Potrà sembrare strano ma è possibile prevedere il 90% degli eventi futuri, senza rivolgersi a una chiromante o a qualche fattucchiera. Potrebbe sembrare assurda un’affermazione del genere, ma “purtroppo” è vera.
L’applicazione del metodo matematico noto come “teoria dei giochi” permette di ottenere questi risultati, non solo in qualche campo ma sostanzialmente in tutti. È quanto sostenuto dal libro: Bruce Bueno De Mesquita, L'uomo del destino, il mio metodo matematico per predire il futuro, Rizzoli 2011. Purtroppo la lettura, genera in un lettore idealista, propenso a pensare il genere umano rivolto ad evitare il male e scegliere il bene, una considerevole amarezza. L’autore docente di teoria politica alla NYU e consulente della CIA in questo libro spiega, come applicando “la teoria dei giochi”, sia possibile fare previsioni piuttosto accurate circa gli esiti futuri. Cominciando ad analizzare tutti gli attori di una determinata situazione ed assegnando in base a dei calcoli statistici una percentuale di forza, è possibile ottenere sostanzialmente delle previsioni abbastanza approssimate sugli sviluppi futuri. Il presupposto di base all’origine di tutto è sostanzialmente un approccio utilitaristico, il quale, detto in maniera semplice, significa che gli uomini tendono a fare i propri interessi. Il libro passa in rassegna alla luce di questa teoria una serie di fatti storici dove dimostra la sua tesi, come nel caso di Cristoforo Colombo, dell’ascesa di Khomeini, di piazza Tienanmen e di tanto altro. Quando ho letto questo libro, Kim Jong Sun inquietava la popolazione mondiale con minacce nucleari. L’autore sosteneva che per quanto si sia dispotici non si rimane al governo senza abilità, che prevedono una catena di comando ben oliata. Contrariamente a quanto alle volte certa gente diceva, in maniera sbrigativa, definendolo “matto”, l’autore sosteneva che le sue minacce erano una strategia voluta per ottenere dei finanziamenti alla sua nazione, cosa che poi con accordi con il presidente Trump è effettivamente avvenuto. Purtroppo ho dovuto dargli ragione, le sue previsioni erano giuste. Sostanzialmente (anche se non molto esplicitato ) il processo di previsione si articola così:
Per esempio in una situazione in cui vi sono due forti contendenti, supponendo che tutti i soggetti coinvolti tendono a pensare ai propri scopi, potrebbe succedere che entrambe le forze dei contendenti si annullino, fino a favorire un terzo soggetto che nessuno avrebbe pensato avere una chance. E' un libro che fa riflettere anche se lascia una certa amarezza. L’autore inquadrando i vari fatti all’interno della teoria dei giochi, perviene alla definizione di una umanità incline a pensare solo ai propri interessi e perciò tendenzialmente emerge una visione pessimistica. Se ne consiglia la lettura. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Testo di riferimento : Daron Acemoglu James A. Robinson, Perchè le nazioni falliscono. Alle origini di potenza, prosperità, e povertà, Il saggiatore 2013.
Video: Link Venezia, dice il libro, nel medioevo forse era la città più ricca del mondo. Nel 1300 aveva la stessa popolazione di Parigi e tre volte quella di Londra. Essa implementò durante in questo periodo istituzioni politiche ed economiche inclusive, ma successivamente una ristretta elite esercitò un monopolio involutivo, che di fatto la portò alla rovina. Mi ha sempre sorpreso in Veneto lo sviluppo urbano. Risulta molto evidente in certi paesi la villa padronale al centro e poi come la gramigna o l’edera sugli alberi un agglomerato informe di case. Molte volte si menziona la storia della repubblica di Venezia come qualcosa di glorioso da riesumare. Ci si dimentica che la repubblica veneziana è caduta perché era in mano a una asfittica e oligarchica elite di famiglie. C’erano pochi signori con delle grandi e stupende ville, e una pletora di popolo insediata ai bordi dei loro poderi o di qualche argine di fiume. Quando è arrivato Napoleone è finito tutto, si sono consegnati al nuovo padrone, giustamente senza opporre resistenza, ma se non ci fosse stato lui, ne sarebbe arrivato un altro, era solo questione di tempo, la situazione era ormai indebolita e non avrebbe saputo resistere agli scossoni della storia. Dove sono finite le grandi famiglie padronali del Veneto, che fine hanno fatto? Quando le istituzioni non assicurano la difesa della libera attività ed espressione dei suoi cittadini non si va molto lontano. Se non si lotta e si difendono le istituzioni inclusive il destino è segnato per tutti. E in Italia? Facciamoci la domanda, che politiche ci sono? Nascono pochi figli, con molti sacrifici li facciamo studiare e poi se ne vanno all’estero perché qui non ci sono possibilità. Che paese è, quando ai suoi figli non dà modo di esprimere le proprie capacità, inclinazioni e creatività? Sembra che la scuola italiana, nonostante tante critiche, sia di buon livello. Gli studenti usciti dalle nostre università sono ricercati all’estero per la loro preparazione (LINK). Come mai invece, è difficile inserirsi nella nostra realtà produttiva? Nel 2012 è uscita l’interessante legge 221 recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese tra cui la possibilità di creazione di startup innovative. Essa consente di avere agevolazioni e sgravi fiscali per chi fa nascere un’impresa a carattere innovativo. Per poterla creare occorre essere in possesso di almeno uno dei tre seguenti requisiti: 1) destinare come minimo il 15% del bilancio in ricerca o sviluppo, 2) avere nella propria forza lavoro almeno due terzi di personale con laurea magistrale, 3) essere in possesso di un deposito di brevetto per invenzione industriale o modello di utilità (LINK). Riguardo al terzo requisito, occorre fare una riflessione. In Germania si brevetta dieci volte in più rispetto all’Italia. Se come si dice siamo un popolo di navigatori poeti, … e inventori, come mai si brevetta così poco? Ho scoperto che manca sostanzialmente una cultura brevettuale. Pochi sanno come si brevetta e quando conviene. Probabilmente sarebbe utile inserire a scuola dei corsi. La cultura non ci manca, i nostri studenti sono in gamba e molte volte eccellenti, occorre sintetizzare e mettere a frutto le intelligenze. La brevettazione consente lo sviluppo di attività imprenditoriali ad alto rendimento. Secondo le statistiche ogni anno lasciano l’Italia 50 000 giovani. Le nostre migliori intelligenze se ne vanno, è veramente assurdo. Non ci può essere futuro per una nazione se non riesce a valorizzare le sue risorse. Bisogna intervenire subito con le opportune politiche di agevolazioni, che possono anche consistere anche in costi per la collettività, perché gli investimenti di oggi saranno il reddito di domani. Se non sarà così, allora la vignetta è proprio azzeccata. È brutto dirlo quello che sta succedendo è una castrazione. Nascono pochi figli e per giunta la situazione li obbliga ad emigrare. Non è che siano in atto delle politiche di “tipo estrattivo”? Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Testo di riferimento : Daron Acemoglu James A. Robinson, Perchè le nazioni falliscono. Alle origini di potenza, prosperità, e povertà, Il saggiatore 2013.
