inoltre esisteva già un deposito simile al mio ma meno performante. Questo ha comportato alcuni problemi (speriamo nel frattempo di averli risolti) che potevano essere evitati nel caso mi fossi affidato a una consulenza professionale. Perciò il mio consiglio è di curare per bene questo aspetto che vi permette di verificare il preesistente e di definire successivamente le caratteristiche innovative della vostra invenzione. Presso “l’incubatore di impresa” della mia zona con 350 euro avrei potuto fare la ricerca d’anteriorità e con ulteriore 250 euro avrei avuto la revisione e correzione dei documenti da presentare per il deposito della domanda. Con un costo totale di 650 euro perciò avrei avuto un deposito brevettuale italiano dotato di una certa qualità e capace di superare il successivo esame utile per il rilascio del brevetto. Nel prossimo post si spiegherà la redazione dei documenti utili per il deposito della domanda di brevetto per invenzione industriale. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Moka.steam.png: Sam Fentress
Testo di riferimento: Diego De Vita, brevettare facile, Esselibri-Simone 2010. Sito web: www.uibm.gov.it Come detto in un precedente articolo nel 2012 è stata promulgata la legge 221 recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese, tra cui la possibilità di creazione di startup innovative. Per poterle creare occorre essere in possesso di almeno uno dei tre seguenti requisiti: 1) destinare come minimo il 15% del bilancio in ricerca o sviluppo, 2) avere nella propria forza lavoro almeno due terzi di personale con laurea magistrale, 3) essere in possesso di un deposito di brevetto per invenzione industriale o modello di utilità (LINK). Che senso ha il primo requisito? Perché dedicare parte del bilancio in ricerca e sviluppo se non per inventare cose nuove, e conseguentemente brevettarle. Il secondo è analogo al primo, infatti si suppone che persone altamente qualificate possano essere portatori di nuove idee che conseguentemente poi per tutelarle le brevettino. Il terzo requisito è il più esplicito, se si è in possesso di una privativa industriale si è nella condizione di essere agevolati nella creazione di una startup innovativa. Brevettare è importante, perché si presuppone in generale, con la presenza di una esclusiva, un alto valore aggiunto, e con questo anche un rilancio dell’economia. Ho scoperto però, che la cultura brevettuale in generale non è molto diffusa. Come ho detto in precedenza, io sono depositario di una domanda di brevetto per invenzione industriale (LINK), e la mia esperienza mi ha portato a conoscere molte persone, commercianti, imprenditori, insegnanti delle superiori, docenti universitari e tanti altri, ed ho rilevato una rilevante ignoranza riguardo alla brevettazione. Generalizzare un’esperienza personale non è metro di misura per accertare le cose, però forse non si è tanto lontani! Per questo desidero recensire e presentare per sommi capi il libro menzionato sopra. La Cina è diventata leader mondiale per domande di brevetto nel 2009, superando gli americani. In Italia contrariamente a quanto pensiamo, brevettiamo poco. A volte ciò può essere utile perché il deposito e il mantenimento di un brevetto può essere costoso. Tuttavia conoscere i diritti altrui e saper proteggere i propri interessi attraverso la conoscenza del diritto brevettuale è opportuno. Non basta avere capacità inventive, occorre anche conoscere la forma giuridica per proteggere le proprie invenzioni, soprattutto perché molte volte gli oggetti sotto tutela brevettuale possono comportare un alto valore aggiunto. CHE COSA è IL BREVETTO Il brevetto è un diritto di monopolio su una tecnologia. Lo stato, definiti certi requisiti, si impegna a proteggere la vostra idea da altri che possono copiare e vi dà un monopolio di produzione e commercializzazione. Il brevetto è di fatto un atto di proprietà intellettuale, con una durata temporale (20 anni per il brevetto industriale e 10 anni per il modello di utilità) in un determinato territorio. I brevetti presenti presso una nazione non sono riconosciuti automaticamente dagli altri stati perché non ci sono degli accordi di reciprocità e in teoria bisogna presentare una domanda presso ogni nazione. Ci sono però delle scorciatoie, ossia degli accordi internazionali che raggruppano diversi stati. Alcuni di essi sono: il brevetto europeo (raggruppa 36 paesi), l’ufficio africano per la proprietà industriale (OAPI), ARIPO, il PCT. Per saperne di si consiglia di consultare i siti www.epo.org www.wipo.int www.eapo.org Solo se si è in regola con il pagamento delle tasse all’interno del territorio in cui si è richiesto il brevetto si può esercitare il diritto di tutela dalla contraffazione. A livello europeo non si possono brevettare:
Al contrario si possono brevettare tutti gli apparecchi o metodi che risolvono un problema tecnico e che non fanno parte delle categorie sopradescritte. I tre criteri fondamentali per ottenere un brevetto europeo sono:
Questa prima parte finisce qui. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Testo di riferimento : Daron Acemoglu James A. Robinson, Perchè le nazioni falliscono. Alle origini di potenza, prosperità, e povertà, Il saggiatore 2013.
