Sandro Botticelli (1445-1510), probabile ritratto di Simonetta Vespucci. https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sandro_Botticell_i_069.jpg Rielaborazione personale del file” Gesù e le donne” (link) scaricabile dal sito www.studibiblici.it Riprendendo il discorso del precedente post ecco altri aspetti che riguardano l’argomento.
Ecco, questa è stata la situazione storica in cui si è mosso Gesù e ci risulta allora chiaro ed evidente, nonché sorprendente , il suo comportamento nei confronti delle donne. Lui parla con loro, ha un loro seguito, le guarisce, si fa toccare e loro sono ai piedi della croce e sono le prime ad annunciare la resurrezione. Caro lettore a te lascio il compito di trarre le conclusioni. Nel caso tu voglia approfondire, è possibile aprire e scaricare il documento (link), e potrai vedere che le mie parole sono stati insufficienti per spiegare la mole di contenuti presenti nel testo. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Cena in casa di Simone il fariseo (Moretto) Author= RobyBS89 Rielaborazione personale del file” Gesù e le donne”
( link) scaricabile dal sito www.studibiblici.it Dopo la breve panoramica della legislazione italiana sull’emancipazione femminile effettuata nel post precedente, è interessante occuparsi dell’atteggiamento di Gesù e del suo rapporto con le donne. Per fare questo ci viene in aiuto il documento facilmente scaricabile citato qui sopra. Se la legislazione italiana pochi decenni fa era TANTO MASCHILISTA che cosa poteva succedere nei tempi passati? Come erano considerate le donne una volta? Due testi ci potrebbero aiutare, il primo più scorrevole e il secondo abbastanza impegnativo possono illustrare l’argomento:
La società ebraica al tempo di Gesù era tipicamente maschilista. Bastava che la donna parlasse per strada o andasse in giro da sola per essere ripudiata. Uno dei tabù più diffusi in assoluto nell’antichità sembra fosse quello del sangue. Anche la Bibbia nei primi libri prescriveva che la donna a motivo delle mestruazioni era impura e doveva rimanere in disparte. Erano prescrizioni legati al concetto di puro-impuro dove la malattia era considerata una punizione divina dovuta all’infrazione delle regole di purità. Una sorta di norme, per certi aspetti, di carattere igienico in un mondo dove non si conosceva l’origine delle malattie. Le donne sembra sopratutto a motivo della loro “impurità” avevano un minor accesso alla religione. A quanto detto da Alberto Maggi nel Talmud si arrivò ad insegnare è meglio che “le parole della Legge (cioè i primi libri della Bibbia) vengano distrutte piuttosto che cadano nelle mani di una donna”. Ebbene in questo contesto cosa fa Gesù? Gira con un codazzo di donne. Dice il vangelo: “C’erano con lui i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala …, Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni” (Lc 8,2). Robe da matti, lui il Messia gira con un gruppo di donne le quali tu non sai ma possono essere in stato di “impurità”. Sembra una cosa da poco ma in un periodo storico dove prendersi una malattia importante significava quasi una sentenza di morte, il binomio malattia-impurità era una cosa molto rilevante. Un pochino è come se uno ti mettesse nel rischio di contrarre l’AIDS al giorno d’oggi. Non credo che sarebbe tanto piacevole. Faccio questo paragone perché alle volte siamo portati a giudicare come stupidi, superstiziosi e idioti gli uomini del passato e invece noi del presente saremmo illuminati e saggi. Queste donne oltretutto erano state guarite da spiriti maligni e infermità, cioè avevano avuto dei vissuti difficili. Altri brani descritti e commentati nel file di Maggi : Lc 10, 38-42 (a casa di Marta e Maria; Gv 8, 1-11 (l’adultera); Lc 8, 43-48 (l’emorroissa); Mt 26, 6-13 (unzione a Betania); Lc 7, 36-50 (Gesù, il fariseo e la peccatrice); Mt, 20, 17-28 (annuncio passione; la madre dei figli di Zebedeo); Gv 4, 3-42 (la Samaritana). Tutti questi testi ci raccontano una modalità scandalosa per quel tempo di relazionarsi con le donne. L’episodio del fariseo Simone che invita Gesù a pranzo è memorabile. C’è un fariseo che interessato a Gesù lo invita a pranzo. È uno di quegli uomini patiti per la purità e le regole. Ha un mantello da usare in pubblico e uno da mettere in casa. Gira con un cubetto in testa e uno legato alla mano destra dove sono contenuti dei passi della Bibbia. Al giorno d’oggi la parola fariseo ha assunto una connotazione negativa ma al tempo di Gesù era una persona molto stimata. Ebbene, tutto è pronto e improvvisamente una donna peccatrice entra in casa sua e comincia a piangere e lavare i piedi di Gesù. Pazzesco! La donna visto che è peccatrice è impura, impuro è il pianto poiché ogni secrezione del corpo per gli ebrei era impura,e impuri sono i piedi. Proprio nella casa del fanatico della purità mentre si sta per mangiare capita una cosa del genere. È come dire che uno va di corpo nel posto dove sta mangiando o una cosa simile. Ma non basta, con i capelli asciuga i piedi. Paaaaazzesco, le donne in quel periodo erano già velate. I capelli erano considerati oggetto di seduzione; è quasi come se a Gesù fossero stati asciugati i piedi con il seno della donna. Intollerabile!! E Gesù? Niente. Simone quindi scandalizzato, si rivolge a Gesù ricordandogli che “specie” di donna era questa. Ma Gesù non la scaccia e nemmeno la condanna anzi riconosce in lei una persona che “ha molto amato”. Ci vuole poco per dare un’occhiata ai brani citati sopra e vedere come Gesù sia stato accogliente e assolutamente diverso da quella che era la mentalità del tempo. Come mai? Cosa ne pensi? Anche l’episodio dell’emorroissa è particolare. C’è una donna che ha un’emorragia costante e quindi è impura. L’antico testamento era molto severo per l’inosservanza delle regole di separazione di chi era in questo stato. Questa donna infrangendo tale regola tocca Gesù e lui invece di sgridarla la loda per la sua fede. Inammissibile per quel tempo!! Riassumendo, alla donna al tempo di Gesù (F. Pajer, Religione, Sei 2011):
Nel prossimo post verranno esposti altri aspetti assurdi e rivoltanti del passato. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Il coraggio delle donne di Sparta, olio su tela Jean-Jacques-François Le Barbier [Public domain], via Wikimedia Commons Da : Matteo Armando, La fuga delle quarantenni. Il difficile rapporto delle donne con la chiesa, Rubbettino 2012.
Ho trovato interessante la sintesi delle leggi in Italia riguardanti l’emancipazione femminile nel libro citato sopra. Molte volte si giudicano altri popoli come "arretrati" ma in base agli anni di pubblicazione delle leggi si scopre che in Italia fino a "ieri" eravamo nella stessa situazione. Sicuramente qualcuno potrebbe dire che a motivo dell’indipendenza femminile e della conseguente legiferazione in Italia si è assistito a un cambiamento del tipo di famiglia. A voi lascio l’onere delle considerazioni.
Interessante vero? Saluti G.M. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY LA MALATTIA COME AUTOGUARIGIONE DAL DOLORE DELL’ANIMA, un libro di Dieter Beck Seconda Parte11/5/2015
1 Apparentemente ci potremmo chiedere “cosa mi interessa un tema simile?”. Non sono masochista, non sono depresso detesto le perversioni e i malati immaginari. In realtà questi aspetti sono più vicini a noi di quanto non immaginiamo. Quando l’autore parla delle offese narcisistiche all’io, in quella situazione ci siamo tutti noi. Ogni giorno ci svegliamo e siamo un po’ più vecchi, ogni giorno avviene una piccola trasformazione che ci cambia e “offende” la percezione di noi stessi. Nel corso della nostra vita subiamo oltre il decadimento fisico anche perdite di affetti, di ruoli, perdite economiche, morali, ideali. L’invecchiamento è un oltraggio alla propria immagine di se, che ci manda in grande difficoltà. È una perdita di energia , capacità e funzioni a cui non siamo tanto disposti a cedere. Ricorriamo a tutto ciò che ci può aiutare, diete, comportamenti salutisti, esercizio fisico, corsi di tutti i generi, iperattività. Vediamo in giro atletiche quarantenni che fino a qualche anno prima avevano in bocca una sigaretta e in mano un bicchiere di spritz. Mi viene in mente la strega di Biancaneve, la bella regina che perde la sua giovinezza e il suo splendore e lentamente si incattivisce sotto la spinta dell’invidia per l’incipiente bellezza di Biancaneve. La brutta vecchia e orribile strega rappresenta, per il mondo femminile, il lato negativo dell’invecchiamento, e per il mondo maschile esiste la figura dell’orco, il mostruoso essere solitario, taciturno e scontroso pronto a mangiare i bambini. Se credete che le favole sono solo favole e non rappresentano niente, vi consiglio di leggere un bellissimo libro di Bruno Bettelheim, "fiabe il mondo incantato" ( Bruno Bettelheim, Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Feltrinelli 2013) e vedrete che non è così. Se la favola piace tanto nonostante le assurdità logiche evidentemente possiede qualità rilevanti che le persone percepiscono a livello inconscio. L’autore dice che 4 sono i momenti del ciclo vitale di un individuo (l’infanzia, l’adolescenza, la maturità e la vecchiaia), ognuno di questi ha i suoi momenti di crisi e di sofferenza. Nel libro non se ne parla ma l’adolescenza è un periodo di crisi per la persona, è finito il momento protettivo genitoriale, ci si scopre con un corpo che sta diventando grande e ci si vede un po’ goffi e maldestri. L’accettazione di questa trasformazione non è sempre così facile e moltissima letteratura ha già trattato questi argomenti e gli esiti alle volte devianti. Beck si sofferma sul periodo tra i 40 e i 50 anni. È il momento della cosiddetta crisi di mezza età. L’individuo è messo di fronte alle occasioni mancate e alle perdite non più colmabili. La giovinezza, la vitalità e la bellezza non sono più quelle di prima. I figli alle volte, sono diventati grandi e vivono in autonomia. Negli uomini il rendimento professionale e la potenza sessuale diminuiscono. Invecchiando poi ci si vede soppiantati da persone più giovani e brillanti e nasce l’amarezza di vedersi messi da parte. L’elaborazione delle perdite non è sempre facile e nel caso si concluda positivamente dovrebbe portare a “nuove conquiste psichiche, come il senso dell’umorismo, la bontà, la saggezza, …….”. Possono scattare in questo periodo atteggiamenti di difesa maniacale delle proprie qualità perdute, malumori depressivi, alcolismo, paure ipocondriache e purtroppo malattie fisiche. Molti di noi saranno sorpresi dalla scoperta di persone che appena terminata l’età lavorativa improvvisamente si ammalano. Vanno in pensione, perdono il loro ruolo, la loro funzione e si ammalano. (Faccio notare come la parola “defunto” deriva dal latino e significa “senza funzione”). Arriva finalmente l’agognato momento della pensione, del gestire la propria vita al di fuori della costrizione lavorativa e si ammalano. 