Come mai imperi millenari invitti a tanti eventi, a un certo punto della loro storia sono crollati? È questione di ciclo naturale delle cose come la nascita, crescita, maturità, declino e morte delle specie viventi? Ci sono meccanismi che posti in atto, portano inevitabilmente ad un esito negativo? IL libro presentato è lungo, ma nella sua tesi è breve. Il successo di una nazione è favorito dalle “politiche inclusive”, è sfavorito da quelle “estrattive”, si attua per mezzo della distruzione creatrice. Gli autori intendono per “politiche inclusive“ tutte quelle azioni e istituzioni, che garantiscono l’espressione delle capacità dei propri cittadini, assicurano il rispetto della proprietà privata, un sistema giuridico imparziale ed efficiente, la possibilità di aprire nuove attività, l’implementazione di innovazioni tecnologiche, e la presenza di un sistema di istruzione efficace. Se vengono poste queste condizioni di libera espressione delle proprie capacità, lo stato prospererà. Il benessere sviluppato dalle menti e dall’ingegno dei suoi cittadini brillanti, sarà creato. Se invece il potere sarà in mano ai “soliti”, se la libera iniziativa verrà inibita, allora sarà solo questione di tempo, perché prima o poi tutte le nazioni in questo stato saranno destinate inevitabilmente a fallire. Questo è ciò che gli autori intendono per “politiche estrattive” la cui caratteristica principale è soprattutto il drenaggio della ricchezza dei cittadini. La tesi degli autori è quella in cui a una prima fase in cui troviamo la presenza di politiche inclusive, subentra una seconda in cui un’elite prende il soppravvento e comincia ad attuare politiche estrattive, nell’intento di continuare ad assicurarsi i privilegi acquisiti. In questo modo si impediscono alle capacità “imprenditoriali” di rivelarsi. La situazione diventa asfittica e porta inesorabilmente al declino. Occorre, a detta degli autori, che si presenti una terza componente, essa consiste nella “distruzione creatrice”. Con ciò si intende sostanzialmente l’abbattimento dei privilegi, degli ostacoli alla libera iniziativa, e la rimozione di quelle componenti incapaci di rinnovarsi. Con queste parole sono sintetizzate le 527 pagine del libro. Gli autori spiegano poco il perché, il come, il quando, dell’instaurarsi di queste dinamiche inclusive o estrattive ma fanno una lunga carrellata di fatti storici a dimostrazione della loro tesi. Essi evitano una dissertazione sistematica dei processi, ma lasciano parlare la storia portando innumerevoli esempi, i quali vengono letti sotto le chiavi di lettura di politiche di inclusione, politiche estrattive, e distruzione creatrice. Anche se manca questo tipo di argomentazione, colpisce l’incalzare degli esempi. Uno di questi è il caso della cittadina di Nogales situata per metà territorio nel Messico e per metà negli USA, una povera e l’altra ricca. Stessa situazione geografica, stesso tipo di popolazione, due politiche differenti e conseguentemente due tenori di vita opposti. Pensate alla Corea del nord e alla Corea del sud, stessa etnia, stessa cultura, alla fine della seconda guerra mondiale entrambe in situazione economica di povertà, ora una sta reprimendo e affamando i suoi cittadini mentre l’altra è ricca e prospera. A tal riguardo aprendo il seguente LINK è possibile vedere il confronto tra le due Coree su google immagini. Le foto e i diagrammi parlano da soli, non c’è bisogno di alcuna spiegazione. La più evidente e impressionante è la foto da satellite dell’illuminazione notturna dei due stati. Sierra Leone, Zimbabwe, Haiti, Cambogia, Laos, Repubblica Domenicana, Ecuador, Perù e tanti altri costituiscono tanti esempi in avallo a questa teoria. Ne la cultura, ne la geografia e nemmeno l’ignoranza sono la causa del declino dei popoli ma l’attuazione di politiche estrattive. Una elite di persone prende il sopravvento e per preservare senza merito il loro potere e il loro status economico, cominciano a prelevare la ricchezza dei cittadini, causano la fame e bloccano le potenzialità di rinnovamento. Nel prossimo post la seconda parte. Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY CHI È A CONOSCENZA CHE NEL PERIODO TRA IL 1998 E IL 2007 SAREBBERO MORTE IN CONGO 5.400.000 PERSONE?Il testo di riferimento di questo post è il seguente: Luca Jourdan,Generazione Kalashnikov. Un antropologo dentro la guerra in Congo, Laterza 2010.
Secondo l’International Rescue Committee (https://www.rescue.org/), nel periodo 1998-2007 sarebbero morte a causa della guerra civile circa 5.400.000 persone in Congo. Le stesse cose sono sostanzialmente ribadite anche in questo articolo: http://nena-news.it/rep-dem-congo-la-guerra-dello-stupro-e-del-coltan/ In questi giorni in Europa assistiamo a un continuo flusso migratorio di persone provenienti dall’Africa e dalle zone di guerra Medio-orientali. Noi europei fatichiamo a capire il perché di questo fenomeno. Purtroppo il mondo è pieno di violenze e la nostra Europa, per quanto criticata dai suoi cittadini, con le sue politiche di welfare, il suo sviluppo e la sua organizzazione sociale risulta agli occhi di molta gente come una sorta di paradiso terrestre. Molteplici sono i motivi alla base di questa situazione. Le stesse politiche di cooperazione molte volte sono state un fallimento e certe logiche colonialiste anche se i paesi sono diventati indipendenti, continuano a imperversare. Esse sono soprattutto legate a interessi di tipo economico. Comunque sia, gli esiti delle situazioni geopolitiche si manifestano in maniera spietata, creando masse di gente vittime e incolpevoli. Un esempio di quanto detto è la guerra civile avvenuta in Congo. Il numero di morti ammazzati di cui si cita nel libro di Luca Jourdan, è una cifra da capogiro. Ebbene in questi anni i nostri telegiornali non ne hanno parlato, come mai, perché? Uccidere 5 milioni di persone non è una cosa così facile, molti saranno morti indirettamente, però il numero resta spaventosamente alto. Pensate ai nazisti che, per uccidere nei loro campi di sterminio milioni di persone hanno dovuto impiegare mezzi e risorse. Pensate alle sole fosse Ardeatine, dove si impiegò un giorno intero per compiere l’eccidio. L’uccisione di un numero così grande di persone è una realtà impressionante di cui noi in occidente praticamente siamo rimasti all’oscuro. Scandaloso! Ricordiamo il genocidio degli Armeni all’inizio del ’900, lo sterminio degli ebrei, le foibe, le Torri gemelle, giusto! E questa gente chi li ricorda, come numero sono equivalenti a 1800 Twin Towers? Ci sono drammi che in qualche modo la gente tende a non considerare, ma il sangue degli innocenti dimenticati è ugualmente rosso a quello degli altri. Per inciso, tra le tante stragi, forse molti non sanno che il Congo agli inizi del ‘900 è stato oggetto di una ferocia coloniale inaudita, e si parla di uno sterminio di persone compreso tra i tre e i dieci milioni di persone sotto la dominazione di Leopoldo II re del Belgio (https://it.wikipedia.org/wiki/Leopoldo_II_del_Belgio). In questa situazione di immigrazione forzata risultiamo sia noi che loro vittime di una insensata emergenza. Probabilmente tutti siamo sostanzialmente d’accordo nell’affermare che le persone stanno bene a casa loro, e solo per situazioni di causa maggiore sono costrette ad emigrare. Purtroppo le realtà nei loro paesi sono diventate insostenibili. Una cosa ci lascia sbalorditi, quando si tratta di fare guerra le risorse si trovano sempre e in fretta ma quando c’è da provvedere alla sussistenza della povera gente sfollata, allora si chiede l’obolo e si fanno le campagne per gli aiuti umanitari. Per esempio nella guerra libica per scalzare Gheddafi, in due giorni dalla dichiarazione Onu, Sarkozy e Blair sono stati in grado di attaccare. Ora, per fare una guerra bisogna sapere che occorrono mezzi risorse, uomini, obiettivi militari. Non si improvvisa in due giorni! Però questo è quello che è avvenuto (o almeno, quello che ci hanno raccontato). Nessuno dico nessuno ha fatto una colletta dicendo “vi prego aiutateci non abbiamo i soldi per comprare le bombe”"aiutateci a bombardare, siamo a corto di munizioni!". Per uccidere i soldi ci sono ma per le emergenze umanitarie non ce ne sono, come mai? Ed ora alcune spunti di riflessione derivanti dal libro (per una breve sintesi si veda il seguente LINK):
Spero di aver destato la vostra attenzione su questo importante libro. Un video di Silvestro Montanaro descrive una realtà simile successa in Sierra Leone e lo si può vedere al seguente LINK. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Testo di riferimento: F. Randy S. Gail, Tengo tutto. Perché non si riesce a buttar via niente, Erickson 2012.