Video: Link Venezia, dice il libro, nel medioevo forse era la città più ricca del mondo. Nel 1300 aveva la stessa popolazione di Parigi e tre volte quella di Londra. Essa implementò durante in questo periodo istituzioni politiche ed economiche inclusive, ma successivamente una ristretta elite esercitò un monopolio involutivo, che di fatto la portò alla rovina. Mi ha sempre sorpreso in Veneto lo sviluppo urbano. Risulta molto evidente in certi paesi la villa padronale al centro e poi come la gramigna o l’edera sugli alberi un agglomerato informe di case. Molte volte si menziona la storia della repubblica di Venezia come qualcosa di glorioso da riesumare. Ci si dimentica che la repubblica veneziana è caduta perché era in mano a una asfittica e oligarchica elite di famiglie. C’erano pochi signori con delle grandi e stupende ville, e una pletora di popolo insediata ai bordi dei loro poderi o di qualche argine di fiume. Quando è arrivato Napoleone è finito tutto, si sono consegnati al nuovo padrone, giustamente senza opporre resistenza, ma se non ci fosse stato lui, ne sarebbe arrivato un altro, era solo questione di tempo, la situazione era ormai indebolita e non avrebbe saputo resistere agli scossoni della storia. Dove sono finite le grandi famiglie padronali del Veneto, che fine hanno fatto? Quando le istituzioni non assicurano la difesa della libera attività ed espressione dei suoi cittadini non si va molto lontano. Se non si lotta e si difendono le istituzioni inclusive il destino è segnato per tutti. E in Italia? Facciamoci la domanda, che politiche ci sono? Nascono pochi figli, con molti sacrifici li facciamo studiare e poi se ne vanno all’estero perché qui non ci sono possibilità. Che paese è, quando ai suoi figli non dà modo di esprimere le proprie capacità, inclinazioni e creatività? Sembra che la scuola italiana, nonostante tante critiche, sia di buon livello. Gli studenti usciti dalle nostre università sono ricercati all’estero per la loro preparazione (LINK). Come mai invece, è difficile inserirsi nella nostra realtà produttiva? Nel 2012 è uscita l’interessante legge 221 recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese tra cui la possibilità di creazione di startup innovative. Essa consente di avere agevolazioni e sgravi fiscali per chi fa nascere un’impresa a carattere innovativo. Per poterla creare occorre essere in possesso di almeno uno dei tre seguenti requisiti: 1) destinare come minimo il 15% del bilancio in ricerca o sviluppo, 2) avere nella propria forza lavoro almeno due terzi di personale con laurea magistrale, 3) essere in possesso di un deposito di brevetto per invenzione industriale o modello di utilità (LINK). Riguardo al terzo requisito, occorre fare una riflessione. In Germania si brevetta dieci volte in più rispetto all’Italia. Se come si dice siamo un popolo di navigatori poeti, … e inventori, come mai si brevetta così poco? Ho scoperto che manca sostanzialmente una cultura brevettuale. Pochi sanno come si brevetta e quando conviene. Probabilmente sarebbe utile inserire a scuola dei corsi. La cultura non ci manca, i nostri studenti sono in gamba e molte volte eccellenti, occorre sintetizzare e mettere a frutto le intelligenze. La brevettazione consente lo sviluppo di attività imprenditoriali ad alto rendimento. Secondo le statistiche ogni anno lasciano l’Italia 50 000 giovani. Le nostre migliori intelligenze se ne vanno, è veramente assurdo. Non ci può essere futuro per una nazione se non riesce a valorizzare le sue risorse. Bisogna intervenire subito con le opportune politiche di agevolazioni, che possono anche consistere anche in costi per la collettività, perché gli investimenti di oggi saranno il reddito di domani. Se non sarà così, allora la vignetta è proprio azzeccata. È brutto dirlo quello che sta succedendo è una castrazione. Nascono pochi figli e per giunta la situazione li obbliga ad emigrare. Non è che siano in atto delle politiche di “tipo estrattivo”? Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Testo di riferimento : Daron Acemoglu James A. Robinson, Perchè le nazioni falliscono. Alle origini di potenza, prosperità, e povertà, Il saggiatore 2013.