2 Il secondo punto che voglio segnalare in questo post è il collegamento tra handicap fisico e sviluppo di qualità compensatorie. L’autore nello spiegare i vari tentativi di risolvere la sofferenza psichica riporta il pensiero di Niederland: le anomalie fisiche delle persone sono un’offesa narcisistica e la creatività e le opere artistiche costituiscono una compensazione per soddisfare le esigenze di affermazione dell’individuo. È lo stesso concetto espresso da Adler in uno dei suoi libri (Alfred Adler, Cosa la vita dovrebbe significare per voi, Newton Compton 1994 ) dove riportando la sua esperienza narra che essendo nato zoppo e non riuscendo a correre come gli altri bambini nei prati del suo paese, lui cominciò a correre nei prati della medicina e della psicologia. Secondo lui, se non ci fosse stato questo suo handicap non sarebbe mai diventato una persona importante nel suo settore. Il suo pensiero, inoltre, continua dicendo che sono le difficoltà nella vita a renderci migliori, sono loro i pungoli che ci fanno crescere. È un po’ il concetto sintetizzato che dice “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fiori”. Vengono poi riportati i casi di personaggi famosi con difetti fisici: Kierkegard era storpio, Omero era cieco, Mosè faceva fatica a parlare, Victor Hugo era debole, malato e con una testa sproporzionata, Jean-Jacques Rousseau aveva problemi alla vescica, Socrate aveva un naso brutto. Se ci pensiamo anche noi possiamo aggiungere altre persone a questo elenco. 3 Un terzo punto da menzionare di questo libro riguarda l’interpretazione delle tossicodipendenze e delle perversioni. Secondo l’autore le perversioni, l’alcolismo etc hanno una funzione riparatoria del malessere psichico. Esse costituiscono una modalità “creativa” di risolvere i conflitti interni. 4 Parlando con un mio stimato collega della “malattia fisica come auto guarigione del disagio psichico”, egli mi ha segnalato una terapia riabilitativa per anziani con l’alzhaimer (validation Feil method). Chi conosce la malattia è a conoscenza della terribile situazione di degrado della persona, ebbene questo metodo fondato sull’empatia e la psicologia umanistica di Rogers riesce a capire e aiuta queste persone nelle loro difficoltà. Il validation Feil method è una modalità di aiutare le persone molto anziane nello stato di disorientamento. Esse sono nella fase finale della loro vita e tentano di risolvere i problemi non finiti per morire in pace. Attraverso l’empatia e “l’ascolto attivo” riescono a capire lo stato della persona e ad aiutarla. Per spiegare meglio tale metodo inserisco dei video di youtube su tale tema, purtroppo sono solo in inglese ma si capisce lo stesso. Ebbene la segnalazione di questo metodo in questo post che parla di malattia fisica provocata dal disagio interiore vuole dire che c’è speranza per tutti. Coltivando l’empatia e l’umanità ci sarà soluzione per le difficoltà che la vita ci pone, senza lasciarci andare in pericolose derive che potrebbero essere autodistruttive. Per ultimo, nella ricerca dei video di spiegazione del Metodo validation Feil method ho trovato questo bello e pluripremiato cortometraggio che collegato ai temi trattati inserisco in questo post. LA MALATTIA COME AUTOGUARIGIONE DAL DOLORE DELL’ANIMA, un libro di Dieter Beck Prima parte11/3/2015
Dieter Beck, La malattia come autoguarigione. Per una medicina olistica e una nuova visione dell'uomo, Pgreco 2012. Pensavo fosse una delle tante pubblicazioni che riguardavano il collegamento tra mente e corpo ma non è stato così. Questo libro è qualcosa di più. Esso ci parla della malattia fisica come espressione e strumento di guarigione di un malessere psichico. Non è semplicemente un mero sfogo ma ne costituisce il rimedio. La malattia fisica certe volte (l’autore dice spesso) è il tentativo di riparare un’offesa psichica, serve a compensare una perdita o a risolvere un conflitto interno. In questa ottica la sofferenza non è inutile ma funge da “farmaco” di guarigione. Moltissimi libri parlano della connessione mente-corpo ma nessuno di quelli che ho letto vedono la malattia fisica come medicina e rimedio alle difficoltà della psiche. Cercando di spiegarmi meglio ricorro a questa analogia: Come la malattia si esprime con la febbre, rendendo il corpo dell’ammalato inospitale per il virus o il batterio, al fine di portare una guarigione così il malessere psichico, le sconfitte della vita e le ferite al proprio io interiore, si traducono alle volte in malattie corporee che portano all’individuo una temporanea limitazione al fine di ristrutturare se stesso e proseguire nel cammino della vita. Però come alle volte la febbre e la malattia fisica può portare a esiti nefasti così anche il disagio psichico manifestatosi in una malattia corporea può portare a un finale negativo. Non sempre questo processo conduce a guarigione. Alle volte si combatte la malattia ritenendola di origine organica e ci si accorge che è il sintomo di un malessere psichico. Non ne è la causa e quindi ci si prodiga vanamente. Se questa tesi (dice l’autore) si manifestasse fondata avremmo un modo nuovo di considerare la malattia e la sofferenza. A questo punto non andrebbe più debellata ma lasciata al suo decorso in maniera che possa essere portatrice di riparazione. L’autore basa le sue tesi sulla teoria psicoanalitica freudiana e sui successivi apporti di Kohut, Kernberg e altri psicologi (Kohut, Narcisismo e analisi del Sé,Boringhieri, Torino 1977; O, F, Kemberg, Sìndromi marginali e narcisismo patologico, Boringhieri, Torino 1978). Dice Freud in un passo citato nel libro: “ammalarsi è la soluzione economicamente più facile di un conflitto psichico, anche se risulta chiara in seguito l’inadeguatezza”. Per l’autore sono quattro le casistiche che vedono la malattia fisica come strumento della psiche per guarire dai suoi malanni.
Siamo soliti pensare alla malattia come un attacco da fattori esterni e molto meno riteniamo che lo stato psicologico influenzi la salute. Ma soprattutto di fronte alla malattia psichica si pensa che la guarigione possa arrivare dalla terapia psicologica, dal parlare, dal trovare un “senso alle cose”. L’autore invece ci dice che la malattia psichica trova alle volte soluzione in una sofferenza fisica. Una tale tesi mi interroga e mi scandalizza. Esagerando con tale idea si potrebbe dire che una soluzione per una malattia psichica o un malessere dell’animo sarebbe la prescrizione di una malattia fisica. Mi viene in mente il proverbio che ho sempre odiato “quando il corpo se frusta l’anima se giusta”, il cui significato sembra essere: quando il corpo viene trattato male lo stato d’animo della persona si aggiusta. Penso che la stragrande maggioranza delle persone cerchi di evitare la sofferenza in tutti i modi, invece in questo libro se ne intravede una utilità, cosa pensare? Le argomentazioni portate dall’autore e le citazioni rendono difficile una confutazione della tesi del libro. Le implicazioni sottese lasciano la porta aperta per la comprensione di comportamenti masochistici e altri comportamenti devianti. Che dire? Saluti G. M. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY _Due libri ( Bressanini Dario, Le bugie nel carrello. Le leggende e i trucchi del marketing sul cibo che compriamo, Chiarelettere 2013; Bressanini Dario, Pane e bugie, Chiarelettere 2013) un po’ in controtendenza stimolano la nostra attenzione sui raggiri che ci possono esserci nella nostra spesa quotidiana e ci invitano ad essere più oculati.
Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Due libri ( Bressanini Dario, Le bugie nel carrello. Le leggende e i trucchi del marketing sul cibo che compriamo, Chiarellettere 2013; Bressanini Dario, Pane e bugie, Chiarelettere 2013) un po’ in controtendenza stimolano la nostra attenzione sui raggiri che ci possono esserci nella nostra spesa quotidiana e ci invitano ad essere più oculati.
Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Attualmente è in corso un periodo “salutistico” con un sacco di pubblicazioni che invitano a mangiare cibi sani, possibilmente coltivati biologicamente, senza additivi e senza tracce di pesticidi. Che ci sia qualcosa che non va in giro è davanti agli occhi di tutti. Abbiamo tantissime persone che si ammalano e per lo più di malattie molto brutte che una volta erano quasi sconosciute e poco diffuse come il cancro e le malattie neuro degenerative (Parkinson, alzhaimer, Sla). Che cosa sta succedendo? Come mai un così alto livello? Qualcuno dice che una volta si campava di meno e così tante malattie rimanevano nascoste. Altri dicono che l’alimentazione con cibi trattati industrialmente porta inevitabilmente ad accumulare tossine nel nostro organismo. Altri ancora dicono che lo sviluppo economico ha stravolto il modo di alimentarsi favorendo cattive abitudini come l’assunzione di troppa carne e di cibi ad alto valore glicemico che favoriscono l’aumento del peso e l’insorgenza di malattie connesse tipo il diabete, l’ipercolesterolemia, le artrosi e via discorrendo. Io nel mio piccolo rilevo che aumentano i casi di ragazzi a scuola con difficoltà di vario genere, problemi respiratori, cefalee, disturbi gastrointestinali, sindromi varie e non da ultimo il sempre più diffuso ADHD. Purtroppo la medicina non sa rispondere al perché di tante malattie e molte volte ricorre solo ai soliti consigli precauzionali, i quali sono il mangiare di meno e una dieta più equilibrata. Forse una risposta può essere nel non conoscere gli effetti di tutte le molteplici molecole chimiche prodotte in questi anni a cui il corpo dell’uomo viene esposto per la prima volta nella sua storia evolutiva anche se in piccolissime dosi. Un libro citato in un precedente post ( Carnazzi Stefano, Cento domande sul cibo. Manuale di sopravvivenza tra il supermercato e la tavola, Edizioni ambiente , Milano 2009 ) dice che la medicina omeopatica ha dimostrato essere più efficace di quella allopatica sebbene il principio “guaritore” è paragonabile all’azione di una goccia di veleno all’interno di un grande lago, e nonostante questa bassissima percentuale il nostro organismo si dimostra sensibile. Due libri ( Bressanini Dario, Le bugie nel carrello. Le leggende e i trucchi del marketing sul cibo che compriamo, Chiarellettere 2013; Bressanini Dario, Pane e bugie, Chiarelettere 2013) un po’ in controtendenza stimolano la nostra attenzione sui raggiri che ci possono esserci nella nostra spesa quotidiana e ci invitano ad essere più oculati. Ora riporterò diverse osservazioni e puntualizzazioni dei suoi libri. A te caro lettore sono lasciate le considerazioni e le riflessioni.
COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Oliverio Ferraris Anna Chi manipola la tua mente? Vecchi e nuovi persuasori: riconoscerli per difendersi, Giunti Editore 2010 . In questo SECONDO post metterò in evidenza altri elementi che ritengo di particolare pregio ma senza una connessione logica tra loro.
Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Un interessante libro di Oliverio Ferraris Anna, Chi manipola la tua mente? Vecchi e nuovi persuasori: riconoscerli per difendersi, Giunti Editore 2010, ci mette al corrente dei nuovi e vecchi persuasori che sfruttano principi di psicologia sociale e del comportamento. In questo post tenterò di mettere in evidenza gli elementi che ho trovato particolarmente interessanti ma senza una connessione logica. La prima cosa da sottolineare è il principio di imitazione. Dice l’autrice che quando nasce un bambino egli non sa nulla del mondo ma dopo 5 anni di vita è in grado di parlare una o due lingue, di fare un uso corretto delle mimiche , dei gesti e delle posture, sa fare giochi di gruppo e usare oggetti di vita quotidiana grazie alla capacità di imitare. Il nostro apprendimento avviene sostanzialmente per imitazione. Alle volte si dice “non imitare che sembri una scimmia!” ma ci si dimentica che è il modo naturale di relazionarsi con il mondo, senza questa capacità la trasmissione dei saperi e delle competenze sarebbe irrimediabilmente compromessa. In base a questo principio siamo spinti a cercare di assomigliare ai modelli che riteniamo più giusti ed affascinanti. Magari razionalmente non siamo d’accordo con ciò che è proposto ma il mondo delle nostre pulsioni inconsce lo è. Altri punti fonte di riflessione sono questi (in rosso vengono evidenziate alcune mie considerazioni che spero non siano sbagliate):
Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY CACCIA ALLE STREGHE E RAFFREDDAMENTO CLIMATICO dovuto alla piccola era glaciale (1450-1900)9/26/2015
Behringer Wolfgang, Storia culturale del clima. Dall'era glaciale al riscaldamento globale, Bollati Boringhieri 2013 Christopher F. Black - Storia dell'Inquisizione in Italia. Tribunali, eretici, censura, Carrocci 2013 Il libro Behringer Wolfgang, Storia culturale del clima. Dall'era glaciale al riscaldamento globale, Bollati Boringhieri 2013 (citato in un precedente post) è particolarmente interessante quando descrive il cambiamento climatico durante quella fase che è chiamata la “piccola era glaciale” (1450-1900). La fase di raffreddamento portò anni piovosi, cattivi raccolti, e di conseguenza fame e malattie e tanti morti. Non è un caso dice l'autore che proprio in quegli anni nacquero le confraternite della buona morte, si vide il rifiorire "dell'ars moriendi” e le rappresentazioni di “danze della morte” ebbero un incremento. Particolari dell'oratorio di Gesù, Giuseppe e Maria della Compagnia della Morte, conosciuto come Cripta della Misericordia che si trova al di sotto del duomo di Colle val d'Elsa (Siena).
https://it.wikipedia.org/wiki/Cripta_della_Misericordia http://www.misecolle.it/storia Gli uomini del tempo cercando un capro espiatorio, addossarono la colpa delle calamità naturali a chi da tanto tempo si era esattamente preoccupato di garantire di solito l’opposto. Vale a dire che l’antico filone della religiosità popolare legato al ciclo delle stagioni infarcito di magico e superstizioso, e affondante le sue radici probabilmente nelle tradizioni religiose celtiche-neolitiche fu ritenuto responsabile delle sciagure. Quella religiosità popolare-superstiziosa che si occupava di diffondere la vita e la fertilità dei campi e della natura fu ritenuta per ironia della sorte, responsabile di fatture, malocchio e attività stregonesche. Dai libri citati risulta che fu per lo più il popolo a chiedere di intervenire per fermare l’attività delle streghe anche se non mancarono alcuni “zelanti” inquisitori, che sterminarono quante più povere donne poterono. Freddo intenso, gelate fuori stagione, grandinate, frane,carestie, piogge intense, moria di animali e uomini dovevano avere una causa e ci dovevano essere dei colpevoli. Si riteneva che i peccati e in particolar modo quelli sessuali scatenassero le punizioni divine attraverso i disordini naturali. Nonostante il cristianesimo parli di un Dio misericordioso, per una serie di ragioni troppo lunghe da spiegare si ritornò alla visione di un Dio sempre pronto a punire gli uomini per i troppi peccati che commetteva. Era un modo di vedere Dio che era molto simile allo Zeus greco che scaglia i fulmini contro l’umanità. Il quale poi rispecchiava una visione patriarcale dove il padre era responsabile delle punizioni dei figli. Oltre ai troppi peccati commessi, c’erano poi delle persone malvagie che con sortilegi e stregonerie varie provocavano disastri. Il popolo chiedeva di trovare i colpevoli ma “la persecuzione delle streghe trovò sempre degli avversari” e “gli ostacoli giuridici all’uccisione di persone indesiderate erano rilevanti”. I due libri sono concordi nel ritenere che il numero delle vittime sia stato intorno alle 50000 e non di più come viene riferito in altre pubblicazioni. Purtroppo sono tante lo stesso. Siamo di fronte a una follia collettiva come ce ne sono state purtroppo altre nella storia degli uomini. Perché non avvenne prima questa cosa visto che c’erano gli stessi presupposti religiosi e di interpretazione della realtà? Leggendo il libro Christopher F. Black - Storia dell'Inquisizione in Italia. Tribunali, eretici, censura, Carrocci 2013, scoprirete che erano considerati molto più gravi gli errori dottrinali che lo svolgere attività superstiziosa. Viene riferito che c’era una sostanziale ritrosia nel ritenere vere le descrizioni dei voli delle streghe e altri fatti prodigiosi, però comunque la storia ci consegna un numero di persone bruciate sul rogo per ragioni che adesso ci risultano assurde. Saluti G.M. Immagini dell'affresco inferiore dell'abside della chiesa di Pozzoveggiani a Padova ritraenti animali legati probabilmente a una simbologia di religiosità popolare che affonda le radici nel paganesimo. Sembra che un lungo filo di concezioni religiose analoghe, accomuni gli uomini dal neolitico fino ai giorni nostri ma non si esclude che anche il paleolitico superiore ne sia esente visto quello che ci dice l'antropologo Anati (Emmanuel Anati, Origini delle religioni, Atelier 2013) nel suo libro sulle origine delle religioni. Egli riferisce che lo sciamanesimo (pratica che mette in contatto il mondo dei viventi con il mondo degli spiriti) era già praticato 30000 anni fa. Secondo l'autore l'arte preistorica riproduce alle volte situazioni in cui "lo sciamano abbandona il proprio corpo e viaggia nel mondo degli spiriti". Questa lettura mi ha richiamato alla mente la credenza sul volo delle streghe e i supposti incontri con entità diaboliche durante il medioevo. Le streghe a loro volte mi hanno fatto venire in mente il fatto che probabilmente sono una distorsione del vecchio ruolo religioso femminile nelle civiltà celtiche. Un ruolo che era legato alla fecondità e alla generatività della natura. Concetti questi ultimi che possono essere ricollegati ad alcune concezioni new age. Che sia troppo azzardato supporre un legame religioso che attraversa varie epoche storiche? Vi presento alcuni pensieri di vari autori e poi fate le vostre conclusioni personali. Il primo autore è MariJa Gimbutas. Marjia Gimbutas (https://it.wikipedia.org/wiki/Marija_Gimbutas) è stata una grande antropologa e linguista Lituana del periodo neolitico. Lei propone l’idea religiosa della “grande dea”della vita, della morte e della rigenerazione che accomuna tutte le molteplici manifestazioni religiose del neolitico. Tale filone religioso sarebbe sopravvissuto come i fiumi carsici da quei tempi antichi fino ai nostri giorni. Per esempio la caccia alle streghe non sarebbe stato altro che una persecuzione verso le vecchie credenze pagane che affondavano le radici nel substrato religioso antico. È bene specificare che non tutti gli studiosi sono d’accordo con le sue tesi. In special modo l’asserzione secondo cui in questo periodo (neolitico), l’Europa avrebbe vissuto un momento pacifico, sembra piuttosto inverosimile e in contrasto con quello che la storia da sempre ci insegna sulla belligeranza degli esseri umani. Ci sono anche altri motivi in contrasto con il suo pensiero che qui per brevità non riporto. Alcune punti del suo libro (Marija Gimbutas, Le dee viventi, medusa edizioni 2005) ci fanno riflettere su questa idea di una continuità di tradizioni e concetti religiosi in Europa nel corso dei tempi.
