Testo di riferimento: Daniela Di Battista, La coppia intrappolata. Agganci nevrotici, Springer Verlag (2012).
La relazione di coppia è un tema importantissimo nella vita delle persone. La maggior parte della nostra esistenza solitamente viene condivisa con un altro essere umano. A scuola si studiano tantissimi aspetti dello scibile ma questo argomento è oggetto di un silenzio quasi assordante. Nessuno nelle discipline scolastiche ne prevede una disamina e/o una descrizione. Con ciò non si pretenderebbe una dissertazione scientifica, anche perché l’argomento è piuttosto complesso e per certi versi sfuggente, ma almeno sarebbe buona cosa il coraggio di interrogarsi su dinamiche, presupposti, maturità affettiva e tanto altro. Il testo di cui propongo la recensione si inserisce in questo grande argomento che è la relazione di coppia e affronta il tema dei rapporti nevrotici ( ricordo al lettore che nevrosi significa una risposta inadeguata a un problema; per maggiori informazioni si veda la definizione di wikipedia al seguente LINK) Quando nella coppia succedono continuamente difficoltà e incomprensioni, il rapporto si involve in una serie di frustrazioni e rivalse. Invece di essere uno per l’altro in una sorta di moltiplicazione matematica si sminuiscono le capacità proprie o del partner instaurando un circolo vizioso che impoverisce la maturità della persona e mette in evidenza le fragilità inconsce. Sensi di colpa, ricatti psicologici, copioni strutturati da tempo (Eric Berne), sono alla base di una relazione fonte di sofferenza per le persone e con esiti alle volte nefasti. L’individuo in queste dinamiche di coppia perde la maturità relazionale e riemergono modalità infantili e/o inadeguate di portare avanti il rapporto. Certe relazioni sono fondamentalmente malate e generano stati profondi di malessere psicologico, sfocianti perlopiù in sindromi depressive. Di fronte a ciò di solito il terapeuta interviene per risolvere la depressione ma nel fare ciò scambia la conseguenza per la causa. Non è la depressione all’origine del cattivo rapporto ma è il contrario. Una ristrutturazione cognitiva e comportamentale dell’individuo, a detta dell’autrice, sarebbe molto più proficua. Riprendere in mano i propri atteggiamenti, riflettere sui propri moti d’animo e sulle dinamiche sottostanti al rapporto, porterebbe alla risoluzione del malessere e liberebbe l’individuo dalle catene di un rapporto malato. Nel rapporto nevrotico la realtà viene distorta e la lettura sbagliata del reale diventa il metro di misura nella relazione. Da questo arrivano le accuse di inadeguatezza, inettitudine e incapacità che a furia di essere dette minano l’autostima e intrappolano le persone. Così succede che uno dei due si auto convince di essere incapace e inidoneo. Pensa che il partner abbia ragione e la sua presenza sia necessaria a colmare i suoi limiti. In questo stato di sudditanza diventa difficilissimo rivendicare e ripristinare una visione corretta e una relazione positiva. I rapporti nevrotici sono di solito l’incontro di una personalità succube, ossessivo-compulsiva e auto frustrante e di un individuo con caratteristiche dominanti, con disturbo di personalità paranoide e narcisistica. È evidente che le due personalità si attraggono perché uno compensa l’altro, ma le fondamenta di una relazione di questo tipo sono immature. L’unione è solidissima perché si fonda sulle reciproche debolezze e il solo pensiero di allontanarsi uno dall’altro li fa stare molto male. Molto interessanti sono i tentativi di spiegazione psicologica che stanno alla base di questo comportamento. Molte di questi reputano la causa a cattivi rapporti con le figure di attaccamento in età infantile. Come già detto la soluzione sarebbe nel riprendere in mano i propri atteggiamenti, riflettere sui propri moti d’animo e sulle dinamiche sottostanti al rapporto. Buona lettura Saluti Giuliano Mazzocco I commenti sono chiusi.
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Febbraio 2022
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