Come mai imperi millenari invitti a tanti eventi, a un certo punto della loro storia sono crollati? È questione di ciclo naturale delle cose come la nascita, crescita, maturità, declino e morte delle specie viventi? Ci sono meccanismi che posti in atto, portano inevitabilmente ad un esito negativo? IL libro presentato è lungo, ma nella sua tesi è breve. Il successo di una nazione è favorito dalle “politiche inclusive”, è sfavorito da quelle “estrattive”, si attua per mezzo della distruzione creatrice. Gli autori intendono per “politiche inclusive“ tutte quelle azioni e istituzioni, che garantiscono l’espressione delle capacità dei propri cittadini, assicurano il rispetto della proprietà privata, un sistema giuridico imparziale ed efficiente, la possibilità di aprire nuove attività, l’implementazione di innovazioni tecnologiche, e la presenza di un sistema di istruzione efficace. Se vengono poste queste condizioni di libera espressione delle proprie capacità, lo stato prospererà. Il benessere sviluppato dalle menti e dall’ingegno dei suoi cittadini brillanti, sarà creato. Se invece il potere sarà in mano ai “soliti”, se la libera iniziativa verrà inibita, allora sarà solo questione di tempo, perché prima o poi tutte le nazioni in questo stato saranno destinate inevitabilmente a fallire. Questo è ciò che gli autori intendono per “politiche estrattive” la cui caratteristica principale è soprattutto il drenaggio della ricchezza dei cittadini. La tesi degli autori è quella in cui a una prima fase in cui troviamo la presenza di politiche inclusive, subentra una seconda in cui un’elite prende il soppravvento e comincia ad attuare politiche estrattive, nell’intento di continuare ad assicurarsi i privilegi acquisiti. In questo modo si impediscono alle capacità “imprenditoriali” di rivelarsi. La situazione diventa asfittica e porta inesorabilmente al declino. Occorre, a detta degli autori, che si presenti una terza componente, essa consiste nella “distruzione creatrice”. Con ciò si intende sostanzialmente l’abbattimento dei privilegi, degli ostacoli alla libera iniziativa, e la rimozione di quelle componenti incapaci di rinnovarsi. Con queste parole sono sintetizzate le 527 pagine del libro. Gli autori spiegano poco il perché, il come, il quando, dell’instaurarsi di queste dinamiche inclusive o estrattive ma fanno una lunga carrellata di fatti storici a dimostrazione della loro tesi. Essi evitano una dissertazione sistematica dei processi, ma lasciano parlare la storia portando innumerevoli esempi, i quali vengono letti sotto le chiavi di lettura di politiche di inclusione, politiche estrattive, e distruzione creatrice. Anche se manca questo tipo di argomentazione, colpisce l’incalzare degli esempi. Uno di questi è il caso della cittadina di Nogales situata per metà territorio nel Messico e per metà negli USA, una povera e l’altra ricca. Stessa situazione geografica, stesso tipo di popolazione, due politiche differenti e conseguentemente due tenori di vita opposti. Pensate alla Corea del nord e alla Corea del sud, stessa etnia, stessa cultura, alla fine della seconda guerra mondiale entrambe in situazione economica di povertà, ora una sta reprimendo e affamando i suoi cittadini mentre l’altra è ricca e prospera. A tal riguardo aprendo il seguente LINK è possibile vedere il confronto tra le due Coree su google immagini. Le foto e i diagrammi parlano da soli, non c’è bisogno di alcuna spiegazione. La più evidente e impressionante è la foto da satellite dell’illuminazione notturna dei due stati. Sierra Leone, Zimbabwe, Haiti, Cambogia, Laos, Repubblica Domenicana, Ecuador, Perù e tanti altri costituiscono tanti esempi in avallo a questa teoria. Ne la cultura, ne la geografia e nemmeno l’ignoranza sono la causa del declino dei popoli ma l’attuazione di politiche estrattive. Una elite di persone prende il sopravvento e per preservare senza merito il loro potere e il loro status economico, cominciano a prelevare la ricchezza dei cittadini, causano la fame e bloccano le potenzialità di rinnovamento. Nel prossimo post la seconda parte. Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY 34 BUONI PRINCIPI DA APPLICARE NEL MARKETING, NEI RAPPORTI TRA LE PERSONE E PERCHÉ NO ANCHE A SCUOLA (seconda parte) Libro di riferimento: Noah J. Goldstein, Steve J. Martin, Robert B. Cialdini, 50 segreti della scienza della persuasione, TEA 2010.