Una rappresentazione della dea rana è la “Shela na gig” che ritroviamo addirittura rappresentata nella chiesa medioevale del 12° secolo di s. Mary and s. David a Kilpeck, Herefordshire, Inghilterra. L’immagine che si vede è molto esplicita e fa riferimento all’organo genitale femminile. Lo stupore deriva dal fatto che ci si domanda: cosa ci fa un’immagine simile in una chiesa cristiana? L’autrice sostiene che la "Sheela na gig" veniva incorporata e venerata nelle chiese medievali d'Irlanda e Inghilterra, con i suoi occhi rotondi e altri particolari, non è altro che l'antica dea-rana o dea-rospo, colei che presiede alla nascita e alla rigenerazione. 3. Secondo l’autrice i Lituani nomi di baubas e bauba rappresentanti una strega terribile o un mostro nei racconti popolari, sono i nomi della dea della morte e della rigenerazione prima che fossero trasformati in tempi successivi con connotazioni negative. 4. Sono state rinvenute in diversi siti archeologici ossa di defunti disarticolate segno di una inumazione avvenuta dopo un processo di scarnificazione. Ossia prima il corpo del defunto veniva esposto all’aperto, affinché gli uccelli rapaci ne mangiassero le carni e poi venivano seppellite le ossa. A tal riguardo attualmente una religione discendente dallo zoroastrismo che si chiama parsismo usa questo tipo di rito funerario. Essi espongono i cadaveri agli agenti atmosferici e ai volatili necrofagi su delle sommità chiamate le “ Torri del silenzio” e poi ne seppelliscono i resti dentro a dei pozzi. Potrebbero forse richiamarsi in qualche maniera alle pratiche neolitiche? 5. C’erano delle comunità di sacerdotesse le cui riunioni devono essersi diffuse per millenni nell’Europa antica. Questi raduni sembrano richiamare i temuti sabba del medioevo. Probabilmente quindi la caccia alle streghe fu una persecuzione nei confronti di chi praticava “i riti della dea” e conosceva erbe medicinali e altre tecniche di guarigione. Tale tesi viene sostenuta anche dal libro di R. Corbella M.Centini, la stregoneria in Insubria. Tradizione popolare, Inquisizione e riti pagani tra Lombardia e Piemonte, Macchione Editore 2010. L’insubria è quella zona molto estesa (http://www.terrainsubre.org/insubria.html) tra il Piemonte e la Lombardia, antica sede di una popolazione di origine celtica. 6. L’autrice sostiene a metà libro, che le religioni e le usanze degli antico europei si fusero con i nuovi arrivati avente origine indo europea. Le potenti dee ereditate dal neolitico si diffusero lungo tutta l’Europa; in vari modi sia con il folclore, con le tradizioni o con le superstizioni sono continuate a vivere lungo i secoli e fino al nostro tempo. Per questo intitola questo libro “le dee viventi”. Anche un altro autore J. Frazer nel suo libro del 1890 “il ramo d’oro”(J. Frazer, Il ramo d’oro. Studio sulla magia e la religione, Newton Compton 2014) (criticato da alcuni dal punto di vista metodologico) sebbene non usando le stesse parole insiste molto su concetti simili della Gimbutas ricorrendo alla spiegazione di queste espressioni religiose come riti legati al ciclo delle stagioni. Osiride, Demetra, Adone e Dionisio non sarebbero altro che le facce di un medesimo concetto religioso quello legato al ciclo stagionale di vita, morte e rinascita. Chi conosce la religione afrobrasiliana del Candomblè è a conoscenza che le divinità africane (orixa) sono state impiantate all’interno di un contesto culturale cristiano in cui vivevano gli schiavi facendole assumere i nomi e le fattezze di santi cristiani ma conservando i concetti originari. Quindi questo processo di incorporazione e trasmissione silenziosa di divinità e concetti religiosi non sarebbe presente solo nel mondo occidentale ma anche in altre parti. Per ultimo riporto una mia esperienza personale. Recentemente recandomi a Padova mi sono fermato a vedere l’oratorio di Pozzoveggiani dedicato a S. Michele Arcangelo. Si tratta di una chiesetta antichissima che ha subito diverse ristrutturazioni. All’inizio della sua storia in epoca romana era un tempio dedicato alla dea fortuna. Nella fascia inferiore dell’abside sotto la rappresentazione di dodici figure che ritraggono probabilmente i dodici apostoli sono rappresentate in affresco due scene (sec. XII e XIII). In una abbiamo dei cavalieri che combattono e nell’altra una caccia al pavone da parte di un leopardo e di una creatura metà uccello e metà uomo. Sono disegnati inoltre un fagiano che insieme al pavone possono rappresentare la vita eterna, poi una civetta e un gufo simboli di morte, un leone (potenza pericolosa), una sirena e un cinghiale (forze del male). Maria Silvia e Antonella Guzzon che hanno curato un valido opuscolo munito di bibliografia, spiegano che si tratta di un “bestiario legato per lo più alla simbologia dei luoghi di sepoltura”. Se andate al leggere il libro della Gimbutas noterete che tutti questi animali tranne il pavone e il fagiano sono presenti e legati ai rituali del neolitico. Non ho potuto non chiedermi: cosa ci fanno in una chiesa antica a Pozzoveggiani pavoni, fagiani, civette, gufi e altre bestie? Che siano le vecchie concezioni e tradizioni religiose che in qualche maniera sono emerse e hanno trovato espressione attraverso questi disegni? E adesso in questo momento queste credenze continuano a sopravvivere? R. Corbella e M.Centini nel libro citato sopra a pagina 66 riferiscono che l’avvento dell’espansione industriale nella zona milanese, lo sviluppo del dopoguerra, l’avvento della modernità impregnata di razionalismo, nonché il disuso del dialetto portò a sradicare l’ambito agricolo vitale in cui queste credenze e tradizioni di tipo ancestrale si trasmettevano, per cui queste tradizioni antichissime proprio ai giorni nostri non trovano più spazio per continuare ad esistere. Sembra che la nostra epoca riesca a fare quello che tanti secoli invasioni e persecuzioni non sono riusciti a fare. Così si potrebbe pensare che accada anche in altre parti d’Europa. I concetti della Gimbutas attualmente però hanno trovato posto all’interno della new age per cui sembra che questo movimento o “network” stia rispolverando le vecchie convinzioni ancestrali. Cosa pensare? Forse alcuni concetti fanno parte ormai di un inconscio collettivo come pensava Jung? La secolarizzazione in atto porterà a un abbandono della religione cristiana, all’ateismo o alla riedizione di vecchie religiosità già viste? Gli interrogativi rimangono aperti. L'affresco nella fascia inferiore dell'abside della chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo a Pozzoveggiani (Padova).
"Egli è pur vero che l'ordine antico delle stagioni par che vada pervertendosi. Qui in Italia è voce e querela comune, che i mezzi tempi non vi son piu’; e in questo smarrimento di confini, non vi è dubbio che il freddo acquista terreno. Io ho udito dire a mio padre, che in sua gioventù, a Roma, la mattina di Pasqua di resurrezione, ognuno si rivestiva da state. Adesso chi non ha bisogno dì impegnar la camiciola, vi so dire che si guarda molto bene di non alleggerirsi della minima cosa di quelle ch’ei portava nel cuor dell’ inverno"... Giacomo Leopardi Nel passato tra fatti storici ed eventi climatici c’è stata una forte connessione. Lo spiega con molta diligenza il libro di Behringer Wolfgang (Behringer Wolfgang, Storia culturale del clima. Dall'era glaciale al riscaldamento globale, Bollati Boringhieri 2013) supportato da studi scientifici e abbondante bibliografia. Attraverso i carotaggi sui ghiacci perenni dell’Antartide e sui fondali degli oceani si è potuto risalire alle temperature dei tempi antichi. Si è scoperto che la terra ha sempre avuto variazioni climatiche e solo recentemente dal 10000 a.c. le temperature si sono abbastanza stabilizzate. Ciò nonostante, in questo periodo ci sono state variazioni molto forti e violente tanto da far cadere imperi, creare carestie e provocare migrazioni. Ecco alcune domande a cui darò un’immediata risposta secondo quello che è riportato nel libro. Adesso in che periodo climatico siamo? Risposta: siamo all’interno dell’ultima glaciazione anche se in maniera blanda. Infatti dal punto di vista geologico quando le calotte polari e le alte vette sono occupate da ghiacciai perenni siamo all’interno di una glaciazione. È una cosa piuttosto anomala per la terra poiché solo il 5% del tempo la terra è stata in queste condizioni. Ci sono state epoche non tanto lontane in cui la terra era più calda di adesso? Si, dalle cartine riportate e dalle argomentazioni del libro, l’età romana fino al 200 d.c. circa, e il basso medioevo tra il 1000 e il 1450 sono stati periodi più caldi di adesso. Per esempio nel basso medioevo si insediò una colonia di Vichinghi in Groenlandia e ci sono resti di insediamenti in alta montagna testimonianza di una temperatura più elevata rispetto ai livelli precedenti. Questo successe senza che ci fosse tutta l’immissione di anidride carbonica attuale. Quali sono le correlazioni maggiori tra fattori climatici ed eventi storici? Praticamente tutte le ascese o cadute degli imperi e civiltà del tempo passato sono ricollegabili a fattori climatici. La rivoluzione agricola del neolitico, gli egizi, i romani, la civiltà cinese, i cretesi e i micenei ecc. sono state condizionate dagli eventi climatici. Dice inoltre l’autore: non si può non constatare che le civiltà antiche più avanzate si svilupparono tra il 20° e il 40° parallelo e perciò fuori da eventi climatici estremi. Quali sono le cause dei mutamenti climatici? Le cause sono: la variazione delle emissioni solari, le oscillazioni dell’orbita terrestre, lo spostamento dei contenenti secondo la teoria della tettonica a placche e le conseguenti correnti marine, l’attività vulcanica, i meteoriti. Siamo in una fase di riscaldamento globale causata da attività antropica? È difficile dare una risposta perché non sappiamo fino a che punto le emissioni in atmosfera di anidride carbonica siano modificatrici della temperatura terrestre. Negli anni sessanta del secolo scorso si pensava addirittura che la terra stesse andando verso un periodo di raffreddamento e si ipotizzarono soluzioni come scoppio di bombe atomiche pilotate. Comunque è innegabile che la temperatura sia cambiata ma la storia della terra ci narra una mutevolezza incredibilmente sorprendente e quindi risulta difficile capire se siamo in una fase di riscaldamento globale. L’autore si interroga: se questa fase attuale piuttosto calda fosse in realtà senza effetto serra un periodo di raffreddamento, cosa sarebbe successo nel caso contrario in cui alla fase di riscaldamento si fosse aggiunto anche l'effetto causato dalle attività antropiche? Si dice, inoltre, che è difficile fare previsioni future poichè non basta neanche qualche decennio a stabilire una tendenza e quindi le statistiche ci negano anche questi ragionamenti. Ci sono state anomalie di rilievo negli ultimi 1000 anni? Nell’inverno del 1010-11 il Bosforo gelò e il Nilo trasportò pezzi di ghiaccio. Ci furono anni in cui ghiacciò la laguna di Venezia (1118), mentre in altri anni si moriva letteralmente dal caldo. Nel 1135 il Danubio era così in magra che poteva essere attraversato a piedi. Tra il 1450 e il 1900 la terra attraversò una fase che va sotto il nome di “piccola era glaciale”. Di questa e delle sue conseguenze ne parlerò nel prossimo post dedicato alla “caccia alle streghe”. Temperatura media negli ultimi 1200 anni
Questa cartina è approssimativa. E' stata desunta in base a quello che ho capito dal testo perciò è passibile di errore. Inoltre si tenga presente che viene mostrata una linea di tendenza generica. Per ultimo desidero chiarire che questa è una brevissima sintesi di un libro di 750 pagine e quindi altri numerosi e interessanti aspetti possono essere scoperti da chi vorrà intraprendere una lettura maggiore. Saluti Giuliano Mazzocco. Alberto Maggi, Gesù e Belzebù. Satana e demòni nel vangelo di Marco, Cittadella 2009. Lucifero , come ho già spiegato, non ha il significato che gli è stato attribuito per molti secoli. La parola satana non c’è nei primi libri della bibbia e poi nel resto dell’antico testamento è quasi inesistente e sottolinea una funzione. Nel NT solo un passo ne parla come una entità, dicendo che il diavolo (traduzione greca della parola satana) come leone ruggente va in giro cercando chi divorare (1Pt 5,8). Per gli altri passi, come le tentazioni di Gesù nel deserto, si veda il libro di Alberto Maggi citato sopra. E i demoni , cosa sono queste robe (ricordo al lettore che diavolo e demoni sono cose distinte nella bibbia che poi il cristianesimo ha riunito insieme)? Particolare di una pittura raffigurante il giudizio finale nella chiesa di Santa Maria Maggiore, Ronda (Spagna) I demoni sono delle entità che secondo gli antichi risiedevano tra la terra e il cielo, potevano essere buoni (angeli) oppure cattivi. Avevano la capacità, vista la vicinanza alle nuvole, di prevedere il tempo atmosferico. Secondo il giudaismo, che riprende credenze del mondo mediorientale, c’erano sette cieli e nell’ultimo risiedeva Dio. Questi cieli erano abitati non solo dai demoni ma anche da altre entità di cui San Paolo in un passo ne parla come troni dominazioni, potestà ecc. (Col 1,16).