Sicuramente il lettore avrà già sentito parlare della mania smodata di accumulare le più svariate cose da parte di alcune persone (oggetti di tutti i generi, collezioni varie, animali, …). Diverse trasmissioni televisive si sono occupate di questa cosa. Il nome tecnico per definire questo comportamento è disposofobia. Viviamo la nostra vita in una situazione di bisogno, e ciò inevitabilmente porta l’uomo a sentire che può succedere uno stato di scarsità di risorse. Quante carestie e stati di povertà hanno passato i nostri antenati, e sicuramente ci portiamo addosso le ancestrali paure che hanno attanagliato i nostri avi. Secondo diverse teorie psicologiche le prime due fasi dello sviluppo della persona umana, sono quella orale -sensoriale e quella anale-muscolare. Secondo questi autori all’inizio la principale forma di stimolo è intorno alla zona della bocca, e successivamente l’attenzione viene portata al controllo degli sfinteri. Nei primi momenti della nostra vita la fonte principale di attivazione è intorno al mangiare, all’introdurre, all’ingoiare all’assimilare e poi successivamente l’attenzione si focalizza sul momento dell’espellere, dell’eliminare. L’individuo è un equilibrio fra questi due fattori assimilare ed espellere, mangiare ed evacuare, assumere e mollare. Secondo gli psicologi nei momenti dell’infanzia si consolidano le caratteristiche principali della personalità. L’individuo è un equilibrio fra questi due fattori e il mancato rapporto armonico, sembra essere causa di comportamenti spropositati o in un ambito o nell’altro. Nel primo caso abbiamo come conseguenza i disturbi alimentari, mentre nel secondo abbiamo tutti i comportamenti di accumulo, compresa l’avarizia. Le giustificazioni portate a sostegno del loro comportamento stravagante, sono frasi che alle volte abbiamo sentito dire anche in casa nostra: “non si butta via niente”, “mi potrebbe servire”, “vivete nel tempo della bambagia e non sapete cos’è la carestia”, “questo è un ricordo che fa parte di me”, “tu non hai la minima idea”, “ma è mio!”, ecc. Molte volte nell’affrontare i comportamenti compulsivi, le persone comuni sono portate a giudicarli in maniera semplice, definendoli frutto di disturbi mentali o di mancanza di volontà. Non è ancora entrata dentro alla mentalità comune il ruolo e l’importanza di quella parte di noi nota con il nome di inconscio. Fino a quando non diventeremo consapevoli di questa nostra dimensione, difficilmente capiremo che quando l’inconscio prende il sopravvento diventa un divoratore scatenato della persona. Una volta queste pulsioni smodate erano classificate come vizi capitali. Tutti noi sappiamo che cosa si intendeva con queste parole. Ebbene il loro significato e la loro validità non è venuta meno. Particolarmente impressionanti sono le parti del libro in cui si racconta che da una casa furono portati fuori ben 1800 quintali di rifiuti e oggetti vari. Poi il caso di una attrice che fu trascinata nella follia da accumulo da animali, spendendo tutti suoi soldi in alimenti per loro, tanto da ridursi in povertà. Per ultimo, il caso di accumulo di "elementi" provenienti dal proprio corpo, di cui al lettore risparmio la descrizione, perché troppo disgustosa. Invito ora il lettore a considerare come la pulsione ad accumulare sia così pressante e impellente in tanti ambiti da far perdere la qualità della vita. Pensate a certi personaggi storici, i quali raggiunsero risultati importanti ma non si seppero fermare. Napoleone, aveva conquistato quasi tutta l’Europa, poteva vivere il resto della sua vita nel modo migliore, non gli bastava, si è infilato nella campagna di Russia ed ha perso tutto. Gengis Kan conquistò un territorio immenso, poteva vivere da gran signore per il resto dei suoi anni, morì invece a cavallo ancora in cerca di nuove battaglie. La storia è piena di esempi simili in tutti gli ambiti. Gente che non si ferma mai, potrebbe vivere il resto dei loro anni godendosi e assaporando le delizie della vita, non basta. Mettono a prova fisico, salute, mente, affetti, famiglia, ….. e tanto altro. Che senso ha tutto questo? C'è da rimanere esterrefatti dal cattivo modo di vivere degli uomini, senza distinzioni di epoche, in cui la vita diventa una assurda ricerca nell’avere sempre di più, ma ricordiamoci che nessuno si porta via niente da questo mondo! Alcuni video sull’argomento: http://video.gazzetta.it/10lifestyle-disposofobia-accumulo/2da486a0-17a2-11e2-901e-b96e1979e6f0 http://it.dplay.com/sepolti-in-casa/stagione-5-visite/ https://www.youtube.com/watch?v=I-TVKo_cnKA Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY R. Cascioli, A.Gaspari, Le bugie degli ambientalisti. I falsi allarmismi dei movimenti ecologisti. Vol. 2 Segnalo alcuni punti derivanti dalla lettura di questo libro (discutibile in alcune affermazioni), le cui considerazioni lascio al lettore. Tempo fa la mobilità era tutta imperniata sull’uso degli animali e in particolare del cavallo, ma non senza problemi. Si calcola (fonte LINK ma anche tanti altri siti), a New York nel 1880 una circolazione di circa 180.000 cavalli, ognuno dei quali produceva dai 10-12 kg al giorno di escrementi e in più diversi litri di urina. Molti animali inoltre morivano (circa 15000) durante il loro uso e venivano abbandonati ai margini della strada, per cui a un certo punto si istituì un servizio di rimozione carcasse. Le strade erano piene di sterco di animale tanto che il giornale “Times” fece la previsione che continuando così in cinquant’anni le strade di Londra sarebbero state sommerse da tre metri di letame. Le stesse cose succedevano grossomodo in tutte le città europee. Immaginate gli odori, immaginate quando pioveva, immaginate cosa significava passeggiare in città, meglio l’inquinamento moderno? In Cina se uccidi un panda è prevista la pena di morte e ugualmente per chi ne commercia le pelli. Se una donna abortiva anche al nono mese nel rispetto del programma del figlio unico, veniva gratificata con agevolazioni economiche. Cosa ne pensi? In Giappone è stato inaugurato un hotel a cinque stelle per animali vicino all’aeroporto di Tokyo. La tariffa giornaliera oscilla tra i 28,5 e i 143 euro giornalieri. Tutte le stanze hanno i condizionatori e i purificatori dell’aria. Cosa ne pensi? È proprio vero che una volta si viveva meglio? Nell’antichità al tempo dei romani il problema numero uno riguardava lo smaltimento degli escrementi umani. Chi viveva ai piani alti delle abitazioni solitamente gettava i rifiuti dalle finestre. …. In epoca tardo medioevale nelle strade si gettavano rifiuti, escrementi e immondizia varia che si decomponeva e formava una melma ripugnante (LINK). ….. A Parigi era obbligatorio avvisare le persone della strada gridando tre volte attenti, attenti, prima di svuotare i vasi da notte. Le conseguenze sanitarie sono facilmente comprensibili! Viviamo meglio al giorno d’oggi? Come si vivrà nel futuro? Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Nella prima guerra mondiale dal suo inizio e fino al 1916, l’Inghilterra non ricorse alla coscrizione. Non ce n’era bisogno, frotte di volontari si offrivano spontaneamente, e se per caso fuori dall’ufficio di reclutamento era presente una banda che suonava motivi nazionalistici, le file aumentavano ancora di più. Tutti pronti per andare a farsi dilaniare, squartare, sparare, bombardare, gassare. Tutti pronti per perdere la vita, braccia, gambe, pancia, visceri e quant’altro. Se qualcuno evitava il reclutamento gli venivano consegnate le 4 piume della codardia e del disonore, così come veniva descritto nell’omonimo film (LINK). Tutti pronti per far diventare tanti bambini orfani e generare una marea di vedove. La gente era presa da una euforia così forte che con fatica anche gli stessi pacifisti stentavano a sottrarsi a questo clima di follia collettivo. (fonte: Ferguson N, Il grido dei morti. La prima guerra mondiale: il più atroce conflitto di ogni tempo, Mondadori 2014). La grande guerra provocò 9 milioni di morti e 20 milioni di feriti, distrusse imperi e monarchie, e pose le basi per il malcontento, il disordine sociale ed economico dell’Europa, che la portò di nuovo in guerra 20 anni più tardi. Già dopo tre anni dalla fine del combattimento in Italia si affacciò il fascismo. Ogni tanto serpeggia in giro un rinnovato militarismo, pensato come risolutore di una situazione non più tollerabile e ci si dimentica degli esiti infausti. Tra questi quelli che la tradizione ci ha consegnato come gli scemi di guerra. Tante persone che tornarono con le menti sconvolte, incapaci di riprendere una vita normale. Guardatevi i due brevi video qui sotto per inquadrare maggiormente l’argomento: Stress da bombardamento nella "Grande Guerra" Scemi di guerra. La follia nelle trincee Attualmente questo fenomeno è chiamato DPTS (disturbo post traumatico da stress), sembra una cosa di poche percentuali. In realtà, almeno per gli Stati Uniti, come segnalato anche dall’articolo della Stampa al seguente LINK, in questi periodi muoiono più veterani ritornati in patria che soldati al fronte.
Se si fa una ricerca in internet potrete constatare la drammaticità della questione. Negli anni imminenti allo scoppio della prima guerra mondiale l’odio tra le nazioni era diventato così viscerale e insopportabile che tutti inneggiavano al combattimento. Si direbbe che la coscienza collettiva della gente sia andata fuori di senno. Dopo 100 anni siamo, nonostante permangono delle frizioni e dei nazionalismi, un’unica entità politica. Per chi hanno combattuto quei giovani, che cosa ci hanno consegnato di “stecca”, quale insegnamento dobbiamo trarre dalla loro morte? Nuovi nemici spuntano all’orizzonte, attentati, vittime, bombardamenti. Si stanno forse coltivando gli stessi semi (scemi) di odio del passato, nascondendo interessi economici, geopolitici o altro? Per approfondire: Hasting M, Catastrofe 1914. L'Europa in guerra, Neri Pozza 2014. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Sandro Botticelli (1445-1510), probabile ritratto di Simonetta Vespucci. https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sandro_Botticell_i_069.jpg Rielaborazione personale del file” Gesù e le donne” (link) scaricabile dal sito www.studibiblici.it Riprendendo il discorso del precedente post ecco altri aspetti che riguardano l’argomento.