video di riferimento: LINK In questo interessante libro sono sintetizzati alcuni principi da conoscere sia in ambito di marketing, ma anche nelle relazioni umane in genere. Gli autori, persone qualificate, riuniscono in questo libro sessant'anni di ricerche scientifiche su questo argomento. Ecco la seconda parte di principi:
Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY 34 BUONI PRINCIPI DA APPLICARE NEL MARKETING, NEI RAPPORTI TRA LE PERSONE E PERCHÉ NO ANCHE A SCUOLA (prima parte) Libro di riferimento: Noah J. Goldstein, Steve J. Martin, Robert B. Cialdini, 50 segreti della scienza della persuasione, TEA 2010.
video di riferimento: LINK In questo interessante libro sono sintetizzati alcuni principi da conoscere sia in ambito di marketing, ma anche nelle relazioni umane in genere. È bene specificare che nonostante il titolo parli di persuasione, vocabolo che alle volte da noi suona come raggiro, non è così per questo testo che evidenzia invece come i comportamenti etici e onesti nel marketing siano alla lunga premiati. Gli autori, persone qualificate, riuniscono in questo libro sessant'anni di ricerche scientifiche su questo argomento. Dei 50 principi ne presento sinteticamente 34, sperando di invitare il lettore a un ulteriore lettura e approfondimento:
Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY La bugia e la menzogna nella vita quotidiana degli uomini, alcuni spunti. Seconda parte uomo vitruviano aggiornato
Testo di riferimento: Ian Leslie - Bugiardi nati. Perché non possiamo vivere senza mentire (2014). Film di riferimento: Il primo dei bugiardi (The Invention of Lying) 2009 scritto e diretto da Ricky Gervais (https://www.cb01.uno/il-primo-dei-bugiardi-2009/ ). Gli uomini sono portati ad ingannare e ad auto ingannarsi, questa è la tesi di fondo del libro e del film oggetto di recensione, vediamo in questo secondo articolo altri aspetti interessanti:
Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Testo di riferimento: Tiziana canestri, Inclusione: l'interazione tra nuove tecnologie e didattica, Kindle edition.
Il testo in questione mette in evidenza l’uso delle nuove tecnologie per affrontare il tema dell’inclusione. Tra le tante cose segnalate meritano sicuramente attenzione i programmi di sintesi vocale che utilizzano la tecnologia text too speech, per aiutare i dislessici. Il libro riporta quanto emerge da “M. Peroni, La sintesi vocale come strumento compensativo per i soggetti con dislessia: quali effetti?, in Dislessia, vol. 3, Erickson, Trento, 2006”. Dalle ricerche effettuate, questo ausilio ha dimostrato essere lo “strumento compensativo” più performante per i dislessici. Un utilizzo costante e duraturo ha messo in evidenza miglioramenti consistenti nella comprensione di un testo rispetto a una lettura silente, e a una lettura ad alta voce da parte di un lettore umano. I programmi di gestione della sintesi vocale hanno il vantaggio di mantenere il testo visibile nello schermo e di permetterne l’evidenziazione sincronizzata delle parole che vengono pronunciate in una sorta di “effetto Karaoke”. Secondo gli studi di Higgins e Raskind (riportati da tale Peroni) si esercitano e vengono rafforzati “implicitamente le abilità di lettura poiché le persone seguendo la lettura con gli occhi da un lato leggono con la sintesi e dall’altro non perdono il segno aumentando i livelli di comprensione del testo.” In tale maniera si sfrutta il canale uditivo dell’utente insieme a quello visivo. Inoltre l’utilizzo di questi programmi, avrebbe dimostrato che lo studio sarebbe meno faticoso e stressante, favorendo così una maggiore riuscita degli studenti e di conseguenza diventando elemento di contrasto al fenomeno dell’abbandono scolastico. Per le persone senza difficoltà di lettura, il pregio di questi programmi di sintesi vocale è di aumentare notevolmente la velocità di lettura. All’inizio ci vuole un po’ di adattamento ma poi una volta che esiste un certo allenamento si comincia viaggiare a velocità impensabili e diventa oltretutto divertente perché in breve tempo si riescono a leggere moltissimi testi. Quello che sorprende poi è che a un certo punto ci si accorge che il visivo è di gran lunga più veloce del canale uditivo. Non tutti i testi comunque possono avere una velocità di lettura veloce a causa dello stile di scrittura dell’autore e il tipo di argomento. Sono ormai diversi anni che questo tipo di tecnologia è disponibile e si spera tanto che il suo uso possa trovare sempre più spazio. A tal proposito, in questo sito già fin dall’inizio della sua pubblicazione è stato segnalato un programma free che si chiama Balabolka. In rete è facilmente reperibile. Necessita di essere accompagnato anche dalla istallazione di “voci”. Per fare questo si cerchino su youtube i tutorial dedicati che spiegano come fare. Ricordo ora al lettore le principali caratteristiche:
Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY La bugia e la menzogna nella vita quotidiana degli uomini, alcuni spunti. Prima parte Testo di riferimento: Ian Leslie - Bugiardi nati. Perché non possiamo vivere senza mentire (2014).