Tutto ciò che non si spiegava una volta veniva ritenuto azione dei demoni. Uno aveva l’epilessia, ciò era dovuto all’influsso del demonio “lunatico”. Un altro aveva mal di pancia, gli era entrato attraverso il cibo il demonio della dissenteria, ecc. Anche certi comportamenti stravaganti o certe posizioni di pensiero potevano essere ritenute causate da queste presenze. Addirittura anche durante il sonno poteva essere fatto oggetto della visita dei demoni “succubi” (di tipo femminile), o dei demoni “incubi” (di tipo maschile). Essi erano i responsabili dei nostri sogni agitati o di quelli a sfondo sessuale. Scrive così Alberto Maggi: << Oggi quando si fa un incubo, le cause si imputano generalmente a una cena troppo abbondante, a un periodo di particolare angoscia, a una vita troppo faticosa e snervante. Una volta, neanche tanti secoli fa, l'incubo si credeva venisse causato da un demònio. Infatti con il termine incubo (Dal latino in [sopra] e il verbo cubare [giacere]) si indicava Fauno(Fauno era conosciuto nella mitologia greca come Pan, il dio che si divertiva a terrorizzare i viandanti solitari nei boschi, e dal quale proviene il termine panico), divinità del mondo latino, che si metteva a giacere sopra le donne per spaventarle durante il sonno, o ci si riferiva a qualche inquieta anima di un defunto rimasto insepolto (Secondo Plinio, i Pitagorici non si cibano di fagioli perché contengono le anime dei morti [Hist. nat., 18,118]). Succube era invece il demònio femmina che la notte giaceva sotto l'uomo per unirsi a lui sessualmente e farsi così fecondare>>. <<Al di fuori del NT, nei primi scritti cristiani, con il termine demònio vengono indicate le passioni negative degli uomini. Più tardi Evagrio Pontico identificherà i demòni con i pensieri malvagi, cioè i vizi capitali, catalogando gli stessi in otto demòni, incaricati rispettivamente della gola, fornicazione, avarizia, tristezza, collera, accidia, vanagloria, superbia>>. Per l’interpretazione dei testi riguardanti la presenza dei demoni nel NT consiglio la lettura del testo. Tra le altre cose, è interessante notare come la figura del dio Pan raffigurato con corpo umano ma con gambe e testa caprine sia diventata una delle immagini più diffuse del demonio. Marija Gimbutas nel suo interessantissimo libro “le dee viventi” lascia intendere che le divinità del neolitico aventi come nocciolo teologico la “rigenerazione” non sono state eliminate ma, soppiantate dai nuovi culti, hanno cambiato connotazione (ad esempio forse probabilmente le divinità del neolitico rappresentanti la morte-passaggio poi potrebbero avere trovato una espressione in Lilith, demonio lussurioso e omicida i cui tratti contribuiranno a creare la figura della strega nel medioevo). Insomma, i culti antichi della fertilità legati al cambio delle stagioni ove l’esercizio del sesso era segno di vita e di divinità probabilmente con il passare del tempo hanno assunto significati negativi di eccessiva lussuria e degrado spirituale. Riguardo alla presenza dei demoni al giorno d’oggi, così come se ne parla nei libri dell’esorcista Padre Amorth, non so niente. Qualche libro l’ho letto e devo dire che fanno una certa impressione. Vengono narrati fatti e cose inspiegabili come il parlare in lingue diverse e la materializzazione di oggetti. Qualche cosa magari con la psicologia si potrebbe tentare di spiegare, ma altre cose no. Non so dire nulla. Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Queste immagini si trovano nel castello-palazzo ducale di Mantova Alberto Maggi, Gesù e Belzebù. Satana e demòni nel vangelo di Marco, Cittadella 2009. Fate una prova molto semplice. Se avete a disposizione una bibbia in formato elettronico con una buona traduzione, (per esempio: La Bibbia. Nuovissima versione dei testi originali, San Paolo edizioni), provate a cercare le parole diavolo e satana nel testo originario e vedrete con vostro stupore che nei primi cinque libri della bibbia (i testi più importanti per il mondo ebraico), di queste parole non c’è traccia. Come mai? Lo spiega molto bene il libro di Alberto Maggi citato sopra. Innanzitutto bisogna distinguere tra satana (la traduzione in greco della parola satana è diavolo) e demoni. Nel mondo ebraico sono due cose nettamente distinte che poi il cristianesimo ha unito insieme ma che originariamente erano cose differenti. La distinzione è importante perché ci consente di capire meglio i passi del Nuovo Testamento, per esempio la locuzione di Gesù a Pietro (“allontanati da me Satana” Mc 8,27-33). Secondo l’autore il satana trova l’origine dal mondo persiano: <<Troviamo nell’Antico Testamento “il satana” per indicare una funzione, quella dell’accusatore (pubblico ministero). Costui in tribunale ha il compito di denunciare e far risaltare tutte le colpe dell’accusato. Oltre al significato di accusatore, nella lingua ebraica il termine satana assume il significato più generale sia di avversario, sia di ostacolo. Questa figura del satana viene dal mondo persiano, del quale Israele fece parte per due secoli. Un funzionario, il cui titolo era «occhio del re», aveva il compito di sovrintendere e ispezionare tutto il regno per poi riferirne al re che, grazie al suo “occhio”, veniva a conoscenza del comportamento di tutti i suoi sottomessi, dai più alti funzionari agli infimi impiegati dell'amministrazione reale>>. Anche la stessa Bibbia delle edizioni san Paolo citata sopra, nello spiegare il libro di Giobbe a pag. 2524 scrive: “ Satana: nel testo ebraico è preceduto dall’articolo (cfr. Zc 3,1s), poiché viene considerato non quale nome personale, ma comune. Indica propriamente uno che si oppone a un altro per distoglierlo dal fare qualcosa o per accusarlo in giudizio”. Insomma, più che una entità si identificava una funzione, quella di chi si oppone e accusa. I demoni invece erano delle entità che secondo le idee di allora abitavano la zona tra la terra e le nuvole e potevano essere buoni (angeli) o cattivi. Essi erano responsabili di molte realtà che gli antichi non riuscivano a spiegare. Ritornando al discorso iniziale, cioè il fatto che non troviamo la parola Satana nei primi cinque libri della bibbia bisogna sapere che << nella maggior parte delle religioni antiche esiste una divinità, o un principio, del bene e uno del male. Nella Bibbia questa concezione del mondo è stata sempre rifiutata; nei testi più antichi, precedenti l'esilio babilonese (sec. VI a.C.), quando il concetto di diavolo era ancora inesistente, ciò che nelle religioni pagane viene attribuito alle potenze demoniache, viene riferito direttamente al Dio Yahvé, unico autore del bene e del male>>. <<Questo Dio, ritenuto unico responsabile del male esistente nel mondo, veniva presentato con tratti più diabolici che divini («Yahvé gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi», Dt 28,63), come una divinità crudele che non solo incute terrore, ma si vanta pure della sua ferocia:«Le mie frecce si ubriacheranno di sangue, del sangue degli uccisi e dei prigionieri; la mia spada si ciberà di carne fra le teste dei condottieri nemici!» (Dt 32,42; Sal 68,22)>> (Alberto Maggi, op.cit.).
Progressivamente la teologia si allontanò dall’idea di un Dio con caratteristiche negative fino ad arrivare a un Dio presentato da Gesù da chiamare papà. Il Dio dell’antico testamento era così diverso dal nuovo che un certo Marcione all’inizio del cristianesimo (dichiarato poi eretico) era convinto che si trattasse di un altro Dio contrapposto a quello del nuovo. Era così convinto che rifiutava i testi dell’antico testamento. Scrive un autore che consiglio caldamente di leggere (Ehrman Bart D., I cristianesimi perduti. Apocrifi, sette ed eretici nella battaglia per le sacre scritture, Carrocci 2005, pag. 133): << Come poteva lo stesso Dio essere responsabile di entrambe le cose? In altri termini, come poteva il Dio iracondo e vendicatore degli Ebrei essere il Dio amoroso e clemente di Gesù? Marcione affermava che questi attributi non potevano appartenere a un solo Dio, essendo in contrasto tra di loro: odio e amore, vendetta e pietà, giudizio e grazia. Ne concluse che in realtà dovevano esserci due Dèi: il Dio degli ebrei, che si trova nel Vecchio Testamento, e il Dio di Gesù, che si trova negli scritti di Paolo>>. In breve: il motivo per cui nei primi libri della bibbia non troviamo satana è che non c'era bisogno poichè Dio veniva presentato anche con attributi negativi. Riguardo al racconto in cui si narra di Adamo ed Eva, provate a cercare accuratamente ma vedrete che non trovate menzione ne di diavolo ne di satana e ne di demonio. Fu infatti a partire da Sant’Ireneo che si identificò il diavolo con il serpente (https://books.google.it/books?id=B1oVYBrXJWUC&pg=PA56&lpg=PA56&dq=ireneo+e+diavolo+e+serpente&source=bl&ots=HWvPbR4EUc&sig=E6l3BBsTkcYZHSB3UYvXowONaE8&hl=it&sa=X&ved=0CCEQ6AEwAGoVChMIwI3q_-mMxwIVxIosCh22Xwf6#v=onepage&q=ireneo%20e%20diavolo%20e%20serpente&f=false). Per ultimo anche se non c’entra con l’argomento verificate da voi che nel racconto di Adamo ed Eva non si parla di mela ma di frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. Probabilmente gli artisti non sapendo come raffigurare questo frutto ricorsero alla mela. Se vi leggerete il libro dello psicanalista Bettelheim (Bruno Bettelheim, Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, Feltrinelli 2013) forse potrete farvi un’idea del perché hanno scelto questo frutto. Resterà comunque sempre una sua interpretazione. Saluti Giuliano Mazzocco Swaab Dick, Noi siamo il nostro cervello. Come pensiamo, soffriamo e amiamo, Elliot 2011.