Ecco, questa è stata la situazione storica in cui si è mosso Gesù e ci risulta allora chiaro ed evidente, nonché sorprendente , il suo comportamento nei confronti delle donne. Lui parla con loro, ha un loro seguito, le guarisce, si fa toccare e loro sono ai piedi della croce e sono le prime ad annunciare la resurrezione. Caro lettore a te lascio il compito di trarre le conclusioni. Nel caso tu voglia approfondire, è possibile aprire e scaricare il documento (link), e potrai vedere che le mie parole sono stati insufficienti per spiegare la mole di contenuti presenti nel testo. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Cena in casa di Simone il fariseo (Moretto) Author= RobyBS89 Rielaborazione personale del file” Gesù e le donne”
( link) scaricabile dal sito www.studibiblici.it Dopo la breve panoramica della legislazione italiana sull’emancipazione femminile effettuata nel post precedente, è interessante occuparsi dell’atteggiamento di Gesù e del suo rapporto con le donne. Per fare questo ci viene in aiuto il documento facilmente scaricabile citato qui sopra. Se la legislazione italiana pochi decenni fa era TANTO MASCHILISTA che cosa poteva succedere nei tempi passati? Come erano considerate le donne una volta? Due testi ci potrebbero aiutare, il primo più scorrevole e il secondo abbastanza impegnativo possono illustrare l’argomento:
La società ebraica al tempo di Gesù era tipicamente maschilista. Bastava che la donna parlasse per strada o andasse in giro da sola per essere ripudiata. Uno dei tabù più diffusi in assoluto nell’antichità sembra fosse quello del sangue. Anche la Bibbia nei primi libri prescriveva che la donna a motivo delle mestruazioni era impura e doveva rimanere in disparte. Erano prescrizioni legati al concetto di puro-impuro dove la malattia era considerata una punizione divina dovuta all’infrazione delle regole di purità. Una sorta di norme, per certi aspetti, di carattere igienico in un mondo dove non si conosceva l’origine delle malattie. Le donne sembra sopratutto a motivo della loro “impurità” avevano un minor accesso alla religione. A quanto detto da Alberto Maggi nel Talmud si arrivò ad insegnare è meglio che “le parole della Legge (cioè i primi libri della Bibbia) vengano distrutte piuttosto che cadano nelle mani di una donna”. Ebbene in questo contesto cosa fa Gesù? Gira con un codazzo di donne. Dice il vangelo: “C’erano con lui i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala …, Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni” (Lc 8,2). Robe da matti, lui il Messia gira con un gruppo di donne le quali tu non sai ma possono essere in stato di “impurità”. Sembra una cosa da poco ma in un periodo storico dove prendersi una malattia importante significava quasi una sentenza di morte, il binomio malattia-impurità era una cosa molto rilevante. Un pochino è come se uno ti mettesse nel rischio di contrarre l’AIDS al giorno d’oggi. Non credo che sarebbe tanto piacevole. Faccio questo paragone perché alle volte siamo portati a giudicare come stupidi, superstiziosi e idioti gli uomini del passato e invece noi del presente saremmo illuminati e saggi. Queste donne oltretutto erano state guarite da spiriti maligni e infermità, cioè avevano avuto dei vissuti difficili. Altri brani descritti e commentati nel file di Maggi : Lc 10, 38-42 (a casa di Marta e Maria; Gv 8, 1-11 (l’adultera); Lc 8, 43-48 (l’emorroissa); Mt 26, 6-13 (unzione a Betania); Lc 7, 36-50 (Gesù, il fariseo e la peccatrice); Mt, 20, 17-28 (annuncio passione; la madre dei figli di Zebedeo); Gv 4, 3-42 (la Samaritana). Tutti questi testi ci raccontano una modalità scandalosa per quel tempo di relazionarsi con le donne. L’episodio del fariseo Simone che invita Gesù a pranzo è memorabile. C’è un fariseo che interessato a Gesù lo invita a pranzo. È uno di quegli uomini patiti per la purità e le regole. Ha un mantello da usare in pubblico e uno da mettere in casa. Gira con un cubetto in testa e uno legato alla mano destra dove sono contenuti dei passi della Bibbia. Al giorno d’oggi la parola fariseo ha assunto una connotazione negativa ma al tempo di Gesù era una persona molto stimata. Ebbene, tutto è pronto e improvvisamente una donna peccatrice entra in casa sua e comincia a piangere e lavare i piedi di Gesù. Pazzesco! La donna visto che è peccatrice è impura, impuro è il pianto poiché ogni secrezione del corpo per gli ebrei era impura,e impuri sono i piedi. Proprio nella casa del fanatico della purità mentre si sta per mangiare capita una cosa del genere. È come dire che uno va di corpo nel posto dove sta mangiando o una cosa simile. Ma non basta, con i capelli asciuga i piedi. Paaaaazzesco, le donne in quel periodo erano già velate. I capelli erano considerati oggetto di seduzione; è quasi come se a Gesù fossero stati asciugati i piedi con il seno della donna. Intollerabile!! E Gesù? Niente. Simone quindi scandalizzato, si rivolge a Gesù ricordandogli che “specie” di donna era questa. Ma Gesù non la scaccia e nemmeno la condanna anzi riconosce in lei una persona che “ha molto amato”. Ci vuole poco per dare un’occhiata ai brani citati sopra e vedere come Gesù sia stato accogliente e assolutamente diverso da quella che era la mentalità del tempo. Come mai? Cosa ne pensi? Anche l’episodio dell’emorroissa è particolare. C’è una donna che ha un’emorragia costante e quindi è impura. L’antico testamento era molto severo per l’inosservanza delle regole di separazione di chi era in questo stato. Questa donna infrangendo tale regola tocca Gesù e lui invece di sgridarla la loda per la sua fede. Inammissibile per quel tempo!! Riassumendo, alla donna al tempo di Gesù (F. Pajer, Religione, Sei 2011):
Nel prossimo post verranno esposti altri aspetti assurdi e rivoltanti del passato. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Il coraggio delle donne di Sparta, olio su tela Jean-Jacques-François Le Barbier [Public domain], via Wikimedia Commons Da : Matteo Armando, La fuga delle quarantenni. Il difficile rapporto delle donne con la chiesa, Rubbettino 2012.
Ho trovato interessante la sintesi delle leggi in Italia riguardanti l’emancipazione femminile nel libro citato sopra. Molte volte si giudicano altri popoli come "arretrati" ma in base agli anni di pubblicazione delle leggi si scopre che in Italia fino a "ieri" eravamo nella stessa situazione. Sicuramente qualcuno potrebbe dire che a motivo dell’indipendenza femminile e della conseguente legiferazione in Italia si è assistito a un cambiamento del tipo di famiglia. A voi lascio l’onere delle considerazioni.
Interessante vero? Saluti G.M. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY CACCIA ALLE STREGHE E RAFFREDDAMENTO CLIMATICO dovuto alla piccola era glaciale (1450-1900)9/26/2015
Behringer Wolfgang, Storia culturale del clima. Dall'era glaciale al riscaldamento globale, Bollati Boringhieri 2013 Christopher F. Black - Storia dell'Inquisizione in Italia. Tribunali, eretici, censura, Carrocci 2013 Il libro Behringer Wolfgang, Storia culturale del clima. Dall'era glaciale al riscaldamento globale, Bollati Boringhieri 2013 (citato in un precedente post) è particolarmente interessante quando descrive il cambiamento climatico durante quella fase che è chiamata la “piccola era glaciale” (1450-1900). La fase di raffreddamento portò anni piovosi, cattivi raccolti, e di conseguenza fame e malattie e tanti morti. Non è un caso dice l'autore che proprio in quegli anni nacquero le confraternite della buona morte, si vide il rifiorire "dell'ars moriendi” e le rappresentazioni di “danze della morte” ebbero un incremento. Particolari dell'oratorio di Gesù, Giuseppe e Maria della Compagnia della Morte, conosciuto come Cripta della Misericordia che si trova al di sotto del duomo di Colle val d'Elsa (Siena).
