Questa mattina in una classe affrontando una tematica di attualità, si è passati di discorso in discorso. Alla fine sorprendentemente uno studente ha tirato fuori il fatto dei bombardamenti nella seconda guerra mondiale nelle città del nord, e in particolare a Milano da parte delle forze anglo americane. Sembrava uno scandalo. Non pareva vero agli studenti che gli americani avessero bombardato le nostre città. Allora ho spiegato che innanzitutto sempre di più le guerre moderne comportano la sofferenza e l’uccisione di civili e che il nord-italia in quel periodo era sotto il potere nazi-fascista perciò costituiva un obiettivo bellico. Ho notato con sorpresa che l’interesse per ciò che era successo e quindi per la storia era ancora vivo. Diverse volte in questa classe esce fuori la frase “chissà quante cose noi non sappiamo e ci tengono nascoste”. Forse è abbastanza vero, ma anche non ci informiamo abbastanza, oppure dimentichiamo troppo in fretta. Tutta questa premessa è fatta per presentare un libro su una tematica che non avrei mai immaginato esistesse e che mi mette a disagio per il fatto che nessuno conosce. Si tratta della scelta di uomini russi che si schierarono e combatterono dalla parte dei nazisti nella seconda guerra mondiale contro il potere sovietico. Anche in Italia ci fu una piccola presenza in tal senso, quella dei cosacchi negli ultimi mesi della guerra in Friuli. Il fatto è narrato anche da Carlo Sgorlon nel libro L'armata dei fiumi perduti. ll libro in questione è : Adriano Bolzoni, I dannati di Vlassov. Il dramma dei russi anti sovietici nella seconda guerra mondiale, Mursia 2009. Un libro piuttosto lungo, alle volte secondo me, piuttosto ripetitivo ma assurdamente sorprendente. Secondo l’autore sarebbero stati coinvolti tre milioni di russi ma si arriva a sostenere , se ho capito bene, che potrebbero essere stati anche cinque milioni. Queste persone furono rispedite in patria contro il loro volere alla fine della guerra il tutto secondo un accordo anglo-sovietico di scambio di prigionieri. Furono quasi tutti uccisi e qualcuno fu internato nei terribili gulag. Tutti sanno dei sei milioni di ebrei, pochi sanno dei 30-100000 italiani uccisi infoibati ma nessuno o pochissimi sanno di questa cosa. Io ho chiesto ai miei colleghi di storia ma nessuno sapeva e aveva sentito niente. Così pure non si sa di due milioni di morti nella guerra in Sudan pari a quasi tutti i morti provocati dalle guerre napoleoniche. Sono tre- cinque milioni di persone! Nessun ricordo, nessuna lapide. Nessuno che narri nei film questi fatti. Si sono schierati dalla parte perdente, nessuno probabilmente li voleva e sono stati rispediti da dove erano venuti. Com'è possibile che una simile tragedia non trovi nessuna menzione nei libri di storia? Non sono mica numeri da niente. Sono realtà documentate. Quando la Wermacht si ritirò dalla Russia una colonna sempre lunga di civili e militari preferì seguire gli ex occupanti piuttosto che ritornare sotto il dominio di Stalin. Un accordo anglo-sovietico li fece tornare nella loro terra verso un orribile destino. L’autore ripete fino allo sfinimento che i numeri erano così elevati, che le sorti della guerra sarebbero state ben diverse qualora Hitler avesse deciso fin dall’inizio di usare la loro disponibilità. La cecità militare del leader nazista che considerava gli slavi una razza inferiore impedì di accogliere la loro collaborazione. Solo quando ormai le sorti della guerra erano segnate con riluttanza si acconsenti ai reparti disertori dell’armata rossa di combattere contro gli ex-commilitoni. Tra loro a comandarli c’era uno dei più famosi generali dell’armata rossa, il generale Vlassov. Una domanda è inevitabile: perché un silenzio così assurdo davanti a numeri così grandi? Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY
Thomas Finotti
4/29/2020 04:14:26 am
Sia il Mufon (o progetto Blue Book), il progetto MK-Ultra, l'esperimento russo del sonno e questo evento hanno un qualcosa (SEMPRE SECONDO ME) in comune ma soprattutto spicca sull'ultimo che cito ovvero: sono stati tutti insabbiati. I commenti sono chiusi.
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