Artist Unknown Description English: So-called “Grande Ludovisi” sarcophagus, with battle scene between Roman soldiers and Germans. The main character is probably Hostilian, Emperor Decius' son (d. 251 CE). Proconnesus marble, Roman artwork, ca. 251/252 CE. Français : Sarcophage dit « Grande Ludovisi » représentant une bataille entre soldats romains et Germains. Le personnage principal est probablement Hostilien, fils de l'empereur Dèce († 251 ap. J.-C.). Marbre de la Proconnèse, œuvre romaine, vers 251/252 ap. J.-C. Italiano: Sarcofago detto “Grande Ludovisi”, con scena di battaglia tra soldati Romani e Germani. Il personaggio principale al centro è probabilmente Ostiliano, figlio del imperatore Decio (morto nel 251 d.C.). Marmo proconnesio, opera romana, 251/252 d.C. ca. Current location National Museum_of Rome - Palazzo Altemps First floor Accession number Inv. 8574 Credit line Found in 1621 near the Tiburtina Gate in Rome; Ludovisi Collection Source/Photographer Jastrow (2006) I romani praticavano l’uccisione pietosa dei feriti in battaglia, l’aborto, la schiavitù, l’eliminazione dei figli non voluti, i giochi crudeli e sanguinosi. Anche riguardo al sesso e all’amore ci sono delle cose che probabilmente molti non sanno. Un libro molto articolato su questa tematica , con una nutrita bibliografia, e che merita di essere letto è quello di Alberto Angela (Alberto Angela, Amore e sesso nell’antica Roma, Mondadori 2012). Esso ci narra gli usi e i costumi in fatto di sesso dei romani. Alcune o diverse cose non potrebbero essere gradite ma ciò che è avvenuto merita in ogni modo di essere conosciuto. Tra le tante cose riportate ne segnalo alcune: · C’era lo “jus scolum”, cioè il diritto di bacio dei parenti della donna per vedere se aveva bevuto vino nel qual caso, poiché era considerato un tradimento, veniva portata in una stanza apposta e fatta morire di fame. · Non erano ammesse effusioni in pubblico perché si offendeva la morale di allora. · In un certo periodo dell’impero fu emanata una legge che difendeva la pudicizia delle donne. Nessuna donna poteva essere toccata o perquisita e non si poteva nemmeno rivolgerle la parola. In caso di comportamento inadeguato spettava alla famiglia la punizione a causa del disonore procurato. · Il romano sottometteva. In segno di padronanza e dominio usava sodomizzare gli schiavi, i vinti e pure i liberti. Lo faceva, secondo Angela, non perché gli piacesse ma per dimostrare potere. Description Museo Archeologico Nazionale di Cagliari(Sardegna)Cucurru Arrius - Statuina femminile di dea madre di stile volumetrico appartenente alla "Cultura prenuragica di Bonu Ighinu" precedente alla Cultura di Ozieri. Date Source Own work Author Shardan · Nell’antichità il fallo era associato alla fecondità e alla fertilità dei campi probabilmente. Secondo me, un antico retaggio delle religioni del neolitico, così come ce ne parla Marija Gimbutas nel suo interessante libro “le dee viventi”. Secondo la sua ricostruzione in quest’epoca ci sarebbe stato nella religione il concetto generale di rigenerazione comprendente la vita, la morte e la rinascita. Comunque sia si facevano processioni in cui si portavano in giro effigi di falli (falloforie). La stessa cosa avveniva in Egitto. Io abito ad Adria una città di origine etrusca, sede di un museo archeologico nazionale. Ebbene negli scavi sono stati rinvenuti moltissimi peni apotropaici, ma per non so quale motivo (probabilmente chi si occupa dell’esposizione lo ritiene inopportuno) se ne priva la visione al pubblico lasciandoli negli scantinati. La cosa mi da un po’ fastidio, non mi aggrada che ciò che non piace del passato venga nascosto. L’unico reperto visibile è una brocca con un beccuccio a forma di pene ove probabilmente in segno di bene augurio si servivano delle bevande agli ospiti. La figura del fallo era estremamente diffusa e per nulla probabilmente ritenuta sconcia. Se ne trovavano dappertutto , nelle strade, nei tempi, nelle case, sui tavoli dove si mangia, sulle bardature dei cavalli e persino addosso.
· Quando il figlio era giunto a una certa età il padre lo portava in un luogo di sesso a pagamento per iniziarlo in questo campo. · Le donne che praticavano questo mestiere erano per lo più schiave o bambine abbandonate allevate dai mercanti del sesso. · I romani non si sposavano solitamente per amore ma come in molti paesi del Terzo Mondo i matrimoni erano combinati. · C’erano diversi tipi di matrimoni e questi avvenivano di solito tra i 14 e i 17 anni. · Divorziare era relativamente semplice. · Agli alti ufficiali militari e agli altri funzionari dell’impero qualora fossero celibi o vedovi, oltre alla normale fornitura di cavalli abiti e altro, veniva “fornita” anche una donna poiché era inconcepibile che una persona del genere nello svolgere il suo servizio ne fosse sprovvisto. · In età romana picchiare la moglie era un fatto normale come purtroppo succede in altre società attuali. Ci sono tanti altri aspetti che vengono esposti nel libro in questione e che il lettore se vuole potrà conoscere leggendolo. Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY I commenti sono chiusi.
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Febbraio 2022
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