Film di riferimento: Il primo dei bugiardi (The Invention of Lying) 2009 scritto e diretto da Ricky Gervais (https://www.cb01.uno/il-primo-dei-bugiardi-2009/ ). Non sempre siamo in grado di accettare e sostenere la realtà così come ci appare. L’individuo per favorire l’adattamento di se stesso alla vita e alle sue esigenze (alle volte terribili), è dotato come di un filtro, percepisce solo una parte di tale realtà e/o la ricostruisce a suo modo. Questa è la tesi sostanziale del libro citato sopra. Dice il testo di riferimento: “Le scoperte fatte ribaltano completamente i nostri vecchi preconcetti sul mentire. Quando ho cominciato a occuparmi di questo argomento pensavo che l’umana tendenza a mentire fosse una sorta di errore di progettazione destinato un giorno a essere eliminato; ho scoperto, invece, che questa tendenza è stata tra i motori evolutivi della nostre specie. Credevo di saper riconoscere un bugiardo; mi sbagliavo. Consideravo il mentire come un segno di instabilità mentale, ma ho scoperto che i bravi bugiardi tendono a essere persone più equilibrate della maggior parte di noi. Credevo di essere sempre sincero con me stesso; nessuno di noi lo è. Ho scoperto che ingannare se stessi è una necessità, piuttosto che un problema, e che porta ad avere successo nel lavoro, una salute migliore, rapporti più felici con gli altri. Ho imparato che se ci tolgono le nostre menzogne ci ammaliamo o cadiamo nella depressione e nella follia”. Sono parole forti. Cosa ne pensa il lettore? Se siamo immersi in un mondo di bugie che cosa dobbiamo pensare di noi stessi, degli altri e del mondo che ci circonda? Vengono messi ora in evidenza alcuni fatti che invitano a riflettere in tal senso.
https://www.youtube.com/watch?v=Xvi1YOrE1I0 https://www.youtube.com/watch?v=HETkOoh4Rrs https://www.youtube.com/watch?v=VyYqZJZ2TsA
PRIVACY POLICY Alcuni aspetti e considerazioni sulla prima guerra mondiale sul fronte italiano fonte https://www.flickr.com/photos/yotut/3420888351 Testo di riferimento: Alessandra Colla, Grigioverde rosso sangue. Combattere e morire nella Grande Guerra del 15-18, GoWare 2014.