https://it.wikipedia.org/wiki/Cripta_della_Misericordia http://www.misecolle.it/storia Gli uomini del tempo cercando un capro espiatorio, addossarono la colpa delle calamità naturali a chi da tanto tempo si era esattamente preoccupato di garantire di solito l’opposto. Vale a dire che l’antico filone della religiosità popolare legato al ciclo delle stagioni infarcito di magico e superstizioso, e affondante le sue radici probabilmente nelle tradizioni religiose celtiche-neolitiche fu ritenuto responsabile delle sciagure. Quella religiosità popolare-superstiziosa che si occupava di diffondere la vita e la fertilità dei campi e della natura fu ritenuta per ironia della sorte, responsabile di fatture, malocchio e attività stregonesche. Dai libri citati risulta che fu per lo più il popolo a chiedere di intervenire per fermare l’attività delle streghe anche se non mancarono alcuni “zelanti” inquisitori, che sterminarono quante più povere donne poterono. Freddo intenso, gelate fuori stagione, grandinate, frane,carestie, piogge intense, moria di animali e uomini dovevano avere una causa e ci dovevano essere dei colpevoli. Si riteneva che i peccati e in particolar modo quelli sessuali scatenassero le punizioni divine attraverso i disordini naturali. Nonostante il cristianesimo parli di un Dio misericordioso, per una serie di ragioni troppo lunghe da spiegare si ritornò alla visione di un Dio sempre pronto a punire gli uomini per i troppi peccati che commetteva. Era un modo di vedere Dio che era molto simile allo Zeus greco che scaglia i fulmini contro l’umanità. Il quale poi rispecchiava una visione patriarcale dove il padre era responsabile delle punizioni dei figli. Oltre ai troppi peccati commessi, c’erano poi delle persone malvagie che con sortilegi e stregonerie varie provocavano disastri. Il popolo chiedeva di trovare i colpevoli ma “la persecuzione delle streghe trovò sempre degli avversari” e “gli ostacoli giuridici all’uccisione di persone indesiderate erano rilevanti”. I due libri sono concordi nel ritenere che il numero delle vittime sia stato intorno alle 50000 e non di più come viene riferito in altre pubblicazioni. Purtroppo sono tante lo stesso. Siamo di fronte a una follia collettiva come ce ne sono state purtroppo altre nella storia degli uomini. Perché non avvenne prima questa cosa visto che c’erano gli stessi presupposti religiosi e di interpretazione della realtà? Leggendo il libro Christopher F. Black - Storia dell'Inquisizione in Italia. Tribunali, eretici, censura, Carrocci 2013, scoprirete che erano considerati molto più gravi gli errori dottrinali che lo svolgere attività superstiziosa. Viene riferito che c’era una sostanziale ritrosia nel ritenere vere le descrizioni dei voli delle streghe e altri fatti prodigiosi, però comunque la storia ci consegna un numero di persone bruciate sul rogo per ragioni che adesso ci risultano assurde. Saluti G.M. Immagini dell'affresco inferiore dell'abside della chiesa di Pozzoveggiani a Padova ritraenti animali legati probabilmente a una simbologia di religiosità popolare che affonda le radici nel paganesimo. Sembra che un lungo filo di concezioni religiose analoghe, accomuni gli uomini dal neolitico fino ai giorni nostri ma non si esclude che anche il paleolitico superiore ne sia esente visto quello che ci dice l'antropologo Anati (Emmanuel Anati, Origini delle religioni, Atelier 2013) nel suo libro sulle origine delle religioni. Egli riferisce che lo sciamanesimo (pratica che mette in contatto il mondo dei viventi con il mondo degli spiriti) era già praticato 30000 anni fa. Secondo l'autore l'arte preistorica riproduce alle volte situazioni in cui "lo sciamano abbandona il proprio corpo e viaggia nel mondo degli spiriti". Questa lettura mi ha richiamato alla mente la credenza sul volo delle streghe e i supposti incontri con entità diaboliche durante il medioevo. Le streghe a loro volte mi hanno fatto venire in mente il fatto che probabilmente sono una distorsione del vecchio ruolo religioso femminile nelle civiltà celtiche. Un ruolo che era legato alla fecondità e alla generatività della natura. Concetti questi ultimi che possono essere ricollegati ad alcune concezioni new age. Che sia troppo azzardato supporre un legame religioso che attraversa varie epoche storiche? Vi presento alcuni pensieri di vari autori e poi fate le vostre conclusioni personali. Il primo autore è MariJa Gimbutas. Marjia Gimbutas (https://it.wikipedia.org/wiki/Marija_Gimbutas) è stata una grande antropologa e linguista Lituana del periodo neolitico. Lei propone l’idea religiosa della “grande dea”della vita, della morte e della rigenerazione che accomuna tutte le molteplici manifestazioni religiose del neolitico. Tale filone religioso sarebbe sopravvissuto come i fiumi carsici da quei tempi antichi fino ai nostri giorni. Per esempio la caccia alle streghe non sarebbe stato altro che una persecuzione verso le vecchie credenze pagane che affondavano le radici nel substrato religioso antico. È bene specificare che non tutti gli studiosi sono d’accordo con le sue tesi. In special modo l’asserzione secondo cui in questo periodo (neolitico), l’Europa avrebbe vissuto un momento pacifico, sembra piuttosto inverosimile e in contrasto con quello che la storia da sempre ci insegna sulla belligeranza degli esseri umani. Ci sono anche altri motivi in contrasto con il suo pensiero che qui per brevità non riporto. Alcune punti del suo libro (Marija Gimbutas, Le dee viventi, medusa edizioni 2005) ci fanno riflettere su questa idea di una continuità di tradizioni e concetti religiosi in Europa nel corso dei tempi.
Una rappresentazione della dea rana è la “Shela na gig” che ritroviamo addirittura rappresentata nella chiesa medioevale del 12° secolo di s. Mary and s. David a Kilpeck, Herefordshire, Inghilterra. L’immagine che si vede è molto esplicita e fa riferimento all’organo genitale femminile. Lo stupore deriva dal fatto che ci si domanda: cosa ci fa un’immagine simile in una chiesa cristiana? L’autrice sostiene che la "Sheela na gig" veniva incorporata e venerata nelle chiese medievali d'Irlanda e Inghilterra, con i suoi occhi rotondi e altri particolari, non è altro che l'antica dea-rana o dea-rospo, colei che presiede alla nascita e alla rigenerazione. 3. Secondo l’autrice i Lituani nomi di baubas e bauba rappresentanti una strega terribile o un mostro nei racconti popolari, sono i nomi della dea della morte e della rigenerazione prima che fossero trasformati in tempi successivi con connotazioni negative. 4. Sono state rinvenute in diversi siti archeologici ossa di defunti disarticolate segno di una inumazione avvenuta dopo un processo di scarnificazione. Ossia prima il corpo del defunto veniva esposto all’aperto, affinché gli uccelli rapaci ne mangiassero le carni e poi venivano seppellite le ossa. A tal riguardo attualmente una religione discendente dallo zoroastrismo che si chiama parsismo usa questo tipo di rito funerario. Essi espongono i cadaveri agli agenti atmosferici e ai volatili necrofagi su delle sommità chiamate le “ Torri del silenzio” e poi ne seppelliscono i resti dentro a dei pozzi. Potrebbero forse richiamarsi in qualche maniera alle pratiche neolitiche? 5. C’erano delle comunità di sacerdotesse le cui riunioni devono essersi diffuse per millenni nell’Europa antica. Questi raduni sembrano richiamare i temuti sabba del medioevo. Probabilmente quindi la caccia alle streghe fu una persecuzione nei confronti di chi praticava “i riti della dea” e conosceva erbe medicinali e altre tecniche di guarigione. Tale tesi viene sostenuta anche dal libro di R. Corbella M.Centini, la stregoneria in Insubria. Tradizione popolare, Inquisizione e riti pagani tra Lombardia e Piemonte, Macchione Editore 2010. L’insubria è quella zona molto estesa (http://www.terrainsubre.org/insubria.html) tra il Piemonte e la Lombardia, antica sede di una popolazione di origine celtica. 6. L’autrice sostiene a metà libro, che le religioni e le usanze degli antico europei si fusero con i nuovi arrivati avente origine indo europea. Le potenti dee ereditate dal neolitico si diffusero lungo tutta l’Europa; in vari modi sia con il folclore, con le tradizioni o con le superstizioni sono continuate a vivere lungo i secoli e fino al nostro tempo. Per questo intitola questo libro “le dee viventi”. Anche un altro autore J. Frazer nel suo libro del 1890 “il ramo d’oro”(J. Frazer, Il ramo d’oro. Studio sulla magia e la religione, Newton Compton 2014) (criticato da alcuni dal punto di vista metodologico) sebbene non usando le stesse parole insiste molto su concetti simili della Gimbutas ricorrendo alla spiegazione di queste espressioni religiose come riti legati al ciclo delle stagioni. Osiride, Demetra, Adone e Dionisio non sarebbero altro che le facce di un medesimo concetto religioso quello legato al ciclo stagionale di vita, morte e rinascita. Chi conosce la religione afrobrasiliana del Candomblè è a conoscenza che le divinità africane (orixa) sono state impiantate all’interno di un contesto culturale cristiano in cui vivevano gli schiavi facendole assumere i nomi e le fattezze di santi cristiani ma conservando i concetti originari. Quindi questo processo di incorporazione e trasmissione silenziosa di divinità e concetti religiosi non sarebbe presente solo nel mondo occidentale ma anche in altre parti. Per ultimo riporto una mia esperienza personale. Recentemente recandomi a Padova mi sono fermato a vedere l’oratorio di Pozzoveggiani dedicato a S. Michele Arcangelo. Si tratta di una chiesetta antichissima che ha subito diverse ristrutturazioni. All’inizio della sua storia in epoca romana era un tempio dedicato alla dea fortuna. Nella fascia inferiore dell’abside sotto la rappresentazione di dodici figure che ritraggono probabilmente i dodici apostoli sono rappresentate in affresco due scene (sec. XII e XIII). In una abbiamo dei cavalieri che combattono e nell’altra una caccia al pavone da parte di un leopardo e di una creatura metà uccello e metà uomo. Sono disegnati inoltre un fagiano che insieme al pavone possono rappresentare la vita eterna, poi una civetta e un gufo simboli di morte, un leone (potenza pericolosa), una sirena e un cinghiale (forze del male). Maria Silvia e Antonella Guzzon che hanno curato un valido opuscolo munito di bibliografia, spiegano che si tratta di un “bestiario legato per lo più alla simbologia dei luoghi di sepoltura”. Se andate al leggere il libro della Gimbutas noterete che tutti questi animali tranne il pavone e il fagiano sono presenti e legati ai rituali del neolitico. Non ho potuto non chiedermi: cosa ci fanno in una chiesa antica a Pozzoveggiani pavoni, fagiani, civette, gufi e altre bestie? Che siano le vecchie concezioni e tradizioni religiose che in qualche maniera sono emerse e hanno trovato espressione attraverso questi disegni? E adesso in questo momento queste credenze continuano a sopravvivere? R. Corbella e M.Centini nel libro citato sopra a pagina 66 riferiscono che l’avvento dell’espansione industriale nella zona milanese, lo sviluppo del dopoguerra, l’avvento della modernità impregnata di razionalismo, nonché il disuso del dialetto portò a sradicare l’ambito agricolo vitale in cui queste credenze e tradizioni di tipo ancestrale si trasmettevano, per cui queste tradizioni antichissime proprio ai giorni nostri non trovano più spazio per continuare ad esistere. Sembra che la nostra epoca riesca a fare quello che tanti secoli invasioni e persecuzioni non sono riusciti a fare. Così si potrebbe pensare che accada anche in altre parti d’Europa. I concetti della Gimbutas attualmente però hanno trovato posto all’interno della new age per cui sembra che questo movimento o “network” stia rispolverando le vecchie convinzioni ancestrali. Cosa pensare? Forse alcuni concetti fanno parte ormai di un inconscio collettivo come pensava Jung? La secolarizzazione in atto porterà a un abbandono della religione cristiana, all’ateismo o alla riedizione di vecchie religiosità già viste? Gli interrogativi rimangono aperti. L'affresco nella fascia inferiore dell'abside della chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo a Pozzoveggiani (Padova).