Gary Greenberg, Storia segreta del male oscuro. Siamo infelici perché affetti dalla malattia chiamata depressione, Bollati Boringhieri 2011. Swaab Dick, nel suo libro riesce a stupirti descrivendo ciò che avviene nella nostra mente a livello molecolare. Il libero arbitrio, le esperienze religiose, la passione per gli sport, l’attaccamento materno/paterno e tanti altri aspetti della vita delle persone sarebbero determinate da risposte chimiche o da malfunzionamenti chimici del nostro cervello dovute al codice genetico,allo stato intrauterino e agli anni di sviluppo infantile. I nostri orientamenti sessuali sono decisi in base alla genetica e alle conseguenti risposte chimiche-ormonali che avvengono a livello uterino, così il nostro carattere e altre comportamenti che a volte stigmatizziamo in modo morale. La serietà delle affermazioni dell’autore e pure la loro importanza risultano evidenti. Per esempio il sapere che la fase dello sviluppo del linguaggio avviene per lo più in età infantile, è importante per un docente perché potrà comprendere meglio le potenzialità e i limiti dei propri studenti. È un libro molto complesso, interessante e sorprendente che andrebbe conosciuto e meditato anche se probabilmente come me, non se ne condividono le considerazioni personali. Quello che più lascia stupiti è quale sia il margine riservato al “libero arbitrio”. Secondo lui è già stato tutto deciso fin da quando eravamo in grembo materno e dai primi anni di sviluppo della nostra vita. Il secondo autore (Gary Greenberg, Storia segreta del male oscuro. Siamo infelici perché affetti dalla malattia chiamata depressione, Bollati Boringhieri 2011) narra la sua esperienza di depressione, confrontandola con le risposte che la medicina ha dato e continua a dare. Infatti per una considerevole parte del saggio viene presentata una lunga panoramica della storia della psichiatria. Greenberg si domanda se la depressione sia una malattia inventata; se il suo sentirsi così male tanto da passare ore steso sul pavimento del suo studio sia un malfunzionamento del suo cervello. Si domanda come mai dopo che gli era stata diagnosticata una forma di depressione grave, egli sottoposto a un trattamento di farmaci placebo e quindi senza principi attivi, ne sia guarito. Se c’era un malfunzionamento nel suo cervello a livello chimico come mai una terapia senza principi attivi aveva funzionato? Lui risponde dicendo che non è solo una questione chimica ma, anche “la concezione del sé” condiziona lo stato di una persona. Fotografie del cervello, monitoraggi, analisi di tutti i tipi ma per dire cosa? Che tutto è riducibile alla materia e alla chimica. Veramente? A metà degli anni settanta un certo Beck con uno studio clinico, mise a confronto la terapia cognitiva e il trattamento con farmaci antidepressivi di tipo antitriciclico. La prima risultò alla grande più efficace delle medicine. Come mai? Si tratta di tutta chimica o si può affermare che c’è qualcos’altro che lo possiamo chiamare mente, spirito, concezione di se, pensiero? Qualcosa che va oltre il materiale? Da una parte un libro che dice che c’è poco spazio per la responsabilità individuale e dall’altra uno che la chiede. La questione rimane aperta, nessuno comunque può sminuire o non considerare le affermazioni di tipo scientifico di Swaab Dick. Tra le tante cose che mi hanno colpito del primo libro riporto queste:
Saluti Giuliano Mazzocco. Un libro sorprendente che fa chiarezza nel mare di parole che si trovano in giro sull’argomento di satana e demoni è questo: Alberto Maggi, Gesù e Belzebù. Satana e demòni nel vangelo di Marco, Cittadella 2009. All’inizio del libro, prima di affrontare nello specifico l’interpretazione dei brani sui demoni presente nel vangelo di Marco, l’autore fa una dissertazione molto precisa su satana e demoni nella bibbia e nel mondo giudaico. Una della cose più interessanti riguarda il nome di lucifero. Inizialmente nella chiesa e fino al quarto secolo, il nome di lucifero non era associato al principe dei demoni e molti cristiani si facevano chiamare Lucifero e Lucifera, addirittura esiste un santo con questo nome. Esso si chiama san Lucifero vescovo di Cagliari ( se non ci credete aprite Wikipedia al seguente link: https://it.wikipedia.org/wiki/Lucifero_di_Cagliari ). Era un bel nome il cui significato è “portatore di luce”. Laguna del "Lusenzo" Chioggia (Ve). Poi, una errata traduzione da parte di san Gerolamo autore della traduzione della bibbia in latino chiamata “Vulgata”,di un passo del profeta Isaia, che parlava della “stella del mattino” (uno dei significati della parola lucifero), scambiò il significato “splende” con “urla” facendo identificare con questo nome quell’angelo decaduto di cui si parla nel libro dei Vigilanti (un libro apocrifo, non considerato valido dall’elenco di libri della bibbia deciso nei primi tempi della chiesa). Ebbene, è sorprendente come la gente in genere riguardo alle cose di religione sia piuttosto ignorante ma intorno a questa storia dell’angelo decaduto moltissimi sanno. Una leggenda che fa parte di un libro non riconosciuto dalla chiesa è diventata conosciutissima, perché? Quello che sorprende, inoltre, è che alla volte diversi preti citano questo argomento evidentemente non conoscendo le scritture poiché nella bibbia tale cosa non si trova. Quando ci fu questa interpretazione la parola lucifero cadde in disuso e più nessuno pensò di chiamare il proprio bambino “lucifero”. Quindi mi dispiace ma a quanto pare il nome di lucifero non ha il significato che gli è stato attribuito per molti secoli. Questa immagine si trova a Ronda (Spagna) nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Artist Unknown Description English: So-called “Grande Ludovisi” sarcophagus, with battle scene between Roman soldiers and Germans. The main character is probably Hostilian, Emperor Decius' son (d. 251 CE). Proconnesus marble, Roman artwork, ca. 251/252 CE. Français : Sarcophage dit « Grande Ludovisi » représentant une bataille entre soldats romains et Germains. Le personnage principal est probablement Hostilien, fils de l'empereur Dèce († 251 ap. J.-C.). Marbre de la Proconnèse, œuvre romaine, vers 251/252 ap. J.-C. Italiano: Sarcofago detto “Grande Ludovisi”, con scena di battaglia tra soldati Romani e Germani. Il personaggio principale al centro è probabilmente Ostiliano, figlio del imperatore Decio (morto nel 251 d.C.). Marmo proconnesio, opera romana, 251/252 d.C. ca. Current location National Museum_of Rome - Palazzo Altemps First floor Accession number Inv. 8574 Credit line Found in 1621 near the Tiburtina Gate in Rome; Ludovisi Collection Source/Photographer Jastrow (2006) I romani praticavano l’uccisione pietosa dei feriti in battaglia, l’aborto, la schiavitù, l’eliminazione dei figli non voluti, i giochi crudeli e sanguinosi. Anche riguardo al sesso e all’amore ci sono delle cose che probabilmente molti non sanno. Un libro molto articolato su questa tematica , con una nutrita bibliografia, e che merita di essere letto è quello di Alberto Angela (Alberto Angela, Amore e sesso nell’antica Roma, Mondadori 2012). Esso ci narra gli usi e i costumi in fatto di sesso dei romani. Alcune o diverse cose non potrebbero essere gradite ma ciò che è avvenuto merita in ogni modo di essere conosciuto. Tra le tante cose riportate ne segnalo alcune: · C’era lo “jus scolum”, cioè il diritto di bacio dei parenti della donna per vedere se aveva bevuto vino nel qual caso, poiché era considerato un tradimento, veniva portata in una stanza apposta e fatta morire di fame. · Non erano ammesse effusioni in pubblico perché si offendeva la morale di allora. · In un certo periodo dell’impero fu emanata una legge che difendeva la pudicizia delle donne. Nessuna donna poteva essere toccata o perquisita e non si poteva nemmeno rivolgerle la parola. In caso di comportamento inadeguato spettava alla famiglia la punizione a causa del disonore procurato. · Il romano sottometteva. In segno di padronanza e dominio usava sodomizzare gli schiavi, i vinti e pure i liberti. Lo faceva, secondo Angela, non perché gli piacesse ma per dimostrare potere. Description Museo Archeologico Nazionale di Cagliari(Sardegna)Cucurru Arrius - Statuina femminile di dea madre di stile volumetrico appartenente alla "Cultura prenuragica di Bonu Ighinu" precedente alla Cultura di Ozieri. Date Source Own work Author Shardan · Nell’antichità il fallo era associato alla fecondità e alla fertilità dei campi probabilmente. Secondo me, un antico retaggio delle religioni del neolitico, così come ce ne parla Marija Gimbutas nel suo interessante libro “le dee viventi”. Secondo la sua ricostruzione in quest’epoca ci sarebbe stato nella religione il concetto generale di rigenerazione comprendente la vita, la morte e la rinascita. Comunque sia si facevano processioni in cui si portavano in giro effigi di falli (falloforie). La stessa cosa avveniva in Egitto. Io abito ad Adria una città di origine etrusca, sede di un museo archeologico nazionale. Ebbene negli scavi sono stati rinvenuti moltissimi peni apotropaici, ma per non so quale motivo (probabilmente chi si occupa dell’esposizione lo ritiene inopportuno) se ne priva la visione al pubblico lasciandoli negli scantinati. La cosa mi da un po’ fastidio, non mi aggrada che ciò che non piace del passato venga nascosto. L’unico reperto visibile è una brocca con un beccuccio a forma di pene ove probabilmente in segno di bene augurio si servivano delle bevande agli ospiti. La figura del fallo era estremamente diffusa e per nulla probabilmente ritenuta sconcia. Se ne trovavano dappertutto , nelle strade, nei tempi, nelle case, sui tavoli dove si mangia, sulle bardature dei cavalli e persino addosso.