Durante il conflitto, le pinze degli italiani erano di scarsa qualità e poco adatte a tagliare i reticolati nemici profondi dai sei agli otto metri, per giunta sotto il fuoco dell’avversario. La loro presenza era comunque migliore rispetto ai primi giorni di guerra in cui i soldati,”sprovvisti di strumenti adeguati, tentavano (dovevano tentare) di aprirsi un varco nei reticolati con le mani, con le vanghette, con il calcio dei fucili e perfino gettandovi sopra dei sassi. L’esortazione a rompere i reticolati con i denti, venne in alcuni casi incredibilmente presa alla lettera”. Il libro inoltre continua a narrare che i soldati italiani al fronte non disponevano di elmetti:” i fanti andavano all’assalto con il chepì di panno, i bersaglieri col casco (senza piume) e gli alpini col cappello (senza penna nera); all’inizio del conflitto la dotazione di elmetti era di 6 ogni 250 uomini (Melograni, 1998). Successivamente ci si rese conto della necessità di proteggersi in maniera più adeguata. Più avanti il testo prosegue dicendo che la strategia di guerra italiana realizzata con diversi tentativi di sfondamento delle linee nemiche è stata praticamente uguale per gran parte del periodo bellico. Le 12 battaglie del Generale Cadorna furono praticamente condotte alla stessa maniera. Più che ad azioni strategiche si è assistito a un lungo e lento massacro delle truppe impegnate al fronte, un annientamento progressivo di entrambi i contendenti. Non in questo libro ma in altri, qualcuno fa notare che il numero dei morti italiani è grossomodo uguale all’incirca,come percentuale, a quello degli altri paesi coinvolti e anzi leggermente al di sotto. Altri ribadiscono che quelle erano le tecniche di guerra attuate in quei periodo e sbagliamo a leggere con gli occhi di adesso i fatti del passato. Queste affermazioni sono senz’altro ragionevoli però qualche pensiero sulla insensatezza della strategia bellica e qualche critica su come sono state condotte le operazioni militari sorge spontaneamente. E tu caro lettore che ne pensi, si poteva fare diversamente? Se si osservano le statue dei monumenti ai caduti si vede chiaramente che i soldati non portavano le calze ma una lunga striscia che si avvolgeva attorno alla gamba fino al ginocchio: sono le cosiddette pezze da piedi. Il Comando supremo emanò una direttiva contenente alcuni consigli per evitare il congelamento dei piedi. Diceva di non stringere troppo le fasce sulle gambe. «Anzi, nell’opuscolo edito dal Ministero della Guerra, Istruzione per l’igiene, due pagine erano dedicate non solamente al modo di adattarle al piede, ma ad illustrarne l’utilità e convenienza. “Con la pezza da piedi ben assestata si cammina”, leggiamo, “molto meglio che non con la cosiddetta calza ed il piede si mantiene assai fresco e poco maleodorante”» (De Biase, 1969). Se il lettore non ha mai sentito parlare della disciplina militare in tempo di guerra deve sapere che era terribile e spietata, mentre compivo il sevizio militare ho appreso che la pistola d’ordinanza dei sottotenenti era sostanzialmente l’arma per “punire” i codardi in combattimento. Vigeva in quei frangenti, inoltre, il sistema della decimazione il quale prevedeva per i reparti macchiatesi di codardia o insubordinazione l’uccisione di un soldato ogni dieci. Dice il libro: “poche settimane prima, il 28 settembre, il gen. Cadorna aveva emanato una delle famose otto circolari sulla disciplina di guerra, che fissava senza possibilità d’appello le sanzioni per i colpevoli: «[…] ognuno deve sapere che chi tenti ignominiosamente di arrendersi o di retrocedere, sarà raggiunto […] dalla giustizia sommaria del piombo delle linee retrostanti o da quello dei carabinieri incaricati di vigilare alle spalle delle truppe, sempre quando non sia stato freddato prima da quello dell’ufficiale. Per chiunque riuscisse a sfuggire a questa salutare giustizia sommaria, subentrerà – inesorabile, esemplare, immediata – quella dei tribunali militari […]. Anche per chi, vigliaccamente arrendendosi, riuscisse a cader vivo nelle mani del nemico, seguirà immediato il processo in contumacia e la pena di morte avrà esecuzione a guerra finita» (Monti, 1922)”. Recentemente una persona, leggendo l’articolo precedente del blog, diceva che “sono cose del passato , ormai troppo lontane per interessarci, è molto più importante la seconda guerra mondiale e i suoi prodromi successivi”. Studiando a fondo la prima guerra mondiale si scoprirà invece, che le sue conseguenze hanno posto le basi per lo scoppio del secondo conflitto. Indagare sulla grande guerra ha ancora significato. Dopo quei maledetti anni l’Europa ha cambiato radicalmente volto. Qualcuno pensa che le guerre e le rivoluzioni anche se dolorose portino a una riforma e a un progresso. Fortunatamente in occidente siamo in pace da settantanni, e in questo periodo l’umanità ha visto cambiamenti enormi rispetto ai periodi passati. Possediamo una tecnologia molto sviluppata e potente, e così tante risorse per cui si può dire nonostante tutti i problemi, che mai l’umanità è stata così bene, e se si volesse forse si potrebbe stare ancora meglio. Anche se queste affermazioni sembrano esagerate provate a confrontare il tenore di vita di adesso, con quello di altri periodi, e vedrete che nonostante tutto siamo in un periodo unico per l’umanità. Sorgono però delle domande: riuscirà l’uomo a mantenere il tenore di vita attuale? Riuscirà a migliorarlo ulteriormente senza distruggere le risorse ambientali? Cosa ne pensa il lettore? Si può vivere in pace e prosperare senza ricorrere alla guerra? Saluti Giuliano Mazzocco. |
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