"Egli è pur vero che l'ordine antico delle stagioni par che vada pervertendosi. Qui in Italia è voce e querela comune, che i mezzi tempi non vi son piu’; e in questo smarrimento di confini, non vi è dubbio che il freddo acquista terreno. Io ho udito dire a mio padre, che in sua gioventù, a Roma, la mattina di Pasqua di resurrezione, ognuno si rivestiva da state. Adesso chi non ha bisogno dì impegnar la camiciola, vi so dire che si guarda molto bene di non alleggerirsi della minima cosa di quelle ch’ei portava nel cuor dell’ inverno"... Giacomo Leopardi Nel passato tra fatti storici ed eventi climatici c’è stata una forte connessione. Lo spiega con molta diligenza il libro di Behringer Wolfgang (Behringer Wolfgang, Storia culturale del clima. Dall'era glaciale al riscaldamento globale, Bollati Boringhieri 2013) supportato da studi scientifici e abbondante bibliografia. Attraverso i carotaggi sui ghiacci perenni dell’Antartide e sui fondali degli oceani si è potuto risalire alle temperature dei tempi antichi. Si è scoperto che la terra ha sempre avuto variazioni climatiche e solo recentemente dal 10000 a.c. le temperature si sono abbastanza stabilizzate. Ciò nonostante, in questo periodo ci sono state variazioni molto forti e violente tanto da far cadere imperi, creare carestie e provocare migrazioni. Ecco alcune domande a cui darò un’immediata risposta secondo quello che è riportato nel libro. Adesso in che periodo climatico siamo? Risposta: siamo all’interno dell’ultima glaciazione anche se in maniera blanda. Infatti dal punto di vista geologico quando le calotte polari e le alte vette sono occupate da ghiacciai perenni siamo all’interno di una glaciazione. È una cosa piuttosto anomala per la terra poiché solo il 5% del tempo la terra è stata in queste condizioni. Ci sono state epoche non tanto lontane in cui la terra era più calda di adesso? Si, dalle cartine riportate e dalle argomentazioni del libro, l’età romana fino al 200 d.c. circa, e il basso medioevo tra il 1000 e il 1450 sono stati periodi più caldi di adesso. Per esempio nel basso medioevo si insediò una colonia di Vichinghi in Groenlandia e ci sono resti di insediamenti in alta montagna testimonianza di una temperatura più elevata rispetto ai livelli precedenti. Questo successe senza che ci fosse tutta l’immissione di anidride carbonica attuale. Quali sono le correlazioni maggiori tra fattori climatici ed eventi storici? Praticamente tutte le ascese o cadute degli imperi e civiltà del tempo passato sono ricollegabili a fattori climatici. La rivoluzione agricola del neolitico, gli egizi, i romani, la civiltà cinese, i cretesi e i micenei ecc. sono state condizionate dagli eventi climatici. Dice inoltre l’autore: non si può non constatare che le civiltà antiche più avanzate si svilupparono tra il 20° e il 40° parallelo e perciò fuori da eventi climatici estremi. Quali sono le cause dei mutamenti climatici? Le cause sono: la variazione delle emissioni solari, le oscillazioni dell’orbita terrestre, lo spostamento dei contenenti secondo la teoria della tettonica a placche e le conseguenti correnti marine, l’attività vulcanica, i meteoriti. Siamo in una fase di riscaldamento globale causata da attività antropica? È difficile dare una risposta perché non sappiamo fino a che punto le emissioni in atmosfera di anidride carbonica siano modificatrici della temperatura terrestre. Negli anni sessanta del secolo scorso si pensava addirittura che la terra stesse andando verso un periodo di raffreddamento e si ipotizzarono soluzioni come scoppio di bombe atomiche pilotate. Comunque è innegabile che la temperatura sia cambiata ma la storia della terra ci narra una mutevolezza incredibilmente sorprendente e quindi risulta difficile capire se siamo in una fase di riscaldamento globale. L’autore si interroga: se questa fase attuale piuttosto calda fosse in realtà senza effetto serra un periodo di raffreddamento, cosa sarebbe successo nel caso contrario in cui alla fase di riscaldamento si fosse aggiunto anche l'effetto causato dalle attività antropiche? Si dice, inoltre, che è difficile fare previsioni future poichè non basta neanche qualche decennio a stabilire una tendenza e quindi le statistiche ci negano anche questi ragionamenti. Ci sono state anomalie di rilievo negli ultimi 1000 anni? Nell’inverno del 1010-11 il Bosforo gelò e il Nilo trasportò pezzi di ghiaccio. Ci furono anni in cui ghiacciò la laguna di Venezia (1118), mentre in altri anni si moriva letteralmente dal caldo. Nel 1135 il Danubio era così in magra che poteva essere attraversato a piedi. Tra il 1450 e il 1900 la terra attraversò una fase che va sotto il nome di “piccola era glaciale”. Di questa e delle sue conseguenze ne parlerò nel prossimo post dedicato alla “caccia alle streghe”. Temperatura media negli ultimi 1200 anni
Questa cartina è approssimativa. E' stata desunta in base a quello che ho capito dal testo perciò è passibile di errore. Inoltre si tenga presente che viene mostrata una linea di tendenza generica. Per ultimo desidero chiarire che questa è una brevissima sintesi di un libro di 750 pagine e quindi altri numerosi e interessanti aspetti possono essere scoperti da chi vorrà intraprendere una lettura maggiore. Saluti Giuliano Mazzocco. Artist Unknown Description English: So-called “Grande Ludovisi” sarcophagus, with battle scene between Roman soldiers and Germans. The main character is probably Hostilian, Emperor Decius' son (d. 251 CE). Proconnesus marble, Roman artwork, ca. 251/252 CE. Français : Sarcophage dit « Grande Ludovisi » représentant une bataille entre soldats romains et Germains. Le personnage principal est probablement Hostilien, fils de l'empereur Dèce († 251 ap. J.-C.). Marbre de la Proconnèse, œuvre romaine, vers 251/252 ap. J.-C. Italiano: Sarcofago detto “Grande Ludovisi”, con scena di battaglia tra soldati Romani e Germani. Il personaggio principale al centro è probabilmente Ostiliano, figlio del imperatore Decio (morto nel 251 d.C.). Marmo proconnesio, opera romana, 251/252 d.C. ca. Current location National Museum_of Rome - Palazzo Altemps First floor Accession number Inv. 8574 Credit line Found in 1621 near the Tiburtina Gate in Rome; Ludovisi Collection Source/Photographer Jastrow (2006) I romani praticavano l’uccisione pietosa dei feriti in battaglia, l’aborto, la schiavitù, l’eliminazione dei figli non voluti, i giochi crudeli e sanguinosi. Anche riguardo al sesso e all’amore ci sono delle cose che probabilmente molti non sanno. Un libro molto articolato su questa tematica , con una nutrita bibliografia, e che merita di essere letto è quello di Alberto Angela (Alberto Angela, Amore e sesso nell’antica Roma, Mondadori 2012). Esso ci narra gli usi e i costumi in fatto di sesso dei romani. Alcune o diverse cose non potrebbero essere gradite ma ciò che è avvenuto merita in ogni modo di essere conosciuto. Tra le tante cose riportate ne segnalo alcune: · C’era lo “jus scolum”, cioè il diritto di bacio dei parenti della donna per vedere se aveva bevuto vino nel qual caso, poiché era considerato un tradimento, veniva portata in una stanza apposta e fatta morire di fame. · Non erano ammesse effusioni in pubblico perché si offendeva la morale di allora. · In un certo periodo dell’impero fu emanata una legge che difendeva la pudicizia delle donne. Nessuna donna poteva essere toccata o perquisita e non si poteva nemmeno rivolgerle la parola. In caso di comportamento inadeguato spettava alla famiglia la punizione a causa del disonore procurato. · Il romano sottometteva. In segno di padronanza e dominio usava sodomizzare gli schiavi, i vinti e pure i liberti. Lo faceva, secondo Angela, non perché gli piacesse ma per dimostrare potere. Description Museo Archeologico Nazionale di Cagliari(Sardegna)Cucurru Arrius - Statuina femminile di dea madre di stile volumetrico appartenente alla "Cultura prenuragica di Bonu Ighinu" precedente alla Cultura di Ozieri. Date Source Own work Author Shardan · Nell’antichità il fallo era associato alla fecondità e alla fertilità dei campi probabilmente. Secondo me, un antico retaggio delle religioni del neolitico, così come ce ne parla Marija Gimbutas nel suo interessante libro “le dee viventi”. Secondo la sua ricostruzione in quest’epoca ci sarebbe stato nella religione il concetto generale di rigenerazione comprendente la vita, la morte e la rinascita. Comunque sia si facevano processioni in cui si portavano in giro effigi di falli (falloforie). La stessa cosa avveniva in Egitto. Io abito ad Adria una città di origine etrusca, sede di un museo archeologico nazionale. Ebbene negli scavi sono stati rinvenuti moltissimi peni apotropaici, ma per non so quale motivo (probabilmente chi si occupa dell’esposizione lo ritiene inopportuno) se ne priva la visione al pubblico lasciandoli negli scantinati. La cosa mi da un po’ fastidio, non mi aggrada che ciò che non piace del passato venga nascosto. L’unico reperto visibile è una brocca con un beccuccio a forma di pene ove probabilmente in segno di bene augurio si servivano delle bevande agli ospiti. La figura del fallo era estremamente diffusa e per nulla probabilmente ritenuta sconcia. Se ne trovavano dappertutto , nelle strade, nei tempi, nelle case, sui tavoli dove si mangia, sulle bardature dei cavalli e persino addosso.