· Quando il figlio era giunto a una certa età il padre lo portava in un luogo di sesso a pagamento per iniziarlo in questo campo. · Le donne che praticavano questo mestiere erano per lo più schiave o bambine abbandonate allevate dai mercanti del sesso. · I romani non si sposavano solitamente per amore ma come in molti paesi del Terzo Mondo i matrimoni erano combinati. · C’erano diversi tipi di matrimoni e questi avvenivano di solito tra i 14 e i 17 anni. · Divorziare era relativamente semplice. · Agli alti ufficiali militari e agli altri funzionari dell’impero qualora fossero celibi o vedovi, oltre alla normale fornitura di cavalli abiti e altro, veniva “fornita” anche una donna poiché era inconcepibile che una persona del genere nello svolgere il suo servizio ne fosse sprovvisto. · In età romana picchiare la moglie era un fatto normale come purtroppo succede in altre società attuali. Ci sono tanti altri aspetti che vengono esposti nel libro in questione e che il lettore se vuole potrà conoscere leggendolo. Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Giorgio Nardone, Gli errori delle donne (in amore), Ponte alle Grazie 2010. Ho già presentato due libri che si rifanno a Giorgio Nardone, il pensiero è sempre quello: molte volte ripetiamo ostinatamente certi comportamenti nella speranza che prima o poi ci vada nel verso giusto. Il problema è che un comportamento simile in psicologia si chiama nevrosi. Una volta sui chewing-gum quando ne scartavi la carta protettiva c’era un foglietto che poteva fartene vincere un’altra ma molte volte la scritta era : “ritenta e sarai più fortunato”. Noi molte volte a livello inconscio secondo l’autore ci comportiamo similmente. In questo libro, che come gli altri sono troppo interessanti e veloci per non essere letti, l’autore riporta tutta una serie di casi di persone che si sono innamorate delle persone sbagliate. Non c’è sufficiente riflessione intorno a questi temi. Se c’è una maturità da acquistare nel diventare autonomi e gestire se stessi perché non ci deve essere una maturità da far crescere anche in campo affettivo. Certi pensano che si deve lasciare tutto al caso perché l’amore non si comanda. Ok! Bisogna però poi accettare le “fregature” e le delusioni che possono arrivare. Questo libro me ne ricorda un altro che ha avuto molta diffusione: Robin Norwood, Donne che amano troppo, Feltrinelli 2004. Anche se si ha una certa età non è mai troppo tardi per capire se stessi e gli altri nei comportamenti che si attuano. Giuditta II di Gustav Klimt, 1909, Venezia, Galleria internazionale d'arte moderna.[1] https://commons.wikimedia.org/wiki/File%3AGustav_Klimt_038.jpg Gustav Klimt [Public domain], via Wikimedia Commons from Wikimedia Commons C’è una sorta di copione come quello che si recita a teatro che è alla base di certi azioni reiterate e non a caso un grande psicologo come Moreno basava la sua terapia psicologica proprio attraverso il teatro. Ecco allora i copioni della fata , della bella addormentata, di colei che ricerca il principe azzurro, della baciatrice di rospi, della seduttrice, l’amazzone, la camaleontica, la strega, la braccatrice, la crocerossina, la moralista, la manager, la traghettatrice, ecc. Copioni che che trovano applicazione in entrambi i generi. Riguardo al libro della Norwood, l’autrice racconta di essersi sempre innamorata delle persone sbagliate. Lei si domanda come mai mi sono sempre innamorata di scapestrati, ubriaconi e gentaglia varia che mi ha fatto soffrire enormemente? Lei dice che era giovane e bella corteggiata da diverse persone ma quelle per bene e con buon senso non riuscivano a farla innamorare; lei le trovava enormemente noiose. Invece i figuri loschi e schifosi inducevano in lei una frenesia smodata. La risposta al suo comportamento si rifà alla teoria psicanalitica dell’assenza del padre durante l’infanzia. Secondo lei il fatto di avere un padre ubriacone che la trascurava era all'origine della sua attrazione per persone problematiche. Cercava in loro il riscatto per il mancato amore paterno durante il periodo dell'infanzia. Il monito è quello di fare i conti con se stessi e cercare di fare scelte più attinenti alla realtà. Sono due libri importanti scritti da autori provenienti da scuole di pensiero diverse ma entrambi portano a riflettere sulla tematica dell’amore. Ho trovato interessante un filmato in bianco e nero che viene citato nel libro "la civiltà dell'empatia". Cercherò ora di fare una breve sintesi di una piccola parte di questo libro. Nei primi anni 30 del novecento nei brefotrofi statunitensi c’era l’idea che a salvaguardia della salute fisica e mentale dei bambini bisognava evitare il più possibile le cure materne. Il personale doveva cercare il più possibile di non toccare i bambini, prenderli in braccio o cullarli. Si pensava che le normali cure affettive avrebbero ostacolato lo sviluppo morale del bambino, "rendendolo più dipendente e impedendone la rapida maturazione in un essere capace di badare a se stesso, per quanto ancora in età infantile. “ Ebbene il tasso di mortalità oscillava tra un 32% e un 72% nei primi anni di vita e chi riusciva a sopravvivere sviluppava comportamenti patologici di tipo depressivo. Questa modalità di pensiero e di comportamento furono le idee dominanti nonostante l'evidente disagio dei bambini. “ Fu solo nel 1931, quando un pediatra, Harry Bakwin, divenne primario del reparto pediatrico del Bellevue Hospital di New York, che la condizione di questi bambini cominciò a cambiare. Bakwin pubblicò un articolo, intitolato "Loneliness in Infants", in cui metteva in correlazione mortalità infantile e denutrizione emotiva” “Quando il bambino avverte di non essere amato come persona o vede respinto il proprio amore, la sua maturazione si blocca ed egli comincia a sviluppare relazioni aberranti e a manifestare sintomi patologici come aggressività, ossessioni, paranoia e comportamenti isterici o fobici.” Progressivamente il pensiero sull’accudimento cambiò. “Ma fu l’effetto viscerale ed emotivo che ebbe un film a scuotere dalle fondamenta la disciplina e a cambiare per sempre l’idea di corretto accudimento professionale dei bambini, oltre che il ruolo genitoriale." Nel 1947 un cortometraggio amatoriale realizzato da René Spitz fece molto scalpore. Era un film muto che mostrava alcuni bambini che erano stati lasciati dai genitori in una casa di accoglienza. Il primo caso mostra una bambina un pò stranita ma vigile e poi la stessa bimba a distanza di tempo immobile e sdraiata sul letto. Successivamente si vedono altre situazioni. Non c'è niente di particolarmente truce ma ti scava dentro perchè senti tutto il dolore di questi bambini. Tale documentario lo potete trovare su youtube all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=VvdOe10vrs4 Vale la pena di vederlo con i vostri studenti; sono sette minuti che rimarranno scolpiti nella testa e saranno fonte di riflessione. Recentemente mia mamma è rimasta in ospedale e lì vi era un'anziana di 102 anni che caduta aveva delle ossa fratturate. Nei momenti di dolore implorava mamma e papà. Rimaniamo per tutta la nostra vita bisognosi di amore. Nel caso vogliate vedere e commentare l’intero documentario l’indirizzo è il seguente: https://www.youtube.com/watch?v=VMWb8rfU-rg In questo caso per capire le immagini e ciò che viene detto, occorre sapere il pensiero di Winnicott sulle prime poppate. Secondo questo autore, il mancato rispetto dei desideri semplici del bambino sono fonte di frustrazione ed origine di disagi successivi.
Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Sono stato colpito recentemente dalla lettura del libro: Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni, Einaudi 2014. L'autore fa un exursus sui vari sviluppi delle civiltà chiarendo che la loro fortuna è stata determinata dalle circostanze favorevoli e non da differenze razziali tra i popoli. Una sintesi abbastanza buona ma non esaustiva di ciò che è scritto la si può conoscere ascoltando il seguente video all'indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=sHGiapJ4q40 In particolare mi ha fatto dispiacere conoscere il fatto del genocidio dei Moriori sterminati dai Maori. Essi abitavano un'isola le cui condizioni climatiche, li aveva costretti ad essere cacciatori-raccoglitori. Questa situazione, secondo l'autore, li portava ad essere pacifici. Quando arrivarono dal mare i Maori, nonostante fossero in numero inferiore, ne uccisero la maggior parte e quelli rimasti furono ridotti in schiavitù per essere successivamente ammazzati. Nella storia degli uomini ci sono stati popoli che hanno ucciso a più non posso e altri che hanno conquistato e assoggettato le genti sfruttandole ma non sterminando indiscriminatamente.
Ci si domanda se sia stato lo stato di raccoglitori- cacciatori a renderli così indifesi e di conseguenza ci si interroga se l'impiego di risorse economiche per le armi sia assolutamente necessario. Una nazione deve armarsi per difendersi da potenziali nemici anche al giorno d'oggi? Per ultimo sorge l'interrogativo sul perchè alcuni popoli o persone siano stati così efferati tanto da non fermarsi mai. Si pensi a Gengis Khan, aveva conquistato un impero enorme e poteva godersi i suoi beni e vivere nell'opulenza, morì a cavallo nella ristrettezza della vita militare cercando di conquistare ulteriori territori. Perchè? Che senso ha? Pensate ad Alessandro Magno. Pensate a Napoleone che conquistata l'europa poteva spassarsela alla grande ma, non contento, decise di muovere guerra alla Russia e finì nel modo che tutti sanno. Questo libro e il prossimo di cui parlerò più avanti ( Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere) di Jared Diamond, meritano di essere conosciuti anche se la loro lettura non è sempre sciolta ed accattivante. Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY COLLASSO. Come le società scelgono di morire o vivere" di Jared Diamond. Autore Caspar David Friedrich Data 1818 Tecnica olio su tela Dimensioni 98,4×74,8 cm Ubicazione Hamburger Kunsthalle, Amburgo this work is in the public domain in the United States, and those countries with a copyright term of life of the author plus 100 years or less. Se si continua a sfruttare la natura oltre le risorse rinnovabili rischiamo di fare la fine di certi popoli del passato. L'umanità deve incamminarsi verso uno sviluppo sostenibile, se non lo farà la scure è già posta sotto i suoi piedi.