· Quando il figlio era giunto a una certa età il padre lo portava in un luogo di sesso a pagamento per iniziarlo in questo campo. · Le donne che praticavano questo mestiere erano per lo più schiave o bambine abbandonate allevate dai mercanti del sesso. · I romani non si sposavano solitamente per amore ma come in molti paesi del Terzo Mondo i matrimoni erano combinati. · C’erano diversi tipi di matrimoni e questi avvenivano di solito tra i 14 e i 17 anni. · Divorziare era relativamente semplice. · Agli alti ufficiali militari e agli altri funzionari dell’impero qualora fossero celibi o vedovi, oltre alla normale fornitura di cavalli abiti e altro, veniva “fornita” anche una donna poiché era inconcepibile che una persona del genere nello svolgere il suo servizio ne fosse sprovvisto. · In età romana picchiare la moglie era un fatto normale come purtroppo succede in altre società attuali. Ci sono tanti altri aspetti che vengono esposti nel libro in questione e che il lettore se vuole potrà conoscere leggendolo. Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Sono stato colpito recentemente dalla lettura del libro: Jared Diamond, Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni, Einaudi 2014. L'autore fa un exursus sui vari sviluppi delle civiltà chiarendo che la loro fortuna è stata determinata dalle circostanze favorevoli e non da differenze razziali tra i popoli. Una sintesi abbastanza buona ma non esaustiva di ciò che è scritto la si può conoscere ascoltando il seguente video all'indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=sHGiapJ4q40 In particolare mi ha fatto dispiacere conoscere il fatto del genocidio dei Moriori sterminati dai Maori. Essi abitavano un'isola le cui condizioni climatiche, li aveva costretti ad essere cacciatori-raccoglitori. Questa situazione, secondo l'autore, li portava ad essere pacifici. Quando arrivarono dal mare i Maori, nonostante fossero in numero inferiore, ne uccisero la maggior parte e quelli rimasti furono ridotti in schiavitù per essere successivamente ammazzati. Nella storia degli uomini ci sono stati popoli che hanno ucciso a più non posso e altri che hanno conquistato e assoggettato le genti sfruttandole ma non sterminando indiscriminatamente.
Ci si domanda se sia stato lo stato di raccoglitori- cacciatori a renderli così indifesi e di conseguenza ci si interroga se l'impiego di risorse economiche per le armi sia assolutamente necessario. Una nazione deve armarsi per difendersi da potenziali nemici anche al giorno d'oggi? Per ultimo sorge l'interrogativo sul perchè alcuni popoli o persone siano stati così efferati tanto da non fermarsi mai. Si pensi a Gengis Khan, aveva conquistato un impero enorme e poteva godersi i suoi beni e vivere nell'opulenza, morì a cavallo nella ristrettezza della vita militare cercando di conquistare ulteriori territori. Perchè? Che senso ha? Pensate ad Alessandro Magno. Pensate a Napoleone che conquistata l'europa poteva spassarsela alla grande ma, non contento, decise di muovere guerra alla Russia e finì nel modo che tutti sanno. Questo libro e il prossimo di cui parlerò più avanti ( Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere) di Jared Diamond, meritano di essere conosciuti anche se la loro lettura non è sempre sciolta ed accattivante. Saluti Giuliano Mazzocco. COOKIE POLICY PRIVACY POLICY COLLASSO. Come le società scelgono di morire o vivere" di Jared Diamond. Autore Caspar David Friedrich Data 1818 Tecnica olio su tela Dimensioni 98,4×74,8 cm Ubicazione Hamburger Kunsthalle, Amburgo this work is in the public domain in the United States, and those countries with a copyright term of life of the author plus 100 years or less. Se si continua a sfruttare la natura oltre le risorse rinnovabili rischiamo di fare la fine di certi popoli del passato. L'umanità deve incamminarsi verso uno sviluppo sostenibile, se non lo farà la scure è già posta sotto i suoi piedi.
Il libro, citato sopra, all'inizio descrive la situazione disecologica dello stato del Montana, poi passa a raccontare quello che è successo nell'isola di Pasqua. Quando ero piccino leggendo l'enciclopedia "conoscere" rimanevo affascinato dal lato misterioso delle statue dell'isola di Pasqua. Molto tempo dopo vidi il film "Rapa Nui" e credetti che fosse una storia di fantasia. Invece leggendo questo libro ho scoperto che era tutto vero. Uno sfruttamento indiscriminato delle risorse dell'isola portò all'estinzione degli alberi ad alto fusto. In un mare estremamente pescoso non avevano più il legno per costruirsi le canoe. Vedendo assottigliarsi le risorse boschive, pensarono di costruire tante statue per invocare la protezione divina e facendo questo usarono altro legname. Invece di attuare un comportamento più rispettoso si misero a pregare perchè ci fosse più legna. La fine fu terribilmente crudele: si mangiarono tra di loro mentre il loro mare brulicava di pesci. La fine della loro civiltà arrivò anche per gli Anasazi nella zona del New Messico e Arizona, per i Maya nello Yucatan, per i Vichinghi in Groenlandia e per gli abitanti delle isole Pitcairn e Henderson. Uno sfruttamento oltre la rinnovabilità li ridusse prima alla fame e poi alla fine. Nella seconda parte il libro porta l'esempio di buone pratiche come in Giappone nel 1600 ove si decise di proteggere il patrimonio boschivo e ciò fu la loro fortuna. Non si tratta di semplici opinioni ecologiste ma di dati inoppugnabili verso cui è necessario crescere in una coscienza collettiva che parte dal principio che questa terra "non la lasciamo in eredità ai nostri figli ma ci è stata dato in prestito da loro". Purtroppo stando così gli eventi e il succedersi delle cose sembra che difficilmente gli uomini troveranno accordi in tal senso. Siamo dentro una crisi economica mondiale il cui superamento richiede uno sviluppo, un ritorno alla crescita che però deve inserirsi all'interno di un discorso di sostenibilità. C'è una scena verso la fine del film "Matrix" ove si dice che gli esseri umani sono un virus , un cancro in questo pianeta perchè ove essi si insediano consumano tutto. Continua dicendo che abbiamo fatto il nostro tempo, e che le macchine (computer) saranno la soluzione. Se ti interessa l'argomento prova a leggere il libro in questione. Chissà che le tragedie passate possano insegnarci qualcosa! Jared Diamond, COLLASSO. Come le società scelgono di morire o vivere, Einaudi 2005. Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Thomas Nast - Edited version of Image:1881 0101 tnast santa 200.jpg. Non so come sia stato possibile ma per tanto tempo ho creduto che l’Italia nel risorgimento sia stata mossa da un afflato ideale così forte da trovare la strada dell’unità. Mi domando come abbia fatta a credere a un’idiozia simile, nettamente in contrasto con ciò che la storia da sempre insegna e cioè che in tutte le epoche ci sono intrighi , inganni, lotte intestine di potere ed economia. Credevo che esistesse un babbo natale che con mille suoi aiutanti portava i doni della libertà in meridione. In realtà ha portato violenza, fucili e morti come la strage di Bronte. Lo stato borbonico possedeva due terzi dell’oro presente in italia a quel tempo, era il più industrializzato degli stati italiani e aveva una flotta seconda solo all’inghilterra. Almeno così dicono i due testi che vi consiglio di leggere: -Gigi De Fiore, Controstoria dell'Unità d'Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento, BUR 2010. -Pino Aprile, Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero Meridionali, Piemme 2013. È vero io sono un patito di storia ma credo che anche tante altre persone rimarranno stupite da ciò che è scritto in questi libri. Dopo l’unità d’Italia cominciò il fenomeno dell'emigrazione nel meridione. Lo stato piemontese appoggiò il potere dei mafiosi per consolidare la