Il libro, citato sopra, all'inizio descrive la situazione disecologica dello stato del Montana, poi passa a raccontare quello che è successo nell'isola di Pasqua. Quando ero piccino leggendo l'enciclopedia "conoscere" rimanevo affascinato dal lato misterioso delle statue dell'isola di Pasqua. Molto tempo dopo vidi il film "Rapa Nui" e credetti che fosse una storia di fantasia. Invece leggendo questo libro ho scoperto che era tutto vero. Uno sfruttamento indiscriminato delle risorse dell'isola portò all'estinzione degli alberi ad alto fusto. In un mare estremamente pescoso non avevano più il legno per costruirsi le canoe. Vedendo assottigliarsi le risorse boschive, pensarono di costruire tante statue per invocare la protezione divina e facendo questo usarono altro legname. Invece di attuare un comportamento più rispettoso si misero a pregare perchè ci fosse più legna. La fine fu terribilmente crudele: si mangiarono tra di loro mentre il loro mare brulicava di pesci. La fine della loro civiltà arrivò anche per gli Anasazi nella zona del New Messico e Arizona, per i Maya nello Yucatan, per i Vichinghi in Groenlandia e per gli abitanti delle isole Pitcairn e Henderson. Uno sfruttamento oltre la rinnovabilità li ridusse prima alla fame e poi alla fine. Nella seconda parte il libro porta l'esempio di buone pratiche come in Giappone nel 1600 ove si decise di proteggere il patrimonio boschivo e ciò fu la loro fortuna. Non si tratta di semplici opinioni ecologiste ma di dati inoppugnabili verso cui è necessario crescere in una coscienza collettiva che parte dal principio che questa terra "non la lasciamo in eredità ai nostri figli ma ci è stata dato in prestito da loro". Purtroppo stando così gli eventi e il succedersi delle cose sembra che difficilmente gli uomini troveranno accordi in tal senso. Siamo dentro una crisi economica mondiale il cui superamento richiede uno sviluppo, un ritorno alla crescita che però deve inserirsi all'interno di un discorso di sostenibilità. C'è una scena verso la fine del film "Matrix" ove si dice che gli esseri umani sono un virus , un cancro in questo pianeta perchè ove essi si insediano consumano tutto. Continua dicendo che abbiamo fatto il nostro tempo, e che le macchine (computer) saranno la soluzione. Se ti interessa l'argomento prova a leggere il libro in questione. Chissà che le tragedie passate possano insegnarci qualcosa! Jared Diamond, COLLASSO. Come le società scelgono di morire o vivere, Einaudi 2005. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Thomas Nast - Edited version of Image:1881 0101 tnast santa 200.jpg. Non so come sia stato possibile ma per tanto tempo ho creduto che l’Italia nel risorgimento sia stata mossa da un afflato ideale così forte da trovare la strada dell’unità. Mi domando come abbia fatta a credere a un’idiozia simile, nettamente in contrasto con ciò che la storia da sempre insegna e cioè che in tutte le epoche ci sono intrighi , inganni, lotte intestine di potere ed economia. Credevo che esistesse un babbo natale che con mille suoi aiutanti portava i doni della libertà in meridione. In realtà ha portato violenza, fucili e morti come la strage di Bronte. Lo stato borbonico possedeva due terzi dell’oro presente in italia a quel tempo, era il più industrializzato degli stati italiani e aveva una flotta seconda solo all’inghilterra. Almeno così dicono i due testi che vi consiglio di leggere: -Gigi De Fiore, Controstoria dell'Unità d'Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento, BUR 2010. -Pino Aprile, Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero Meridionali, Piemme 2013. È vero io sono un patito di storia ma credo che anche tante altre persone rimarranno stupite da ciò che è scritto in questi libri. Dopo l’unità d’Italia cominciò il fenomeno dell'emigrazione nel meridione. Lo stato piemontese appoggiò il potere dei mafiosi per consolidare la sua presenza. Scese con un esercito di occupazione composto da più di centomila soldati, rase al suolo per rappresaglia interi paesi. Portò da 8 a 25 le tasse. Incamerò i beni del banco di Napoli. Trasferì in campo di concentramento a Fenestrelle molti dell’esercito borbonico ove morirono di stenti e di fame. Se erano felici di diventare italiani perché sono scesi con tanti soldati uccidendo torturando e massacrando come in Kosovo in Iraq e via discorrendo. Si parla di una cifra di morti compresa tra centomila e un milione su una popolazione che contava 11 milioni di persone. Credevo che i popoli del ducato di Parma, di quello di Modena e del granducato di Toscana avessero realmente votato con un plebiscito la loro annessione al regno del Piemonte. Invece essi erano tutta una pagliacciata. Ad esempio in taluni casi c’erano le schede per dire si, ma mancavano quelle per il no, oppure bisognava richiederle specificando nome e cognome. Maggioranza bulgara si direbbe oggi. Strano molto strano visto che studiando sociologia si sa per certo che c’è sempre una parte della popolazione refrattaria ai cambiamenti. Neanche dopo una tragedia come la seconda guerra mondiale l’esito del referendum tra monarchia e repubblica fu così scontato e qualcuno dice che forse non è stato tutto così chiaro. Anche il plebiscito che riguardava Nizza e Savoia e la loro unione alla Francia fu una farsa. Quante balle, come ho potuto crederci? Collegati ai testi sopracitati consiglio di leggere anche questi due: -Lorenzo Del Boca, Indietro Savoia, Piemme 2004. -Giovanni Fasanella Antonella Grippo, Intrighi d'Italia Dalla morte di Cavour alla Grande guerra: le trame nascoste che non ci sono sui libri di storia, Sperling & Kupfer 2012. L’ultimo libro si interroga sulla morte di Cavour (probabilmente fatto morire a suon di salassi a seguito di febbre malarica), sugli affari e le privatizzazioni dei primi anni del regno d’Italia ( risulta sorprendente perché sembra sia descritta l’attuale situazione italiana), il caso della banca romana, l’uccisione del re Umberto I chiamato “re mitraglia” probabilmente avente come mandante l’ex regina borbonica del regno di Napoli, la morte in prossimità della prima guerra mondiale, molto insolita del capo di stato maggiore dell’esercito schierato per la triplice, il generale Pollio e tanto altro. Vedrete che la lettura di questi quattro libri vi daranno un’altra visione delle cose. Ne sono sicuro. Giuliano mazzocco. Questa mattina in una classe affrontando una tematica di attualità, si è passati di discorso in discorso. Alla fine sorprendentemente uno studente ha tirato fuori il fatto dei bombardamenti nella seconda guerra mondiale nelle città del nord, e in particolare a Milano da parte delle forze anglo americane. Sembrava uno scandalo. Non pareva vero agli studenti che gli americani avessero bombardato le nostre città. Allora ho spiegato che innanzitutto sempre di più le guerre moderne comportano la sofferenza e l’uccisione di civili e che il nord-italia in quel periodo era sotto il potere nazi-fascista perciò costituiva un obiettivo bellico. Ho notato con sorpresa che l’interesse per ciò che era successo e quindi per la storia era ancora vivo. Diverse volte in questa classe esce fuori la frase “chissà quante cose noi non sappiamo e ci tengono nascoste”. Forse è abbastanza vero, ma anche non ci informiamo abbastanza, oppure dimentichiamo troppo in fretta. Tutta questa premessa è fatta per presentare un libro su una tematica che non avrei mai immaginato esistesse e che mi mette a disagio per il fatto che nessuno conosce. Si tratta della scelta di uomini russi che si schierarono e combatterono dalla parte dei nazisti nella seconda guerra mondiale contro il potere sovietico. Anche in Italia ci fu una piccola presenza in tal senso, quella dei cosacchi negli ultimi mesi della guerra in Friuli. Il fatto è narrato anche da Carlo Sgorlon nel libro L'armata dei fiumi perduti. ll libro in questione è : Adriano Bolzoni, I dannati di Vlassov. Il dramma dei russi anti sovietici nella seconda guerra mondiale, Mursia 2009. Un libro piuttosto lungo, alle volte secondo me, piuttosto ripetitivo ma assurdamente sorprendente. Secondo l’autore sarebbero stati coinvolti tre milioni di russi ma si arriva a sostenere , se ho capito bene, che potrebbero essere stati anche cinque milioni. Queste persone furono rispedite in patria contro il loro volere alla fine della guerra il tutto secondo un accordo anglo-sovietico di scambio di prigionieri. Furono quasi tutti uccisi e qualcuno fu internato nei terribili gulag. Tutti sanno dei sei milioni di ebrei, pochi sanno dei 30-100000 italiani uccisi infoibati ma nessuno o pochissimi sanno di questa cosa. Io ho chiesto ai miei colleghi di storia ma nessuno sapeva e aveva sentito niente. Così pure non si sa di due milioni di morti nella guerra in Sudan pari a quasi tutti i morti provocati dalle guerre napoleoniche. Sono tre- cinque milioni di persone! Nessun ricordo, nessuna lapide. Nessuno che narri nei film questi fatti. Si sono schierati dalla parte perdente, nessuno probabilmente li voleva e sono stati rispediti da dove erano venuti. Com'è possibile che una simile tragedia non trovi nessuna menzione nei libri di storia? Non sono mica numeri da niente. Sono realtà documentate. Quando la Wermacht si ritirò dalla Russia una colonna sempre lunga di civili e militari preferì seguire gli ex occupanti piuttosto che ritornare sotto il dominio di Stalin. Un accordo anglo-sovietico li fece tornare nella loro terra verso un orribile destino. L’autore ripete fino allo sfinimento che i numeri erano così elevati, che le sorti della guerra sarebbero state ben diverse qualora Hitler avesse deciso fin dall’inizio di usare la loro disponibilità. La cecità militare del leader nazista che considerava gli slavi una razza inferiore impedì di accogliere la loro collaborazione. Solo quando ormai le sorti della guerra erano segnate con riluttanza si acconsenti ai reparti disertori dell’armata rossa di combattere contro gli ex-commilitoni. Tra loro a comandarli c’era uno dei più famosi generali dell’armata rossa, il generale Vlassov. Una domanda è inevitabile: perché un silenzio così assurdo davanti a numeri così grandi? Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY |
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Febbraio 2022
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