sua presenza. Scese con un esercito di occupazione composto da più di centomila soldati, rase al suolo per rappresaglia interi paesi. Portò da 8 a 25 le tasse. Incamerò i beni del banco di Napoli. Trasferì in campo di concentramento a Fenestrelle molti dell’esercito borbonico ove morirono di stenti e di fame. Se erano felici di diventare italiani perché sono scesi con tanti soldati uccidendo torturando e massacrando come in Kosovo in Iraq e via discorrendo. Si parla di una cifra di morti compresa tra centomila e un milione su una popolazione che contava 11 milioni di persone. Credevo che i popoli del ducato di Parma, di quello di Modena e del granducato di Toscana avessero realmente votato con un plebiscito la loro annessione al regno del Piemonte. Invece essi erano tutta una pagliacciata. Ad esempio in taluni casi c’erano le schede per dire si, ma mancavano quelle per il no, oppure bisognava richiederle specificando nome e cognome. Maggioranza bulgara si direbbe oggi. Strano molto strano visto che studiando sociologia si sa per certo che c’è sempre una parte della popolazione refrattaria ai cambiamenti. Neanche dopo una tragedia come la seconda guerra mondiale l’esito del referendum tra monarchia e repubblica fu così scontato e qualcuno dice che forse non è stato tutto così chiaro. Anche il plebiscito che riguardava Nizza e Savoia e la loro unione alla Francia fu una farsa. Quante balle, come ho potuto crederci? Collegati ai testi sopracitati consiglio di leggere anche questi due: -Lorenzo Del Boca, Indietro Savoia, Piemme 2004. -Giovanni Fasanella Antonella Grippo, Intrighi d'Italia Dalla morte di Cavour alla Grande guerra: le trame nascoste che non ci sono sui libri di storia, Sperling & Kupfer 2012. L’ultimo libro si interroga sulla morte di Cavour (probabilmente fatto morire a suon di salassi a seguito di febbre malarica), sugli affari e le privatizzazioni dei primi anni del regno d’Italia ( risulta sorprendente perché sembra sia descritta l’attuale situazione italiana), il caso della banca romana, l’uccisione del re Umberto I chiamato “re mitraglia” probabilmente avente come mandante l’ex regina borbonica del regno di Napoli, la morte in prossimità della prima guerra mondiale, molto insolita del capo di stato maggiore dell’esercito schierato per la triplice, il generale Pollio e tanto altro. Vedrete che la lettura di questi quattro libri vi daranno un’altra visione delle cose. Ne sono sicuro. Giuliano mazzocco. Questa mattina in una classe affrontando una tematica di attualità, si è passati di discorso in discorso. Alla fine sorprendentemente uno studente ha tirato fuori il fatto dei bombardamenti nella seconda guerra mondiale nelle città del nord, e in particolare a Milano da parte delle forze anglo americane. Sembrava uno scandalo. Non pareva vero agli studenti che gli americani avessero bombardato le nostre città. Allora ho spiegato che innanzitutto sempre di più le guerre moderne comportano la sofferenza e l’uccisione di civili e che il nord-italia in quel periodo era sotto il potere nazi-fascista perciò costituiva un obiettivo bellico. Ho notato con sorpresa che l’interesse per ciò che era successo e quindi per la storia era ancora vivo. Diverse volte in questa classe esce fuori la frase “chissà quante cose noi non sappiamo e ci tengono nascoste”. Forse è abbastanza vero, ma anche non ci informiamo abbastanza, oppure dimentichiamo troppo in fretta. Tutta questa premessa è fatta per presentare un libro su una tematica che non avrei mai immaginato esistesse e che mi mette a disagio per il fatto che nessuno conosce. Si tratta della scelta di uomini russi che si schierarono e combatterono dalla parte dei nazisti nella seconda guerra mondiale contro il potere sovietico. Anche in Italia ci fu una piccola presenza in tal senso, quella dei cosacchi negli ultimi mesi della guerra in Friuli. Il fatto è narrato anche da Carlo Sgorlon nel libro L'armata dei fiumi perduti. ll libro in questione è : Adriano Bolzoni, I dannati di Vlassov. Il dramma dei russi anti sovietici nella seconda guerra mondiale, Mursia 2009. Un libro piuttosto lungo, alle volte secondo me, piuttosto ripetitivo ma assurdamente sorprendente. Secondo l’autore sarebbero stati coinvolti tre milioni di russi ma si arriva a sostenere , se ho capito bene, che potrebbero essere stati anche cinque milioni. Queste persone furono rispedite in patria contro il loro volere alla fine della guerra il tutto secondo un accordo anglo-sovietico di scambio di prigionieri. Furono quasi tutti uccisi e qualcuno fu internato nei terribili gulag. Tutti sanno dei sei milioni di ebrei, pochi sanno dei 30-100000 italiani uccisi infoibati ma nessuno o pochissimi sanno di questa cosa. Io ho chiesto ai miei colleghi di storia ma nessuno sapeva e aveva sentito niente. Così pure non si sa di due milioni di morti nella guerra in Sudan pari a quasi tutti i morti provocati dalle guerre napoleoniche. Sono tre- cinque milioni di persone! Nessun ricordo, nessuna lapide. Nessuno che narri nei film questi fatti. Si sono schierati dalla parte perdente, nessuno probabilmente li voleva e sono stati rispediti da dove erano venuti. Com'è possibile che una simile tragedia non trovi nessuna menzione nei libri di storia? Non sono mica numeri da niente. Sono realtà documentate. Quando la Wermacht si ritirò dalla Russia una colonna sempre lunga di civili e militari preferì seguire gli ex occupanti piuttosto che ritornare sotto il dominio di Stalin. Un accordo anglo-sovietico li fece tornare nella loro terra verso un orribile destino. L’autore ripete fino allo sfinimento che i numeri erano così elevati, che le sorti della guerra sarebbero state ben diverse qualora Hitler avesse deciso fin dall’inizio di usare la loro disponibilità. La cecità militare del leader nazista che considerava gli slavi una razza inferiore impedì di accogliere la loro collaborazione. Solo quando ormai le sorti della guerra erano segnate con riluttanza si acconsenti ai reparti disertori dell’armata rossa di combattere contro gli ex-commilitoni. Tra loro a comandarli c’era uno dei più famosi generali dell’armata rossa, il generale Vlassov. Una domanda è inevitabile: perché un silenzio così assurdo davanti a numeri così grandi? Saluti Giuliano Mazzocco COOKIE POLICY PRIVACY POLICY Se scrivete sulla casella di ricerca di youtube la stringa “strumenti di tortura” e cintura di castità”troverete una notevole quantità di filmati ove inevitabilmente la chiesa è sempre la responsabile di tutto. Non la pensa così il libro molto bello che vi consiglio di leggere : Piero Angela Alessandro Barbero, Dietro le quinte della storia La vita quotidiana attraverso il tempo, Rizzoli 2012. Ecco alcune piccole citazioni sulla cintura di castità e sugli strumenti di tortura: "Studi medici accurati, però, dimostrano che per ragioni igieniche è impossibile portare un attrezzo del genere senza ammalarsi gravemente. Per cui possiamo immaginare che al massimo siano stati fatti degli esperimenti, niente di più. Non è mai stato un oggetto di uso comune, e comunque è comparso solo dopo il Medioevo”. “ANGELA Ma allora, tutte le cinture di castità che si vedono nei musei?” “BARBERO Sono dei falsi. Come gli strumenti di tortura che riempiono, anche loro, musei e castelli. È tutta roba fabbricata nell’Ottocento. Allora il Medioevo era di moda, e piaceva immaginarlo come un’epoca truce, sinistra, barbarica. I collezionisti pagavano bene, e i falsari si sono messi al lavoro. Del resto, i musei più seri ormai se ne sono accorti. A Londra, al British Museum, fino a un po’ di tempo fa era esposta una cintura di castità. Un bel giorno l’hanno tolta, e non se ne è più saputo niente.” Saluti Giuliano Mazzocco |
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Febbraio 2022
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